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Trent’anni dall’omicidio di don Pino Puglisi, il ricordo della Lumsa

Di Don Pino Puglisi il prete di Brancaccio ucciso trent’anni fa dalla Mafia è noto il suo impegno contro la mafia. Ma è stato un impegno che è nato dalla conoscenza dei problemi sociali del quartiere e della città che Don Pino ha indagato con un’inchiesta sociale condotta negli Anni Novanta e che è tema di una delle giornate del convegno. Don Pino era infatti convinto che la disoccupazione, il disagio abitativo, le dipendenze, le difficoltà di accesso all’istruzione nonché la povertà educativa e culturale, le carenze delle infrastrutture e dei servizi di pubblica utilità fossero la causa della affermazione della cultura mafiosa e della diffusione del welfare illegale.

Di Padre Puglisi bisogna ricordare anche la capacità di denunciare le inadempienze e le inefficienze delle istituzioni nonché l’abilità di coinvolgere quanti volevano adoperarsi in prima persona in interventi di impegno civile. Era questa, per 3P, la via maestra per coniugare l’evangelizzazione con la promozione delle libertà sostanziali. Per far ciò, il parroco di San Gaetano ha costantemente cercato la partecipazione degli abitanti di Brancaccio, con la profonda convinzione che bisogna partire sempre dalla percezione dei bisogni che ha la gente e, da questa, far scaturire la proposta.

L’interesse verso le periferie

Negli anni ‘90, con il supporto delle Assistenti Sociali Missionarie e l’aiuto dei volontari del Centro Padre Nostro, effettua un’inchiesta sociale che è oggetto di discussione del Convegno e che è fonte preziosa di informazioni sulle condizioni di vita delle periferie e delle povertà che le affliggono. Il 68% delle persone di Brancaccio ascoltate da Don Pino denunciava la mancanza di servizi essenziali nel quartiere e veniva chiesto il potenziamento di quelli sportivi (50%); culturali (34%); scolastici (13,75%), ricreativi (11,25%) e sanitari (3,75%).

Questa ricerca è la base per un lavoro “sul campo” di impegno civile per individuare in profondità le cause delle sofferenze delle famiglie che vivono quei luoghi ai margini della società e di cui bisogna ascoltare le speranze e valorizzare le capacità progettuali. Nel solco di ricerche come queste, e memori del sacrificio di Don Puglisi e degli altri martiri della lotta alla mafia, l’Università Lumsa prosegue il suo impegno di istituzione accademica desiderosa di promuovere la crescita economica e sociale del territorio organizzando a Palermo, il 12 e 13 settembre 2023, due giornate di studio e di riflessione sulla figura del beato, ucciso trent’anni fa in odium fidei dalla mafia. L’evento ha il patrocinio dell’Arcidiocesi di Palermo, del Comune di Palermo, del Centro di accoglienza Padre Nostro, dell’Azione Cattolica, dell’Associazione Italiana di Sociologia e di Sociologia per la Persona.

Ciò, nella profonda convinzione che ognuno “deve fare qualcosa” e che vanno rifiutate le facili etichette e gli stereotipi che spiegano, soltanto superficialmente, i fenomeni complessi di città complicate come Palermo. È necessario, invece, sondare in profondità le cause che rendono, anzitutto, le persone delle vittime dell’ingiustizia sociale e da queste ripartire corresponsabilmente per il loro riscatto.