Caso Pipitone verso riapertura, intercettazioni shock da polizia - QdS

Caso Pipitone verso riapertura, intercettazioni shock da polizia

Ivana Zimbone

Caso Pipitone verso riapertura, intercettazioni shock da polizia

giovedì 22 Aprile 2021

"Se ha detto 'Denise muriu'?". Così Anna Corona, mamma di Jessica Pulizzi, parlava con il militare "Peppe" nella sala della stazione della polizia. Jessica, bisbigliando: "Ma misi dintra".

Ieri sera a Chi l’ha visto? si parla ancora di Denise Pipitone. E non per l’ennesima fantasiosa segnalazione, ma perché i troppi errori commessi durante le indagini potrebbero presto far riaprire il caso. Nel corso della trasmissione, sono state diffuse altre intercettazioni shock. Si profila adesso l’ipotesi di una riapertura del caso che possa vedere tra gli indagati persino alcuni membri delle forze dell’ordine. Per stabilire la verità in mezzo a “un mucchio di bugie che continuano a permanere nel tempo, depistaggi, coincidenze su Anna Corona che devono essere ancora verificate”, come sostiene la mamma Piera Maggio. Tra i possibili moventi, la gelosia di Anna Corona nei confronti della signora Maggio (e non dell’ex marito), verso la quale avrebbe mostrato atteggiamenti ambigui.

LA SCOMPARSA DI DENISE PIPITONE E L’ODIO DI JESSICA PULIZZI

Denise Pipitone, figlia di Piera Maggio e Pietro Pulizzi, è scomparsa il 1° settembre del 2004 alla tenera età di 4 anni da Mazara del Vallo, nel Trapanese, mentre giocava davanti l’abitazione della nonna e nei pressi della casa in cui viveva con la madre, temporaneamente fuori sede per motivi di lavoro e avvertita del tragico accaduto intorno alle ore 12.30 dello stesso giorno.

Sin da subito le indagini si sono concentrate sui familiari. Perché la piccola era stata riconosciuta da Toni Pipitone ma – a sua insaputa – era figlia di Pietro Pulizzi. Quest’ultimo aveva cominciato la sua relazione con Piera Maggio quando viveva da solo ed era già giunto al termine il rapporto con la moglie Anna Corona, dalla quale aveva avuto due figlie: Jessica e Alice. Tutte e tre le donne erano a conoscenza dell’esistenza della nuova arrivata.

Proprio Jessica nutriva un odio sconsiderato nei confronti di Piera Maggio, ritenuta responsabile dello scioglimento del suo nucleo familiare. E, di conseguenza, nei confronti della sorellastra. Secondo quanto dichiarato da mamma Piera, Jessica sarebbe stata solita passare più volte dalla sua abitazione a scopo intimidatorio, minacciare la donna, commettere gravi atti vandalici a danno della sua famiglia. Si sarebbe addirittura recata “casualmente” in ospedale proprio durante la nascita di Denise.

L’ODIO DI ANNA CORONA, PIERA MAGGIO: “LEI INFATUATA E GELOSA DI ME E NON DELL’EX MARITO”

Giacoma Maggio, sorella di Piera, ha raccontato al giudice di essere stata aggredita da Anna Corona al supermercato e di aver ricevuto il suo avvertimento: “Te lo farò vedere io cos’è la cattiveria”. La stessa signora Corona – stando alle deposizioni di Vito Maggio, padre della madre di Denise Pipitone – avrebbe raggiunto il nonno materno della bambina per mostargli la foto della piccola e confessargli che fosse figlio di Pietro Pulizzi, annunciandogli anche una vendetta. Una situazione analoga pose in essere pure con la cugina di Piera Maggio, Vita.

Per la madre di Denise, il movente del presunto rapimento della sua piccola potrebbe essere differente rispetto a quello fino ad ora reso pubblico: “C’è un aspetto che non è mai stato raccontato pubblicamente, ma verbalizzato sin da subito. Raccontai gli atteggiamenti ambigui di Anna Corona nei miei confronti. Ora, che lei avesse degli altri gusti sessuali, oltre che i classici con un marito (…) – confessa Piera Maggio -. Io ho conosciuto una coppia scoppiata, quando ho visto che c’erano delle cose che non andavano nella signora Anna Corona, io mi sono allontanata. Io glielo dissi, lei sviava alle domande che le facevo. Ognuno può vivere la propria sessualità a proprio modo. Non si è mai capito cosa volesse Anna Corona da me. La sua ambiguità è rimasta e gli inquirenti hanno pure ipoteizzato altre cose. La mia ipotesi era che lei fosse gelosa di me come persona“.

