ROMA – 173 anziani (65+) ogni 100 giovani (0-14): la fotografia scattata dall’Istat rinnova l’immagine di un paese, l’Italia, sempre più “silver”, e il dato è destinato a salire nei prossimi 20 anni, quando la quota di persone over 65 supererà il 29% (con un aumento di quasi 8 punti percentuali rispetto al 2016) e quella degli over 85 sarà oltre il 5%.
La novità è però che l’invecchiamento della popolazione, nel corso degli ultimi anni, è stato sempre più percepito come una risorsa, di pari passo con il diffondersi di quella che è stata ribattezzata la Silver Economy, ovvero l’insieme di servizi e di prodotti destinati alla platea degli over 50.
Questo almeno fino all’esplodere dell’emergenza Coronavirus. Secondo lo studio dell’Osservatorio Censis-Tendercapital su “La Silver Economy e le sue conseguenze nella società post Covid-19”, la pandemia avrebbe creato una frattura tra le generazioni: da una parte gli over 65, i più colpiti dal Covid-19, solidi economicamente, con vite appaganti e una riconosciuta utilità sociale, dall’altra i giovani, spesso disegnati come “gli untori”, gli asintomatici della movida che metterebbero a rischio le vite di genitori e nonni. Secondo lo studio, il 49,3% dei millennial (il 39,2% nel totale della popolazione) ritiene che nell’emergenza sia giusto che i giovani siano curati prima degli anziani, e il 35% dei giovani (il 26,9% nel totale della popolazione) sentono il proprio futuro messo a rischio dalla fetta di spesa pubblica dedicata agli anziani.
LA TERZA ETÀ CHE GENERA WELFARE
Eppure, come emerge dal Rapporto Censis-Tendercapital, i longevi sono motore della vita collettiva e anche oggi, nella fase post-Covid-19, gli anziani guardano al proprio futuro e a quello della propria famiglia con meno pessimismo e più fiducia degli altri: il 32,8% si dice ottimista, contro il 10,4% dei millennial e il 18,1% degli adulti. Analogamente, le persone anziane sono anche le più ottimiste sulle chance di ripresa dell’Italia (20,9%), mentre crolla in questo caso la fiducia dei più giovani (4,9%).
“La componente ‘silver’ della popolazione, proprio quella più colpita dalla pandemia, potrebbe essere anche una delle chiavi di volta per uscire dalla crisi economica e sociale che ne è scaturita, grazie all’elevata capacità di spesa, alla predisposizione a integrare il welfare familiare in funzione sussidiaria, laddove lo Stato e i servizi non arrivano o non sono sufficienti – dichiara Rossano Bartoli portavoce di Comitato testamento solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro. – Un ruolo importante hanno, in questo, i lasciti solidali perché con il diminuire delle risorse destinate al welfare, crescente è l’impatto che il Terzo Settore esercita sull’economia e sulla società italiana. In anni di crisi economica e di spending review, il Terzo Settore ha erogato servizi fondamentali per le persone a livello internazionale, nazionale e locale, e agito per la vita e la coesione sociale come attore integrativo dello Stato. Un modello di responsabilità e condivisione che si fa strada anche grazie ai lasciti solidali. Nella fase dell’emergenza Covid, questa tendenza si è rafforzata e confermata.”
Emblematica la vicenda del cavalier Paolo Pagi, residente a Milano ma originario di Codogno, città simbolo del dramma Covid-19, che prima di morire ha voluto fare un ultimo atto di generosità verso la sua città donando metà delle sue sostanze, circa 320mila, alla casa di riposo Fondazione Opere Rie Riunite. Come questa, molte altre storie di lasciti si sono registrate negli ultimi mesi, in favore di organizzazioni ed enti che si occupano di salute ma anche di infanzia, solidarietà internazionale, diritti umani, ambiente.
LASCITO SOLIDALE, UNA RISPOSTA AL BISOGNO DI WELFARE
Da un sondaggio su un campione di 700 notai – realizzato dal Comitato Testamento Solidale in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato – si evince che il trend è già in atto: sempre più italiani scelgono il testamento solidale o guardano a questa possibilità con interesse. In particolar modo, nella fascia over 55, quasi 1,5 milioni di persone è intenzionato concretamente ad inserire nelle ultime volontà un lascito solidale. A donare attraverso un lascito solidale sono soprattutto le donne, in oltre il 60% dei casi, quasi 2 Italiane su 3. In larga parte, il fenomeno riguarda donazioni di medie e piccole entità: in oltre il 50% dei casi, riportano i notai italiani, il valore del lascito è sotto i 20mila euro, mentre Il 25% ammonta a una cifra compresa tra i 20mila e i 50mila euro. Solo una piccola fetta dei lasciti effettuati, pari all’8,5%, va oltre i 100mila euro.
E la solidarietà potrebbe essere il collante che sanerà la frattura intergenerazionale: c’è ancora un ampio bacino di persone adulte da raggiungere, e c’è poi la grande sfida culturale che riguarda i più giovani. Un’indagine Doxa condotta per il Comitato Testamento Solidale ci dice che, nonostante il lascito solidale sia ancora poco conosciuto tra i più giovani, il 55-60% si definisce “curioso”, aperto e interessato a donare agli altri attraverso questo strumento, mentre il 25-30% è altruista, già deciso a fare un lascito nel futuro. Le premesse per un lavoro ancora ampio e articolato sono già tutte davanti a noi.
CREARE CULTURA DEL LASCITO: IL COMITATO TESTAMENTO SOLIDALE
Il Comitato Testamento Solidale, coordinamento di 22 tra le più importanti organizzazioni attive in Italia nel Terzo Settore – ActionAid, Ail, Aism, Associazione Luca Coscioni, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, Cbm, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia Fondazione Cenci Bolognetti, Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Mission Bambini, Progetto Arca, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma, Uici e Vidas – ha lo scopo di promuovere la cultura e i valori del lascito solidale in Italia.
Con l’obiettivo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla scelta di lasciare una traccia di sé anche dopo la morte, per sostenere una causa benefica e aiutare chi ne ha più bisogno, il Comitato Testamento Solidale ha lanciato la Campagna “Cosa vuoi fare da grande?”. Perché non è mai troppo tardi per fare nuovi progetti e pensare al futuro. Anche riflettendo concretamente sulla possibilità di fare qualcosa “di grande”, come un testamento solidale. Accedendo al sito www.testamentosolidale.org è possibile avere un’esaustiva panoramica sui progetti e le iniziative realizzate dalle associazioni non profit e scaricare la Guida ai lasciti solidali che offre informazioni ampie e dettagliate sull’argomento.