Politica

E siamo ancora qua…

E siamo ancora qua, e già, cantava Vasco decenni fa. Tanti quanti ne sono passati dagli alterni sodalizi di due gemelli eterozigoti, Cuffaro e Lombardo, come Castore e Polluce, così diversi, non solo geopoliticamente, ma così eguali nel codice genetico della politica.

Ieri davanti ad un bicchiere di vino, come nella tradizione greca, prodotto da Cuffaro dal nome evocativo, Euro, si sono accordati in un patto di difesa da Roma. Proprio Euno era lo schiavo ribelle che, imitando Spartaco, divenne per vent’anni il problema di Roma nell’isola. Non sono mai stati “romani” i due dioscuri siciliani, Totò e Raffaele, diffidavano della Circe di blandizie e tranelli della capitale. Lì vi inviavano i loro plenipotenziari, Saverio Romano e Giovanni Pistorio, a trattare con il potere del Tevere, ma loro tenevano ancorati i piedi e la testa nelle due Sicilie, loro feudi da prima che il Cavaliere di Arcore trent’anni fa, si è celebrato da poco l’anniversario, scendesse in campo. E subito dopo questo storico anniversario hanno deciso di rimettersi insieme, come i Graziani e Pulici del Toro, per vincere, o non perdere, lo scudetto della Politica isolana avendo di fronte la Juve, Fratelli d’Italia, e il Milan, Forza Italia.

Era necessaria una fusione fra due forze che alle elezioni hanno preso complessivamente quasi il 14%, per rappresentare l’isolanità nei confronti dei partiti nazionali. Ora bisogna vedere chi si candida alle europee, e dove, per questo non inedito fronte. Sulle altre cose siciliane, sotto il regno di Schifani, la divisione dei pani e dei pesci sarà più semplice. Lo vedete un vertice di maggioranza con presenti ed alleati Cuffaro e Lombardo? Non ci sarebbe trippa per gatti.

Il loro non è solo un patto di difesa delle loro autonomie locali, ma anche un patto generazionale, davanti l’avanzare dei giovani turchi, trent’anni e passa fa lo erano loro, della politica siciliana. È un monito degli ultimi dei Mohicani democristiani. Siamo ancora qua, e già.
Così è se vi pare.