LE IPOTESI E I PRIMI “ERRORI” DEGLI INQUIRENTI. QUALCUNO DEI MILITARI HA DEPISTATO LE INDAGINI?

Sin da subito Piera Maggio non ha avuto dubbi sulla presunta responsabilità di Anna Corona e Jessica Pulizzi. Perché a suo avviso nessun altro avrebbe mai potuto riservarle raconcore. E ha reso noti tutti i suoi sospetti agli inquirenti.
Tra i presunti complici della scomparsa di Denise (o comunque tra le persone informate sulla verità dei fatti), anche Antonietta Lo Cicero – mamma di Anna Corona e nonna di Alice e Jessica Pulizzi -, Loredana Genna (l’amica di Anna Corona) con il marito Giuseppe Della Chiave e l’allora fidanzato di Jessica, Gaspare Ghaleb (presso la cui abitazione i cani molecolari hanno fiutato le ultime tracce della bambina).

Nonostante ciò, due giorni dopo il rapimento, due agenti della polizia e due carabinieri si recarono in varie abitazioni per procedere alla perquisizione. Cominciarono a perquisire prima la casa di papà Pietro, che lasciò entrare i militari senza resistenze; dalla perlustrazione non emerse alcun elemento significativo. Successivamente – come hanno scritto a verbale – si sono recati a casa di Anna Corona, che si sarebbe mostrata disponibile alla perquisizione.

Ma le cose sono andate davvero così? La risposta è no. Solo in seguito si venne a sapere che la seconda abitazione non appartesse ad Anna Corona, ma alla signora Pisciotta e che la prima non si sia premurata di informare gli inquirenti di questo dettaglio. Un errore o un atto voluto per depistare le indagini?

Alice Pulizzi – rispondendo in sede processuale alle domande del giudice – ha dichiarato che siano stati i militari a non voler procedere con gli accertamenti nella casa “giusta”: “Quando loro sono arrivati, eravamo già sotto. E subito dopo è arrivata mia mamma. Hanno parlato con mia mamma e niente, gli hanno chiesto di accomodarsi sopra a casa. Loro sono voluti rimanere nell’entrata. Invece di farli rimanere lì nell’entrata, la signora li ha fatti accomodare a casa sua, nel salone. Hanno parlato con mia mamma, le hanno dato questa notizia. Noi siamo saliti sopra, io sono andata anche a giocare. Quando hanno finito siamo saliti tutti sopra, io, mia mamma e mia sorella. E la mamma ci ha dato questa notizia, di quello che era successo”.

LE INTERCETTAZIONI SHOCK NELLA STAZIONE DI POLIZIA, A 10 GIORNI DALLA SCOMPARSA DI DENISE. ANNA CORONA DETTA LA LINEA AI TESTIMONI

L’11 settembre del 2004, dieci giorni dopo la scomparsa di Denise Pipitone, Anna Corona, Jessica Pulizzi e Gaspare Ghaleb sono stati convocati dalla polizia.
Nella sala d’attesa della stazione di polizia, i militari hanno intercettato parte della loro sconvolgente conversazione, giunta con possibili inesattezze (le finestre erano aperte e la parte iniziale della loro conversazione – interamente in dialetto siciliano – non è stata registrata):

GASPARE: “La tendina… che gli ho detto là in cucina? Vedi qua e là”
ANNA CORONA: “Gaspare?”
GASPARE: “È da tre, quattro anni che mi vanno le cose sempre più male”
(…)
ANNA CORONA: “Gaspare… coraggio. Tu ne hai fiducia in me? Mi stimi?”
GASPARE: “Sì”
ANNA CORONA: “Mi vuoi bene?”
GASPARE: “Sì”
ANNA CORONA: “Non ti scordare certi momenti nostri… che sono solo nostri…”

