Debiti Pa, la Sicilia si conferma la Cenerentola d’Italia - QdS

Debiti Pa, la Sicilia si conferma la Cenerentola d’Italia

Serena Giovanna Grasso

Debiti Pa, la Sicilia si conferma la Cenerentola d’Italia

giovedì 09 Maggio 2019

Secondo il Ministero dell'Economia le pubbliche amministrazioni della nostra regione impiegano 61 giorni per pagare le imprese, ossia quasi il doppio della media nazionale

PALERMO – Tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro trenta giorni dalla data del loro ricevimento, ad eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo di pagamento è fissato in sessanta giorni. Purtroppo, però, non sempre le pubbliche amministrazioni sono ligie alle regole. Prova ne sono i dati resi noti dal ministero dell’Economia e delle finanze.

Infatti, rispetto ad un tempo medio di pagamento delle pubbliche amministrazioni regionali pari a trentadue giorni determinato a livello nazionale, nella nostra regione si sale a sessantuno giorni (ovvero, il secondo valore più sostenuto in Italia, siamo superati solo dall’Abruzzo con sessantanove giorni).

In generale, sono proprio le realtà meridionali a far registrare i tempi maggiormente elevati: infatti, al terzo posto troviamo la Campania (53 giorni) e a seguire la Basilicata (41 giorni). Ci vogliono 53 giorni anche in Piemonte. Al contrario, Lombardia (17), Toscana (18), Friuli Venezia Giulia (19), Lazio (19) e Sardegna (20) sono le regioni con i tempi di pagamento maggiormente contenuti.

Il rispetto di queste scadenze è un fattore di cruciale importanza per il buon funzionamento dell’economia nazionale e rientra nel rispetto delle direttive europee in materia di pagamenti dei debiti commerciali, su cui la Commissione Europea effettua un puntuale e rigoroso controllo. Negli ultimi anni, anche grazie all’introduzione della fatturazione elettronica, obbligatoria per tutte le pubbliche amministrazioni dal 31 marzo 2015, il numero delle pubbliche amministrazioni che paga i fornitori con tempi medi più lunghi di quelli previsti dalla normativa vigente si è sensibilmente ridotto.

Nei primi tre trimestri del 2018, sono state 20.702 le fatture ricevute dalle pubbliche amministrazioni siciliane, per un importo totale dovuto pari a 717 milioni di euro: di questi, però, sono stati saldati 569,3 milioni di euro (ovvero, il 79,4% dell’importo complessivo, percentuale di poco inferiore alla media nazionale dell’81%). Anche in questo caso, ci collochiamo nella parte bassa della classifica, precisamente al quattordicesimo posto. Veneto, Campania e Marche ottengono risultati ancora più infausti: infatti, in queste regioni gli importi versati costituiscono appena rispettivamente il 53,1%, 46,2% e 45,3% degli importi dovuti.

Relativamente ai pagamenti effettuati dalla pubbliche amministrazioni provinciali, la situazione peggiora pesantemente: infatti, spiccano i 77 giorni impiegati da Siracusa per espletare i pagamenti, seguono i 50 giorni necessari al libero consorzio comunale di Ragusa, i 46 giorni del libero consorzio comunale di Enna e i 39 giorni di Caltanissetta. Mentre il libero consorzio comunale di Agrigento e la città metropolitana di Palermo rispettano i tempi di pagamento massimi consentiti (rispettivamente 18 e 25 giorni).

Ad Agrigento si osserva quasi la totale copertura degli importi dovuti (99,5%), mentre dall’altra parte troviamo Enna con appena il 38,5% (precisamente tra gli ultimi otto posti in Italia). Sono appena sei le pubbliche amministrazioni siciliane che riescono a collocarsi tra le prime cinquecento pa per maggiore copertura degli importi dovuti: in particolare, parliamo del Comune di Caltabellotta (Ag), Sortino (Sr), ministero dell’Interno – dipartimento Polizia di Stato Palermo, Comune di Gravina di Catania (Ct), autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale e ministero dell’Interno – dipartimento Polizia di Stato Messina (nei primi quattro casi si è pagato il totale del dovuto, negli ultimi due il 99%).

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