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Economia del mare: la Sicilia è avanti ma resta il gap col Settentrione

La Sicilia, nel 2023, è tra le regioni italiane che emergono per imprenditoria del mare con 28.807 aziende. Il primato spetta al Lazio con 34.851 unità, seguita dalla Campania (32.741), mentre a livello provinciale il primo posto spetta a Roma con 29.806 aziende, seguita da Napoli (22.943) e da Venezia 9.426 aziende. È quanto risulta da un’indagine del Centro Studi Tagliacarne sul XII Rapporto dell’Economia del mare realizzato insieme a Unioncamere, Ossermare, Informare, Camera di commercio Frosinone Latina e Blue Forum Italia Network. Il rapporto tratta della filiera costituita dai settori della pesca, turismo e servizi ricreativi connessi, logistica e i trasporti marini, nautica e cantieristica, attività di ricerca e formazione, estrazioni marine.

Prevale il comparto turistico

Come evidenziato dal rapporto stesso, a livello nazionale, un’impresa su due opera nel turismo, con 110.387 unità attive nel comparto dei servizi di alloggio e ristorazione, seguiti per numerosità da attività sportive e ricreative (34.246 imprese) e dalla filiera ittica (32.199 imprese), con un peso che si attesta, rispettivamente, al 15,0% ed al 14,1%. Supera il 12% il contributo della filiera cantieristica (28.171 imprese).

Il Sud delude in parte ma buone performances in Sicilia

Secondo l’indagine, il 49% delle imprese “blu” è concentrato nel meridione ma genera meno di un terzo del valore aggiunto prodotto dall’intera economia del mare a causa, probabilmente, della differente specializzazione produttiva, che nel Mezzogiorno è più elevata nel turismo dove la produttività appare complessivamente più bassa di altri settori “blu”, come la cantieristica e la logistica. E la Sicilia? Come già detto poc’anzi è tra le regioni italiane con il maggior numero d’imprese e se andiamo a guardare la graduatoria dell’indagine, relativa al 2023, per incidenza delle aziende “blu” sul totale dell’economia locale, la nostra terra in realtà non è messa male: infatti raggiunge il terzo posto con il 6,1%, preceduta dalla Liguria (10,6%) e dalla Sardegna (7,3%). In fondo alla classifica si trova la Val d’Aosta (ovviamente, perché non è bagnata dal mare) con lo 0,3%. Andremo adesso ad analizzare comunque la situazione, a livello provinciale e imprenditoriale giovanile e femminile riguardo ai valori assoluti e all’incidenza in percentuale sul totale dell’economia locale.

Meglio a Trapani e Messina

L’economia del mare a livello provinciale, vede la Sicilia quasi per intero nella parte sinistra della graduatoria. Nella nostra Isola, a primeggiare per incidenza in percentuale sul totale dell’economia locale sono le province di Trapani (8,8%) e Messina (8,1%) mentre in valori assoluti il numero d’imprese si attesta rispettivamente a 4.151 e 5.093. Palermo conta 6.729 imprese e un’incidenza in percentuale sul totale dell’economia locale del 6,6%, a Catania si trovano 5.051 aziende (4,8%), Siracusa vede la presenza di 2.847 imprese “blu” e una percentuale del 7,3%. Agrigento conta 2.269 aziende (5,6%), mentre a Ragusa si trovano 2.121 imprese (5,7%). Agli ultimi posti, sempre tra le province siciliane, troviamo Caltanissetta con 488 imprese “blu” (2,0%) ed Enna (che però, ricordiamo non ha sbocco a mare) con 59 aziende (0,4%). A livello nazionale, purtroppo arrivano le note dolenti: se consideriamo infatti l’incidenza delle imprese della Blue economy sul totale del tessuto imprenditoriale provinciale, tra le prime dieci non ci sono province siciliane; anzi, ad eccezione di Sassari, sono tutte del Centro-Nord con in testa La Spezia (16,6%), Rimini (13,8%), Livorno (13,6%).

Bene le aziende giovanili

Sul fronte delle imprese giovanili, quasi tutte le province siciliane fanno registrare alte percentuali d’incidenza in percentuale delle imprese “blu” sull’economia locale compresa Enna, che ricordiamo di nuovo, non è bagnata dal mare: il suo territorio ha sette aziende ma con un’incidenza del 12,2%. Le percentuali sono alte anche ad Agrigento (12,6%) e 285 imprese, a Palermo e Trapani dove si registra una percentuale del 12,0% mentre le imprese giovanili “blu” sono rispettivamente 805 e 497 e a Siracusa (10,4%) e 295 aziende. Ma la percentuale più alta tra le province siciliane si registra a Caltanissetta dove le imprese giovanili “blu” (65) raggiungono la percentuale del 13,4% di incidenza sul totale dell’economia locale. A Ragusa le aziende sono 203 (9,6%) e a Messina si trovano 388 aziende giovanili “blu” (7,6%). All’interno del panorama nazionale il maggior numero di aziende gestite da giovani si trova a Napoli con 2.701 imprese, seguita al secondo posto da Roma (2.388) – che da sole concentrano circa un quarto del totale delle imprese giovanili del mare del Paese – e al terzo da Salerno (1.034). Le più alte incidenze sull’economia locale invece si registrano a Ferrara, (16,8%), altra sorpresa, ad Aosta (15,2%) e a Crotone (14,4%).

Alte percentuali anche per le imprese femminili

Notizie ancora migliori arrivano relativamente alle imprese “blu” femminili: Palermo conta 1.624 aziende con un’incidenza percentuale sull’economia locale del 24,1%, mentre a Catania sono 1.181 (23,4%). A Messina se ne trovano 1.212 (23,8%) e a Siracusa sono 709 (24,9%). Agrigento vede la presenza di 557 imprese “blu” femminili (24,6%), Ragusa ne conta 507 (23,9%), Caltanissetta ne annovera 106 (21,7%) e ad Enna sono sette (11,8%). A Trapani si trovano 1.038 imprese “blu” femminili con un’incidenza in percentuale sull’economia locale del 25,0%, la più alta in Sicilia. A livello nazionale Roma è in testa alla classifica provinciale per presenza di queste imprese con 6.883 unità, seguita da Napoli (5.218) e Salerno (2.256). Le più alte percentuali d’incidenza sull’economia locale le troviamo a Rovigo (33,9%), La Spezia (28,9%), Salerno (27,7%).

Roberto Pelos