LA FERITA SULLA MANO DI ANNA CORONA E LE FALSE DICHIARAZIONI DI JESSICA E GASPARE

A un certo punto Jessica Pulizzi si accorge di una strana ferita che la madre, Anna Corona, mostra a una mano.
JESSICA PULIZZI: “Mamma che c’hai nel dito?”
ANNA CORONA: “Mi sono fatta male, sono ferita”

I militari portano Gaspare in un’altra stanza e, quando dopo una decina di minuti lo fanno rientrare nella sala dove si trovano le due donne, esplode il panico. L’uomo racconta loro di essere stato malmenato, chiama i carabinieri per denunciare l’accaduto e, per calmarlo dalla sua crisi di nervi, interviene persino il 118. Dalle intercettazioni si ascolta:

GASPARE: “Già mi hanno alzato le mani… non ho un avvocato. Ora ho un casino. E noi ora telefoniamo. Voglio un carabiniere qua
(Parla al telefono)
Scusi mi può mandare una pattuglia alla stazione di polizia? Di Mazara… Perché fanno abuso di potere… Mi hanno alzato già le mani…”

Intanto Jessica Pulizzi prova a riportarlo alla calma. E gli comunica di aver riferito agli inquirenti che, quella mattina del 1° settembre 2004, non si trovavano insieme al mercatino a 500 metri dall’abitazione di Denise.
JESSICA PULIZZI: “Gliel’ho detto che tu non eri con me… tu al mercatino con me non ci vieni mai…”

I due ragazzi hanno, in maniera evidente, testimoniato il falso. Jessica ha dichiarato di essere rimasta a casa, ma il suo cellulare ha agganciato le celle telefoniche adiacenti al mercatino, a 500 metri da via Domenico La Bruna, luogo della scomparsa della bambina. Gaspare, invece, ha detto di essere rimasto a casa a dormire fino a mezzogiorno e mezzo – e oltre – e di non aver sentito nessuno nemmeno telefonicamente. Ma la sua utenza telefonica è risultata impegnata in una conversazione con Jessica alle ore 9:39 e alle ore 10:21 di quella stessa mattina; inoltre, la cella telefonica agganciata non era certamente quella di casa sua.

ANNA CORONA ALL’AMICO MILITARE “PEPPE”: “SE HA DETTO CHE DENISE MURIU?”

Durante l’assenza di Gaspare, assistito dai sanitari del pronto soccorso, Anna Corona e Jessica Pulizzi sono rimasti nella stazione della polizia in compagnia di un militare con il quale la signora Corona sembrava avere un rapporto di grande confidenza.

ANNA CORONA: “…hai capito, Peppe?”
MILITARE: “No, poco fa… poco fa mi ha detto Jessica”
ANNA CORONA: “Peppe? Hai capito? Cioè io so che lei è venuta dal mercatino, è venuta da me…”
MILITARE: “Qua non stiamo accusando noi nessuno, stiamo cercando di capire come vanno le cose…”
ANNA CORONA: “Peppe, però è pure che poi diventa un discorso di nervi, perché io mi sono innervosita con mia figlia…(…) e io confermo le mie cose. Tu mi dici che tieni la patente, io guardo lei: ‘Glielo hai detto tu?’. E dice: ‘No, mamma’. E allora: ‘Glielo hai detto tu?’. Io mi incazzo con lei, non con te…”
MILITARE: “Inizialmente…”
ANNA CORONA: “Perché io amo… amo la precisione…”
DONNA: “Può capitare che… di dire…”
ANNA CORONA: “Raccontare… importante la cosa…”
DONNA: “È inutile che si arrabbia con sua figlia…”
ANNA CORONA: “Ma perché… se magari… non l’ha già detto ‘Denise muriu’?”
DONNA: “Non l’ha detta”.

GASPARE TORNA NELLA STAZIONE DELLA POLIZIA E JESSICA PULIZZI CONFESSA: “MA MISI DINTRA”

Gaspare Ghaleb, a un certo punto, ritorna dalla polizia dopo aver ricevuto le necessarie cure. L’audio di questa intercettazione è molto disturbato ma si colgono abbastanza chiaramente alcuni dialoghi avvenuti, bisbigliando, tra l’uomo e Jessica Pulizzi.

