Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA): stati patologici complessi frequenti negli adolescenti e nei giovani adulti che, secondo quanto riportato dal Ministero della salute all’interno del proprio portale istituzionale, possono influire negativamente sullo sviluppo corporeo e sulla salute fisica e psicosociale comportando, a volte, gravi problemi medici, come nel caso della bulimia nervosa e dell’anoressia. Disturbi a carattere evolutivo, tra le più frequenti cause di disabilità nei paesi occidentali, al punto da essere inclusi tra le priorità relative alla tutela della salute mentale, in quanto problema di interesse pubblico (Ministero della Salute, 2013).
Una serie di disturbi, a cui si aggiungono le abbuffate compulsive, tornati alla ribalta a causa del complesso periodo pandemico: nel ventinovesimo rapporto ISTAT 2021 sullo stato delle famiglie italiane si parla infatti di disturbi alimentari, in particolare tra i piccoli, con la precisazione di un aumento fino al 40% della problematica nelle famiglie italiane.
Quali gli interventi terapeutici oggi maggiormente all’avanguardia e quali i professionisti coinvolti? Come supportare la famiglia nel non semplice percorso di diagnosi e cura? Si può e si deve parlare di collaborazione interprofessionale? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Paola Iacono, neuropsichiatra infantile e Direttore f.f. NPIA ASP Siracusa e con la dottoressa Rosalia Maria Sorce, responsabile UOSD di oftalmologia, ospedale di Lentini, provincia di Siracusa, nonché presidente dell’Associazione Italiana Donne Medico (Aidm) di Siracusa, organizzatore, insieme all’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Siracusa, del corso di formazione dal titolo “Bambini e donne davanti allo specchio” in programma, sempre a Siracusa, l’11 Giugno prossimo.
Dottoressa Iacono, alla luce dei disturbi del comportamento alimentare in crescita, in riferimento alle restrizioni imposte dalla pandemia, a suo avviso, quali sono le risorse del territorio a cui i pazienti e le famiglie possono rivolgersi oggi?
“Premettendo che i DNA insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto le donne, appare necessario fornire i giusti elementi di conoscenza per prevenire e curare tempestivamente i soggetti affetti e nel contempo indicare il miglior percorso ai caregivers.
Volendo schematizzare reputo fondamentale, in primo luogo, intervenire precocemente considerando che l’insorgenza di un DNA in età adolescenziale interferisce con un sano processo di crescita sia biologica che psicologica; in secondo luogo, stimolare la collaborazione tra le diverse figure professionali (pediatra, psichiatra, internista, dietista, psicologi e psicoterapeuti) per una diagnosi precoce, una presa in carico tempestiva all’interno di un percorso multidisciplinare; ancora, potenziare adeguate campagne di comunicazione digitale per sensibilizzare la popolazione sul tema, mi riferisco, per esempio alle azioni già messe in atto dal Ministero della Salute in occasione della giornata nazionale sul fiocchetto lilla, che ricorre il 15 Marzo di ogni anno. Infine, considero basilare fornire ai familiari gli strumenti intellettuali per poter leggere la complessità e la profondità della sofferenza che affligge i propri cari e supportarli durante il percorso che va dalla diagnosi alla terapia alla riabilitazione”.
Dottoressa Sorce, un impegno, quello della sensibilizzazione, di cui l’AIDM si occupa da anni, quale la vostra mission in riferimento all’obiettivo della salute per tutti?
“L’Associazione Italiana Donne Medico, in qualità di società scientifica dal profilo multidisciplinare e dalla struttura capillare sul territorio nazionale, si è sempre occupata della divulgazione delle conoscenze in tutti i settori della medicina e dello studio delle problematiche socio-sanitarie che riguardano la comunità e, in particolare, della salute delle donne e dei bambini, a ogni latitudine si presenti il problema, con un’uniformità di procedure che superi eventuali disorganizzazioni e ritardi a carattere provinciale o regionale che, di fatto, inficiano il raggiungimento di uno stato di salute ottimale – precisa Sorce – Siamo impegnati nella promozione dei valori etici ai più elevati standard per assicurare l’equità di genere. Medicina di genere significa parità di genere e parità di cura, obiettivo a cui mirare, a prescindere dal genere di appartenenza e dall’età del soggetto, variabili cruciali nei DNA. In particolare, attraverso il corso con sede a Siracusa, vogliamo creare un confronto tra le diverse figure professionali sulle più recenti informazioni scientifiche riguardo i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (DAN) al fine di implementare risposte assistenziali che facciano riferimento a un modello di cura multidimensionale e integrato”.
Un sistema a rete, capillare, che segua pazienti e familiari dalla diagnosi alla terapia al follow up, affinché i progressi terapeutici si consolidino, la prevenzione diventi prassi operativa e si rafforzi l’empowerment familiare e sociale, ovviamente “al di là del genere”.
Angela Ganci