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Debiti Pa, la Sicilia si conferma la Cenerentola d’Italia

PALERMO – Tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro trenta giorni dalla data del loro ricevimento, ad eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo di pagamento è fissato in sessanta giorni. Purtroppo, però, non sempre le pubbliche amministrazioni sono ligie alle regole. Prova ne sono i dati resi noti dal ministero dell’Economia e delle finanze.

Infatti, rispetto ad un tempo medio di pagamento delle pubbliche amministrazioni regionali pari a trentadue giorni determinato a livello nazionale, nella nostra regione si sale a sessantuno giorni (ovvero, il secondo valore più sostenuto in Italia, siamo superati solo dall’Abruzzo con sessantanove giorni).

In generale, sono proprio le realtà meridionali a far registrare i tempi maggiormente elevati: infatti, al terzo posto troviamo la Campania (53 giorni) e a seguire la Basilicata (41 giorni). Ci vogliono 53 giorni anche in Piemonte. Al contrario, Lombardia (17), Toscana (18), Friuli Venezia Giulia (19), Lazio (19) e Sardegna (20) sono le regioni con i tempi di pagamento maggiormente contenuti.

Il rispetto di queste scadenze è un fattore di cruciale importanza per il buon funzionamento dell’economia nazionale e rientra nel rispetto delle direttive europee in materia di pagamenti dei debiti commerciali, su cui la Commissione Europea effettua un puntuale e rigoroso controllo. Negli ultimi anni, anche grazie all’introduzione della fatturazione elettronica, obbligatoria per tutte le pubbliche amministrazioni dal 31 marzo 2015, il numero delle pubbliche amministrazioni che paga i fornitori con tempi medi più lunghi di quelli previsti dalla normativa vigente si è sensibilmente ridotto.

Nei primi tre trimestri del 2018, sono state 20.702 le fatture ricevute dalle pubbliche amministrazioni siciliane, per un importo totale dovuto pari a 717 milioni di euro: di questi, però, sono stati saldati 569,3 milioni di euro (ovvero, il 79,4% dell’importo complessivo, percentuale di poco inferiore alla media nazionale dell’81%). Anche in questo caso, ci collochiamo nella parte bassa della classifica, precisamente al quattordicesimo posto. Veneto, Campania e Marche ottengono risultati ancora più infausti: infatti, in queste regioni gli importi versati costituiscono appena rispettivamente il 53,1%, 46,2% e 45,3% degli importi dovuti.

Relativamente ai pagamenti effettuati dalla pubbliche amministrazioni provinciali, la situazione peggiora pesantemente: infatti, spiccano i 77 giorni impiegati da Siracusa per espletare i pagamenti, seguono i 50 giorni necessari al libero consorzio comunale di Ragusa, i 46 giorni del libero consorzio comunale di Enna e i 39 giorni di Caltanissetta. Mentre il libero consorzio comunale di Agrigento e la città metropolitana di Palermo rispettano i tempi di pagamento massimi consentiti (rispettivamente 18 e 25 giorni).

Ad Agrigento si osserva quasi la totale copertura degli importi dovuti (99,5%), mentre dall’altra parte troviamo Enna con appena il 38,5% (precisamente tra gli ultimi otto posti in Italia). Sono appena sei le pubbliche amministrazioni siciliane che riescono a collocarsi tra le prime cinquecento pa per maggiore copertura degli importi dovuti: in particolare, parliamo del Comune di Caltabellotta (Ag), Sortino (Sr), ministero dell’Interno – dipartimento Polizia di Stato Palermo, Comune di Gravina di Catania (Ct), autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale e ministero dell’Interno – dipartimento Polizia di Stato Messina (nei primi quattro casi si è pagato il totale del dovuto, negli ultimi due il 99%).