GASPARE: “Vannu a ciccari a st’ura la picciridda…commissario…Ah, chi c’ha fatto?” (“Vanno a cercare ora la bambina… commissario… Ah, che le ha fatto?”)
JESSICA PULIZZI: “Ma misi dintra” (“L’ho messa dentro”)

Sul contenuto di questo dialogo, però, i periti di parte di scontrano. E Piera Maggio spera che la tecnologia, oggi, possa esprimersi con certezza.
Dopo il breve colloquio, Anna Corona raggiunge nuovamente i due.

ANNA CORONA: “Ci vogliamo guardare negli occhi, perché io sono stanca… le indagini sono ferme a noi…a voi altri, uno e due. Ora io vi devo dire una cosa a tutti e due”
JESSICA PULIZZI: “Si però già io mi sono annoiata che devono dire per forza…”
ANNA CORONA: “Sì tu, per forza lo dicono loro. Con me non c’è per forza, aspetta un attimo. ‘Per forza’ lo dicono loro…giusto? Ora tu stai parlando con me, io sono la mamma? Ci possiamo guardare un po’ in faccia e parlare tranquillamente?”.

A questo punto Anna Corona incalza la figlia con domande sulle azioni svolte quella mattina, a gran voce. Una circostanza strana, visto che le due donne abitavano sotto lo stesso tetto ed erano già trascorsi 10 giorni dalla scomparsa di Denise. Le domande, allora, rappresentano una sorta di “ripasso” della versione da fornire agli inquirenti? Oppure la signora Corona si è accorta/è stata avvertita delle intercettazioni ambientali?

ANNA CORONA: “Mi puoi raccontare tutta la mattinata per cortesia tua? A Gaspare l’hai visto di mattina”
JESSICA PULIZZI: “No, ti ho detto!”
ANNA CORONA: “No. Una volta sola mi devi rispondere. L’hai visto Gaspare?”
(Jessica prova ad andar via)
“No tu non te ne vai da nessuna parte. L’hai visto Gaspare?”
JESSICA PULIZZI: “No!”
ANNA CORONA: “A questa bambina l’hai vista tu?”
JESSICA PULIZZI: “No”
ANNA CORONA: “Da questa strada ci sei passata tu?”
JESSICA PULIZZI: “No”
ANNA CORONA: “Dalla sorella di Gaspare ti sei fermata tu?”
JESSICA PULIZZI: “Ma nemmeno ci parlo io”
ANNA CORONA: “Non ci parli… ma ti sei fermata”
JESSICA PULIZZI: “Ciao e basta”
ANNA CORONA: “Ma ti sei fermata?”
JESSICA PULIZZI: “No”
ANNA CORONA: “A Denise… l’avete vista questa bambina?”
JESSICA PULIZZI: “No! No, ti ho detto ho preso…”
(Jessica viene interrotta dalla madre prima di cominciare il racconto)
ANNA CORONA: “No! Al cimitero ci sei andata?”
JESSICA PULIZZI: “No!”
ANNA CORONA: “Sei andata a comprare i vestiti e poi che hai fatto?”
JESSICA PULIZZI: “E poi sono passata da te e me ne sono andata a casa con Alice”
ANNA CORONA: “E non hai fatto più niente?”
JESSICA PULIZZI: “No, me ne sono andata a casa e ho cominciato a fare un po’ le pulizie, ho cucinato e ho aspettato che venissi tu”
ANNA CORONA: “Stai dicendo la verità?”
JESSICA PULIZZI: “Sì”
ANNA CORONA: “Sei tranquilla che è la verità?”
JESSICA PULIZZI: “Sì”.
ANNA CORONA: “Problemi ne hai Jessica con Dio?”
JESSICA PULIZZI (Bisbigliando): “Quando ero con Alice, a casa gliel’ho portata”.

IL TENTATIVO DI “NEUTRALIZZARE” LE CIMICI E LE INTERCETTAZIONI TRE MESI DOPO IL RAPIMENTO

L’ulteriore stranezza delle conversazioni registrate nella stazione di polizia, è che in quelle in cui sono presenti i militari nessun rumore di sottofondo disturba i dialoghi. C’è chi, nelle file delle forze dell’ordine, a un certo punto esprime che sarebbe il massimo poter ritrovare la bambina.

