Arrivano altre novità sul caso di Denise Pipitone, la bimba scomparsa da Mazara del Vallo il 1° settembre del 2004. Questa sera, durante la trasmissione Chi l’ha visto?, è stato diffuso parte del contenuto della lettera anonima arrivata nei giorni scorsi allo studio dell’avvocato Giacomo Frazzitta, il legale di mamma Piera Maggio. E sono emersi anche dei nuovi dettagli inquietanti sulla famiglia Corona e su Jessica Pulizzi.
Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise Pipitone, è stata intercettata per l’ennessima volta in compagnia di un certo Fabrizio, in una conversazione quantomeno ambigua a distanza di 3 mesi e 10 giorni dalla scomparsa della piccola.
JESSICA PULIZZI: “Io ammazzo tutti”
FABRIZIO: “Ma non è che per sbagliare quella l’hai ammazzata?”.
La ragazza si è giustificata in sede processuale affermando di stare discutendo delle galline che avrebbe incontrato, però, poco dopo aver pronunciato queste frasi. Ha detto che allora si trovava in procinto di scavalcare un muretto per fare ingresso in un terreno in cui erano presenti delle galline che, poi, avrebbe schiacciato con il suo peso. L’avvocato Frazzitta non si è però riuscito a spiegare come potesse discutere prima di un fatto che, nella migliore delle ipotesi, sarebbe avvenuto dopo.
Questa si aggiunge alle altre stranezze a cui ancora non esiste valida spiegazione. Come quelle inerenti i presunti ripetuti tentativi di alcuni militari di insabbiare le indagini e di danneggiare l’immagine di Piera Maggio.
Il procuratore Di Pisa ha raccontato di aver appreso la falsa notizia che l’avvocato Frazzitta avrebbe percepito 150 mila euro dal programma televisivo. E – circostanza ancor più grave – di aver saputo dalla polizia che la signora Maggio non fosse una “donna specchiata”, ovvero che avesse dei conti in sospeso con la giustizia.
L’ex maresciallo dei carabinieri Lombardo – che aveva già parlato delle minacce ricevute durante le indagini – ha spiegato come nulla di questo sia mai stato vero. “Tutti i sospetti erano infondati e atti a sminuire la famiglia Maggio – ha detto -. Non è mai stato riscontrato nulla, anzi abbiamo smentito. Quando Piera dice che è stata rivoltata come un calzino, è vero. E non c’era nulla“. Il militare si riferisce anche alla famigerata e fantomatica videocassetta in cui, in teoria, Piera e la sorella avrebbero registrato uno spettacolo pornografico. Ma niente fu vero: “Erano soltanto degli attori di Roma che furono poi identificati. Tutto questo fu detto per gettarle discredito. Ad averne interesse, probabilmente, chi ha realmente preso la bambina e che così voleva spostare l’asse delle indagini su un’altra pista”.
Il procuratore Di Pisa, sottolineando come durante le indagini abbia comunque preso in considerazione qualsiasi segnalazione (compreso quella che lo portò al ritrovamento di una bara bianca vuota), ha ribadito la sua tesi. Ovvero che la bambina sia stata prelevata da Jessica Pulizzi, consegnata a qualcuno che a sua volta la consegnò agli zingari che avevano un accampamento a Mazara del Vallo. Tesi che troverebbe riscontro nel video girato a Milano dalla guardia giurata.
Il possibile movente del reato, l’odio nutrito da Jessica Pulizzi e Anna Corona nei confronti di Piera Maggio, ritenuta responsabile dello sfacio della famiglia. “Madre e figlia sono terribili. La figlia, durante il processo, impassibile come se la cosa non la riguardasse – ha concluso -. Sono due donne, veramente, capaci di tutto, secondo me”.
Nelle scorse settimane era già emerso il presunto favoreggiamento dei militari nei confronti della famiglia Corona che, secondo lo stesso procuratore Maria Angioni, avrebbe goduto di un certo “rispetto”, tanto che Claudio Corona (fratello di Anna Corona) non fu nemmeno incluso nella relazione della polizia a seguito di una sparatoria in una discoteca di Mazara del Vallo.
In trasmissione, a raccontarlo, persino un suo conoscente. Proprio lui ha affermato che quanto emerso sia stato solo una delle tante occasioni di favoreggiamento a suo vantaggio. Pare che Claudio Corona godesse di una protezione tale da essere avvertito in anticipo di qualsiasi microspia o intercettazione posta a suo carico.
Ad avere avuto problemi con la giustizia anche Jessica Pulizzi, che sarebbe stata gli arresti domiciliari per favoreggiamento. A circa un anno di distanza dalla scomparsa della piccola Denise Pipitone, scoppiò una rissa. Un tunisino amico di Jessica accoltellò un secondo giovane e lei, per coprirlo, porto con sé l’arma. Un poliziotto, che ha preferito mantenere l’anonimato, ha raccontato di averla arrestata quando era ancora macchiata di sangue.
Un fatto che non rende più la giovane “pulita” nei confronti della legge, nonostante sia stato taciuto dalla stessa e dal suo avvocato durante le successive indagini degli inquirenti sul rapimento della bambina.
“Sono 17 anni che so e sono sicurissimo al 100% della realtà dei fatti sulla bambina scomparsa Denise Pipitone. Io non ho parlato prima per paura“, ha scritto l’anonimo della lettera inviata al legale di Piera Maggio e al programma Chi l’ha visto?, fornendo dettagli particolarmente precisi.
L’uomo ha raccontato di aver assistito al rapimento. Mentre si trovava all’interno della sua macchina, sarebbe stato quasi tamponato da un’altra che camminava velocemente e che gli avrebbe urtato lo specchietto. Tutti gli altri dettagli sono attualmente al vaglio degli inquirenti.
E la testimonianza dell’ormai defunto Battista Della Chiave che accusò il nipote di aver telefonato quella mattina del 1° settembre del 2004, dal magazzino di via Rieti, l’utenza della madre di Anna Corona, Antonietta Lo Cicero, potrebbe essere tirata nuovamente in ballo. Soprattutto dopo la corretta traduzione del suo linguaggio dei segni fornita dalla Rai.
Il sordomuto raccontò di aver trascorso del tempo con la piccola Denise, che sarebbe stata portata in magazzino proprio il giorno della sua scomparsa dal nipote Giuseppe e da una donna. Successivamente sarebbe stata ceduta a un secondo giovane di 25 anni, scuro di carnagione e con i capelli ricci, che l’avrebbe trasportata con lo scooter fino al mare mentre piangeva spaventata, passando per un cavalcavia. La piccola sarebbe stata successivamente nascosta dentro una coperta e posta su una barca a remi, davanti al faro, che si sarebbe poi allontanata. Lo scooter, invece, sarebbe stato gettato in acqua.
Grazie alla ricchezza dei particolari del racconto, gli autori del programma Chi l’ha visto? sono riusciti a rintracciare il possibile luogo descritto da Della Chiave, che si è detto testimone oculare di tutte le fasi successive al rapimento, riconoscendo nella foto di Denise Pipitone la bambina della quale si sarebbe forse addirittura preso cura. Piuttosto che disconfermare le sue dichiarazioni, in sede processuale si avvalse della facoltà di non rispondere in quanto parente dell’allora indagato Giuseppe Della Chiave. Oggi, purtroppo, non potrà più parlare.