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Difficoltà a pagare bollette, mutui e affitti, a Catania è allarme povertà

“La pandemia ed il periodo storico nell’ultimo biennio non ha di certo migliorato i numeri e le condizioni di povertà. Va detto che sono state tante le chiusure di piccole attività artigianali e commerciali che hanno portato tante persone in difficoltà a venire in Caritas“. Lo afferma all’AdnKronos Salvatore Pappalardo responsabile del Help Center della Caritas Diocesana di Catania. “Faccio un esempio sui bisogni primari legati all’alimentazione: ci ritroviamo ad aver chiuso il 2021 – osserva Pappalardo – con una media di 700 interventi alimentari al giorno dal lunedì alla domenica con 500 pasti a mensa e 200 in media legati a pacchi spesa o interventi per mamme con bambini. Ci sono poi i tantissimi interventi quotidiani di aiuto come le utenze domestiche, gli affitti, i mutui e quant’altro…”.

“A livello regionale siciliano – evidenzia Pappalardo – tra i 18 centri della Caritas diocesana, Catania non è al primo posto ma è certamente nel podio in fatto di allarme sociale”. Pappalardo infine ricorda che “c’è pure una povertà invisibile, interiore, del cuore. Povertà di chi si trova per la prima volta a vivere in condizioni difficili. Parliamo di persone, famiglie che si vergognano a venire in Caritas diocesana. Questa è la povertà peggiore, di chi si sente solo, abbandonato”. (di Francesco Bianco)