Istituzioni

Regionali, i Cobas a Schifani: “Valorizzare il personale”

PALERMO – I sindacati tornano a chiedere la revisione del personale regionale.
In una nota le sigle Cobas/Codir sollecitano il governo Schifani ad un’immediata riclassificazione del personale e ad una successiva apertura dei concorsi pubblici per tutte le postazioni disponibili.
L’argomento dell’aggiornamento del personale in forze alla Regione è una delle emergenze della Sicilia, e il rinnovo dei contratti sia dei dipendenti che dei dirigenti regionali ha da sempre avuto un percorso impervio e molte sigle sindacali più volte hanno rimproverato all’ex governatore Musumeci (che in più di una sortita ha ammesso che molti dipendenti sono “fannulloni”) la mancata volontà di sedersi ad un tavolo di concertazione congiunto.

Nella passata legislatura si è scelta la strada più breve ma la meno risolutiva di assumere a tempo determinato, per tre anni, 300 laureati che devono prestare la propria professionalità e competenza all’amministrazione pubblica per una spesa totale di 81 milioni di euro.
I sindacati non ci stanno ed hanno chiesto quindi, al presidente Renato Schifani, all’assessore dell’Economia Marco Falcone e all’assessore della Funzione pubblica Andrea Messina, ma anche al governo regionale nella sua interezza, di inserire – non solo nell’ambito delle previsioni dei rinnovi dei contratti, ma anche nell’ambito del Programma da attuare con i fondi UE – la previsione di risorse per la valorizzazione del personale interno che – spiegano i sindacati in una nota – avrebbero un grande effetto moltiplicatore sulle prestazioni del personale già in servizio: risorse umane che, pur essendo in possesso dei titoli e della professionalità necessaria e pur svolgendo mansioni superiori da più di 30 anni anche di livello dirigenziale, non sono però inquadrate nelle posizioni giuridiche ed economiche corrispondenti e necessarie alla stessa Amministrazione e ai cittadini siciliani. Di fatto la situazione del personale regionale è in stallo da anni: i rinnovi dei contratti di lavoro sono in ritardo cronico, e l’amministrazione funziona a rilento a causa della mancanza dello snellimento delle procedure, nonché delle professionalità richieste. Serve infatti un piano del fabbisogno aggiornato, l’apertura dei concorsi, una razionalizzazione delle procedure che permetta un migliore rapporto cittadino/pubblica amministrazione. Concetti ribaditi più volte negli anni dal Quotidiano di Sicilia con il supporto di volta in volta degli assessori al ramo e dei rappresentanti dei sindacati di categoria.

Ma ad oggi l’obiettivo non è stato raggiunto nonostante la approvazione all’Ars di due leggi sulla riforma della pubblica amministrazione. Oltre alla riclassificazione del personale i sindacati avvertono che nel giro di un paio di anni, verrà ulteriormente dimezzata la dotazione del personale regionale già fortemente sotto organico: “10mila lavoratori che sono attualmente impiegati in circa 400 uffici e servizi presenti in tutta la Sicilia”.
“Rivendichiamo con forza il diritto a percorsi di crescita professionale dei dipendenti regionali cui vengono negati da più di trenta anni – conclude Cobas/Codir -legittimi percorsi di carriera e la conseguente necessità della riorganizzazione della macchina amministrativa facendo nuove assunzioni, anche per dare risposta a tanti giovani, potenziando con nuove leve la macchina amministrativa”.