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La Sicilia raccontata dal Ddl variazioni di bilancio, “in ginocchio” tra siccità ed emergenza climatica

Il disegno di legge 809, “Variazioni al Bilancio di previsione della Regione per il triennio 2024/2026”, approvato in giunta l’11 ottobre, è l’immagine plastica della condizione di emergenza e calamità naturale in cui versa la Sicilia.

Molte voci del testo ancora oggetto di esame in Commissione Ars, fino a questa in II commissione Bilancio, riguardano crisi idrica, crisi di settore agroalimentare derivante dalla siccità, manutenzione ordinaria e straordinaria di reti idriche, invasi, ed infine in relazione agli eventi climatici estremi. Molte delle voci della manovra relative a questi temi sono tra l’altro incrementi di risorse stanziate in precedenza, ad evidenza del fatto che le difficoltà di natura tecnica avevano un solco ben più profondo e originato da interventi dovuti ma disattesi nel corso degli anni.

Variazioni al bilancio, Manovra quater per la Sicilia in emergenza

La scorsa settimana era giunta notizia di una blindatura del Ddl finanziario, posta dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, per scampare il rischio di emendamenti al testo che ne rallenterebbero l’approvazione all’Ars. Renato Schifani si era detto aperto a un confronto costruttivo con i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione, a patto che questo fosse franco e leale.

Il piano del presidente Schifani è di aprire a modifiche, ma escludendo iniziative autonome. In altre parole, da quanto si è appreso, l’idea è di apportare eventuali condivise modifiche depositandole come di iniziativa governativa e arrivare così in Sala d’Ercole con un testo già condiviso per una discussione con votazione di articolato rapida. Un’approvazione veloce per una Manovra che dovrà intervenire ancor più velocemente già nell’anno in corso, ormai agli sgoccioli, e poi per i due anni successivi.

Variazione che cresce

Il testo approvato dalla giunta regionale del governo Schifani l’11 ottobre prevede una rimodulazione radicale di alcune voci di spesa, il cui contenuto verrà approfondito in un secondo momento dal QdS. La parte sulla quale si concentrerà quanto segue riguarda infatti l’evidente emergenza in atto con particolare riguardo a siccità ed eventi climatici estremi. Il disegno di legge, che ha attraversato nei giorni tutte le commissioni parlamentari interessate, ha una previsione di intervento di 408,5 milioni di euro per il 2024, 207 milioni per il 2025 e altrettanti per il 2026. Cifre importanti, per definirsi semplicemente variazioni.

Peraltro, cifre che includono anche anticipazioni di spesa su fondi FSC 2021-2027. Il governo della Regione Siciliana deve correre ai ripari e il bilancio – non finanziario ma dei danni – sul finire di ottobre è di danni sostanziali in agricoltura, zootecnia, servizi idrici alla popolazione e indirettamente anche all’immagine turistica dell’Isola. Infine, si sono recentemente aggiunte anche le difficoltà tecniche per far muovere le “talpe” che per aprire varchi nella roccia attraverso cui dovranno passare i treni hanno bisogno di ingenti quantità di acqua con cui raffreddare le frese.

Da un anno senza precipitazioni all’esondazione del fiume Salso

Il grosso del piano di investimenti previsto dalla manovra finanziaria del Ddl 809 è quindi concentrato nel 2024, del quale rimangono due mesi. Ma l’urgenza è in tutta evidenza di intervenire sull’anno in corso, con interventi straordinari, sgravi, compensazioni, predisposizioni di interventi infrastrutturali e progettazioni. Circa la metà degli articoli che compongono il disegno di legge sulle variazioni di bilancio attengono infatti a crisi idrica e aspetti conseguenti. Il Ddl parte da una necessità ulteriore, già per il solo 2024, di 27,5 milioni di euro dei quali 2,5 milioni per interventi diretti su lavori riguardanti l’emergenza idrica e 25 milioni per contributi ad Enti locali ed enti gestori per analoghi lavori oltre ad acquisizioni di mezzi e attrezzature.

Parola d’ordine, già all’articolo 1: fronteggiare l’emergenza idrica. In Sicilia, già dalla torrida estate 2023, si attende con grande apprensione che il cielo possa tornare a far scendere pioggia perché si riempiano gli invasi. Ma di acqua, anche per la settimana appena iniziata, i meteorologi non ne prevedono.

Rischi ed emergenza ambiente al centro della Manovra quater

Il 27 maggio di quest’anno era stato – finalmente – firmato, in pompa magna, l’Accordo di coesione tra Stato e Regione per il Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027. L’accordo, approvato anche dal Cipess, prevede lo stanziamento di quasi 38 milioni di euro per opere di ristrutturazione e automazione rete idrica di Agrigento. Il cronoprogramma degli interventi prevede l’inizio dei lavori entro il primo semestre del prossimo anno e la fine entro il secondo semestre del 2030. Ma nella Città dei templi non possono attendere cinque anni per aprire i rubinetti e vedere sgorgare acqua. Agrigento ha infatti già un movimento civico chiamato “Vogliamo l’acqua”, e sabato 26 si è riunito nella sala dello Spazio Temenos per discutere della crisi idrica che colpisce la città in particolar modo, come Enna e altre località in Sicilia.

