“Dalla rada San Francesco dove ero accampato, ho firmato lo scorso 17 gennaio le mie dimissioni che saranno efficaci come prevede la legge dopo 20 giorni. Quindi sarò sindaco di Messina sino alle ore 23.59 di domenica 6 febbraio. A seguire verrà nominato dal governo regionale un commissario che gestirà la fase transitoria, circa tre mesi, fase che condurrà alle elezioni amministrative, probabilmente a fine maggio”. Così il sindaco di Messina Cateno De Luca.
“Io non andrò via da Messina e vi assicuro che mi ricandido – ha aggiunto – Ma sono stato costretto a dimettermi perché in questi tre anni è stato molto difficile lavorare. Insieme alla mia squadra di assessori abbiamo lavorato con il cosiddetto ‘freno a mano’, operare in queste condizioni è ormai diventato impossibile e logorante. Pertanto, la legislatura si interrompe. Peccato, potevamo fare molte più cose se avessimo avuto un Consiglio comunale non rappresentato per la maggioranza da creduloni e ingenui: asini volanti”. “SARO CAPOLISTA PER FARE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE” (CLICCA QUI)
“Il mio obiettivo è diventare Sindaco della Sicilia, di questa Sicilia per tutelare i diritti dei siciliani, ma comunque da Messina non vado via. Alle prossime elezioni sarò il capolista per fare il presidente del Consiglio comunale, ruolo che mi consentirà di candidarmi a presidente della Regione siciliana“. Così il sindaco di Messina Cateno De Luca che il 17 gennaio ha firmato le sue dimissioni che saranno valide dal 7 febbraio.
“Oggi Messina è diventata protagonista grazie alla scelta che i messinesi hanno fatto il 24 giugno 2018, siete voi a contribuire a fare diventare Messina un trampolino di lancio per la Sicilia – dice – noi possiamo scrivere una nuova pagina di storia politica di tutta l’Italia perché dalla Sicilia può partire finalmente quel movimento meridionalista che sappia fare le barricate nei confronti di uno Stato che continua a ignorarci”.
E aggiunge: “Non mi va che il Meridione continui ad essere calpestato e derubato, non mi va che il Presidente della Regione siciliana non venga preso mai in considerazione, non mi va che tutti noi siamo considerati sudici, diventato ormai acronimo di Sud. Proprio dalla Sicilia deve partire questa spinta meridionalista: se sta bene il Meridione sta bene tutta l’Italia”.