Da quel momento la registrazione si interrompe e Jessica Pulizzi chiede alla madre Anna Corona dei fazzoletti per coprire le microspie. La signora la invita a cercarli dentro una tasca e di posizionarli dove crede possa trovarsi la cimice: “Po’ essiri di ccà ‘banna” (“Può essere da questa parte”). Anche perché la figlia la aveva già avvertita all’ingresso della stazione: “Mamma potrebbe esserci una cimice in questa stanza”, le aveva suggerito.

PIERA MAGGIO SUGLI INDAGATI: “LORO SAPEVANO TUTTO”

La mamma della piccola Pipitone ha detto durante la trasmissione, riferendosi agli indagati: “Loro sapevano tutto. Sapevano come muoversi, quali apparati cellulari usare. Sapevano dov’erano le cimici (…). Quella che non sapeva niente ero io. Perché comunque io non ero tanto esperta, non avevo avuto alcun caso giudiziario alle spalle. Non ero esperta. Non sapevo come funzionavano tutte queste cose. Di certo non ero interessata a nascondere la verità. Quando si fanno certe cose è perché si vuole nascondere la verità. (…)”.

Jessica Pulizzi è stata assolta in Cassazione per insufficienza di prove. E Piera Maggio ricorda, a proposito della sentenza di primo grado: “Per quei giudici del primo caso di tipo penale e avevano soltanto esperienze di tipo civile – ha raccontato su rai 3 -. Non dimenticherò più i sorrisi sornioni e beffardi di un giudice, ogni volta che mi guardava (…). Quando dovevamo testimoniare, eravamo tutti tenuti a fornire le nostre generalità e l’indirizzo di domicilio e residenza. Ma a Jessica Pulizzi questo non fu chiesto. Incompetenze, anomalie o depistaggi hanno sin dall’inizio impedito il ritrovamento di mia figlia. Finalmente dopo 17 anni sta venendo fuori lo schifo che sta dietro questa vicenda. Spero che tutti i resposanbili vengano giudicati uno per uno”.

LE “STRANE” TELEFONATE, LA “COPERTURA” DI NONNA ANTONIETTA LO CICERO E LE BUGIE DI JESSICA E GASPARE

Abbiamo più volte ribadito come la chiave del giallo possa risiedere in “strane” telefonate avvenute proprio quella mattina del 1° settembre 2004 nei minuti della scomparsa della piccola Denise Pipitone.
Alle ore 12:17 circa e poco dopo, dal magazzino di via Rieti di Giuseppe – marito di Loredana Gemma, residente proprio lì – partono due chiamate. Antonietta Lo Cicero, madre di Anna Corona, ha dichiarato in sede processuale di essere stata chiamata dalla figlia e di essere stata invita a recarsi a casa sua, delle nipoti, perché era successa “qualcosa”, ma senza svelare ulteriori dettagli.
Dai tabulati telefonici estratti da 12 milioni di occorrenze, però, non risulta alcuna chiamata ricevuta dalla donna né alla sua utenza telefonica, né a quella del marito.

Sempre da via Rieti, una testimonianza inquietante dello zio di Giuseppe, Battista della Chiave. (CLICCA QUI PER MAGGIORI INFO). La piccola Denise sarebbe stata portata subito dopo il rapimento proprio lì, avvolta in una coperta, per poi essere trasferita in motorino in un peschereccio. E a inoltrare le telefonate sarebbe stato proprio il nipote Giuseppe. Anche la Cassazione ha ribadito l’importanza di approfondire questa testimonianza, ma Della Chiave è ormai deceduto.

Il nome Giuseppe ricompare ancora dopo tre mesi dalla scomparsa di Denise. Quando una cimice sullo scooter di Jessica registra testuali parole “Ciao ma’, va pigghià Denise. Ma Peppi zoccu ti rissi? (Ciao mamma, vai a prendere Denise. Ma Peppe cosa ti ha detto?)”, “Dunni l’ha purtari? (Dove la devo portare?)”. Si precisa che nessuna delle 13 famiglie che a Mazara del Vallo avevano una Denise come membro del proprio nucleo nel 2004 si è mai riconosciuta in quella conversazione (LEGGI QUI PER MAGGIORI INFO).