Quindici, tra associazioni e movimenti civici, si sono riunite per discutere e confrontarsi sull’emergenza in atto invitando anche ATI, Aica e sindaci che hanno però disertato l’incontro. Nel frattempo da Palazzo d’Orleans giungeva nota sull’imperativo circa il ripristino in somma urgenza dell’impianto dissalatore di Porto Empedocle fermo da 14 anni. Per fronteggiare l’emergenza della provincia di Agrigento, il Governo ha deciso di anticipare risorse che dovrebbero essere coperte dal fondo FSC 2021-2027 con una formula di prestito da finanze della Regione all’ATI di Agrigento. Questa, beneficiando dell’anticipo regionale di dieci milioni di euro, dovrà intervenire con il via ai lavori al servizio idrico per poi restituire le risorse alla Regione Siciliana quando arriverà la copertura con i fondi FSC. Interventi sul servizio idrico cui si dovranno affiancare, da altro programma e capitolo quelli per il rientro in funzione dell’impianto di dissalazione di Porto Empedocle.

Emergenza rete idrica anche a Caltanissetta

La rete idrica siciliana è ormai fatto noto a tutti che è ridotta a un colabrodo, con la metà circa del flusso regolarmente disperso nel suolo invece di raggiungere i rubinetti dei siciliani. Anche Caltanissetta ha urgenza di risolvere le proprie perdite in un periodo in cui un litro d’acqua in più per lo spreco non c’è nella rete né negli invasi. Per il capoluogo della provincia nissena sono stati inseriti nel Ddl variazioni di bilancio 4,2 milioni di euro con i quali dare il via alla seconda fase della sostituzione rete idrica. Questa però, come alcune altre voci inserite dal Governo, prevede necessità di chiarimenti affinché tutto possa filare liscio già dall’eventuale approvazione del disegno di legge all’Ars. La priorità del Governo è indubbiamente porre rimedio allo stato di emergenza in atto, ma per farlo bisogna rivedere le competenze dei vari interventi e quindi la legittimità degli stanziamenti finanziari della Regione Siciliana.

La calamità naturale che ha messo in ginocchio la Sicilia

Per il 2024 il Governo guidato da Renato Schifani ha voluto inserire in variazione di bilancio 10,5 milioni di euro per interventi urgenti di manutenzione straordinaria a opere idriche e a salvaguardia dell’agricoltura e della zootecnia, piegate dalla siccità e in condizioni di annunciato disastro produttivo.

Sono inoltre ampliate alcune voci per il sostegno diretto all’agroalimentare con un aumento di 8,2 milioni di euro per l’anno in corso – che si aggiungono ai 9,8 già stanziati per un ammontare complessivo di 18 milioni – da destinare all’esonero, da parte dei consorzi di bonifica, degli agricoltori dal pagamento degli interventi di irrigazione di soccorso. Altro capitolo di spesa che aumenta, da 10 a 20 milioni di euro, è quello relativo al contributo della Regione per foraggi alla zootecnia. Sale, di conseguenza e in proporzione all’entità dei danni della siccità calcolati in ambito regionale, anche la previsione di intervento per indennizzo alle imprese agricole produttrici di foraggi e cereali.

Tra pezze e rimedi, come interviene il Ddl sulle variazioni di bilancio

Tra gli impegni che Palazzo d’Orleans intende assumere mediante la variazione di bilancio prossima alla discussione in Assemblea regionale, c’è quello che include un milione e mezzo da destinare ai Consorzi di bonifica dell’Isola per la progettazione di opere con finalità irrigua, le cui coperture finanziarie saranno da reperire successivamente in base alla natura dell’opera. Uno spiraglio di prospettiva per il futuro, quantomeno dell’agroalimentare in caso di perdurare della crisi idrica anche a uso domestico. Il Comune di Castelvetrano, in provincia di Trapani, ha infatti impiegato le acque reflue depurate per scampare il disastro in agricoltura e per l’Ente locale in questione sono stati inseriti in variazione di bilancio seicentomila euro per l’anno in corso per contributo compensativo ai costi di gestione del depuratore.

Infine, ma non in ultimo, l’articolo 6 del Ddl inserisce in bilancio 1,7 milioni di euro per manutenzione a vario titolo del sistema idro-termo-pluvio regionale. Di questi, 1,5 milioni vanno alla manutenzione ordinaria e i restanti a interventi di manutenzione straordinaria.