CATANIA – Rimane avvolta nella nebbia la situazione del Comune di Catania. Il dissesto confermato alla fine del 2018 continua ad avere ripercussioni sul buon andamento dell’amministrazione anche nel 2019 e non sono ancora stati risolti i dubbi a proposito del bilancio riequilibrato che, secondo legge, dovrebbe essere approvato entro il prossimo 8 maggio.
Il problema è che il bilancio, per essere considerato riequilibrato, ha bisogno di circa 49 milioni di euro. Soldi che l’amministrazione guidata da Salvo Pogliese non sa bene da dove prendere. “Non vogliamo fare macelleria sociale”, ha più volte dichiarato il sindaco di Catania, ma se i governi non si decidono a fare qualcosa di concreto che aiuti a cambiare la situazione, la macelleria sociale rimane l’unica freccia nell’arco di Catania. Diversi gli appelli al governo regionale e nazionale, ma se qualche anticipazione di cassa è arrivata da Palermo, neanche un centesimo è invece arrivato da Roma, dove in corso un braccio di ferro all’interno del Governo.
Proprio qualche giorno fa è stata stoppata in Consiglio dei ministri la cosiddetta norma “Salva Roma”, inserita all’interno del Decreto Crescita. La Lega si è opposta con ogni forza portando avanti il ragionamento che non esistono città di serie A e città di serie B, pertanto, se si decide di aiutare l’Urbe, si deve pensare a una strategia per tutti i Comuni in difficoltà, da Torino a Catania.
La partita comunque non è chiusa e a quanto pare dovrebbe esserci una nuova occasione quando il suddetto decreto passerà dal Parlamento per la sua conversione in legge dello Stato. Il Movimento cinque stelle ha già annunciato battaglia in difesa della capitale amministrata da una propria esponente, Virginia Raggi.
La vera possibilità per Catania di evitare tagli indiscriminati, a danno soprattutto delle categorie più deboli, e addirittura un nuovo dissesto anche per l’anno 2019, sta nelle richieste burocratiche avanzate dai sindaci metropolitani in un recentissimo incontro con la sottosegretaria all’economia Laura Castelli, i tecnici del Mef e della Ragioneria generale dello Stato.
Il sindaco Pogliese e il vicesindaco, nonché assessore al bilancio di Catania, Roberto Bonaccorsi, tra le altre cose, hanno chiesto una moratoria temporanea per il pagamento dei mutui con la Cassa depositi e prestiti, la loro rinegoziazione e l’anticipazione dei pagamenti ex dl 35/2013. A questo va aggiunto il sostegno all’accesso alla liquidità di tesoreria e la riforma delle norme del Tuel relative al dissesto. L’amministrazione catanese si è detta ottimista di ritorno da Roma. “Siamo fiduciosi, perché oltre alla concreta attenzione alle misure necessarie che abbiamo rappresentato, abbiamo apprezzato la condivisione dell’attuale oggettiva insostenibilità della situazione attuale delle nostre finanze comunali”, ha detto Pogliese.
Intanto i sindacati e finanche l’arcivescovo di Catania Salvatore Gristina, durante la messa pasquale, si dicono preoccupati per il futuro. L’allarme cresce di fronte al tempo che passa e al silenzio di Palazzo degli Elefanti per la stesura del documento finanziario. La crisi dalla città, inoltre, si somma a quella della città metropolitana che non ha ancora chiuso i bilanci 2017 e 2018. Ecco dunque l’appello a fare presto, prima che sia troppo tardi.