Catania

Disagio giovanile, istituzioni catanesi in rete contro la dispersione

CATANIA – Il lavoro simbiotico di tutte le istituzioni per creare una comunità educante, che sappia rispondere al disagio giovanile e minorile. È stato questo il tema cardine del convegno, promosso dall’Università di Catania e dalle associazioni Libera e Cammino, tenutosi presso il dipartimento di scienze politiche e sociali (Dsps). A fare gli onori di casa Francesco Priolo, rettore dell’ateneo catanese e Pinella Di Gregorio, direttrice del Dsps.

Il primo, dopo aver ribadito il valore dell’evento che “si innesta in un percorso di lavoro comune”, ha riferito di un importante progetto portato avanti dall’istituzione da lui presieduta per il “recupero di giovani sottoposti a misure restrittive, i quali stanno facendo una parte di apprendistato all’Unict. Imparano che possono fare altro, che c’è un futuro diverso da seguire. Penso, ha aggiunto, a coloro i quali lavorano all’orto botanico, come giardinieri o come archivisti. Ho avuto modo di parlare con due di loro e percepivo l’orgoglio nel mostrarmi ciò che sapevano fare, i frutti del loro lavoro. L’obiettivo – ha concluso Priolo – è quello di cambiare il volto del territorio e della città. Noi saremo sempre presenti, a 360 gradi”.

Sul disagio giovanile e sulla vulnerabilità alla “narrazione criminale” si è espresso l’assessore regionale della Famiglia e delle politiche sociali, Antonio Scavone: “Questo è stato uno dei temi più significativi della mia esperienza di governo. Le restrizioni del Covid hanno reso tutto più difficile, ma abbiamo messo insieme iniziative finanziare e organizzative per colmare i vuoti esistenti. Dalla nomina di Giuseppe Vecchio quale garante per l’Infanzia e l’adolescenza, agli interventi nelle scuole per approfondire e superare le situazioni a rischio. C’è stata una pianificazione mai vista prima, 28 milioni di fondi Ue sono stati destinati alla realizzazione di 51 interventi in teatri, centri sportivi, parchi gioco inclusivi. Stiamo lavorando per recuperare 81 strutture abbandonate, per creare confronto e aggregazione. Elementi fondamentali per offrire un’alternativa ai giovani”.

Il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, ha riferito dell’esperienza e dei risultati raggiunti dall’Osservatorio contro la devianza minorile: “I dati su criminalità minorile e dispersione scolastica sono facce della stessa medaglia. Ci sono molti provvedimenti contro minori per reati gravi, si tratta di una degenerazione nazionale. Mancano i riferimenti, soprattutto se si vive in quartieri con modelli sbagliati. L’Osservatorio mira ad agire sulla prevenzione e a offrire valide alternative. Si portano a conoscenza dell’autorità giudiziaria minorile i casi a rischio, ma si coinvolgono anche i minori con l’aggregazione e con i progetti di rigenerazione urbana. Non è – prosegue – solo un lavoro di statistica, ma anche di interventi concreti. Ad esempio è previsto il coinvolgimento delle scuole, tramite l’apertura pomeridiana che può togliere i giovani dalla strada. Molte realtà, come Libera e Save the Children, hanno chiesto di partecipare al progetto nei vari quartieri, e fanno un eccellente lavoro”.

In conclusione il Prefetto ha citato due delle iniziative su cui sta lavorando l’Osservatorio: “Collaborando con l’Inps abbiamo previsto la sospensione del Reddito di Cittadinanza per le famiglie che non mandano i figli a scuola. Siamo passati da 40 a 700 segnalazioni di dispersione. A breve arriverà un protocollo con l’Asp, che coinvolgerà personale specializzato – a disposizione dell’autorità giudiziaria – per il sostegno dei ragazzi che affrontano procedimenti. All’indignazione preferiamo il fare”.