ANNA CORONA CHIAMA SALVATORE IL 2 SETTEMBRE 2004: “SONO STATA DAI CARABINIERI… IL PERCHÈ NON TI INTERESSA”

Un’altra strana telefonata avviene il giorno dopo la scomparsa di Denise, il 2 settembre del 2004, alle ore 6:20 del mattino. Tra Anna Corona – in evidente statato di agitazione – e l’amico Salvatore Montalto.
ANNA CORONA: “Allora Salvatore, ascoltami. Due parole, ascoltami. Tu le orecchie le apri però?”
SALVATORE: “Sì”
ANNA CORONA: “Il telegiornale l’hai sentito a Mazara tu?”
SALVATORE: “Sì”
ANNA CORONA: “Lo sai cosa sta succedendo a Mazara, che è scomparsa una bambina?”
SALVATORE: “Sì, non l’ho sentito ieri sera”
ANNA CORONA: “Non hai sentito? Hai sentito?”
SALVATORE: “Sì”
ANNA CORONA: “Oh… Io è da ieri matt… ieri, da quando ho finito di lavorare fino a ieri sera, che sono stata al comando dei carabinieri”
SALVATORE: “Ah… e perché?”
ANNA CORONA: “Ah… hai capito? Non ti interessa perché…”
SALVATORE: “Va bene… va bene…”
ANNA CORONA: “Oh. Non ti interessa. Il perché non ti interessa. Segui il telegiornale e per favore lasciami stare. Me ne devo andare a lavorare, me ne sto andando a lavorare”
SALVATORE: “Sì, ma io ti volevo rispondere…”
ANNA CORONA (interrompendolo): “Minchia! Ma tu mi rompi i c… a me quando non mi ascolti…”
SALVATORE: “Va bene, va bene”
ANNA CORONA: “Quando io ti dico una cosa, se tu non mi vuoi fare arrabbiare, tu mi devi ascoltare. Allora ti ho detto: ‘L’hai sentito il telegiornale?’ e mi hai risposto che ‘Ti ho detto che ieri sera sono stata al comando dei carabinieri, dal pomeriggio alla sera‘. Ora, tu mi vuoi ancora rompere i c… facendomi delle domande?”
SALVATORE: “Va bene, scusami Anna”
ANNA CORONA: “Oh scusami un c… comprati il giornale e leggitelo (…) Non mi chiamare più per oggi”.

CASO PIPITONE, TRA IPOTESI E CERTEZZE

Tantissime segnalazioni in questi 17 anni hanno lasciato sperare che Denise potesse ancora essere viva. Così come le assurde coincidenze. Ricordiamo le telefonate strane ricevute da Pietro Pulizzi, a pochi mesi dalla scomparsa della figlia, da un’utenza telefonica appartenente a un giovane rom (CLICCA QUI PER MAGGIORI INFO). Oppure il singolare video registrato a Milano da una guardia giurata, sempre nel gennaio 2005 (CLICCA QUI PER MAGGIORI INFO), che riprende una bambina stroardinarimanete somigliante a Denise – e mai identificata – in compagnia di una donna rom che la chiama con il nome di “Danase”. Per gli esperti le immagini sono altamente compatibili con le foto della bimba scattate poco prima della scomparsa; e anche il breve dialogo registrato apparterrebbe linguisticamente a una minore quantomeno proveniente da Mazara del Vallo. Una coincidenza, qualora lo fosse, davvero strabiliante.

Altre ipotesi si sono rivelate una bolla di sapone. Tra le ultime la pista russa, quella slovacca e quella spagnola. I genitori della piccola sperano di conoscere finalmente la verità dopo il dolore e l’angoscia che li hanno avvolti da quel lontano 2004. E che il caso possa riaprirsi all’interno delle sedi opportune. Perché qualcuno, sicuramente, sa dove si trovi adesso Denise Pipitone.

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Un commento

  1. Endria ha detto:

    Dalla parte di Denise

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