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Renato Schifani, chi è il nuovo governatore della Sicilia: età, carriera politica, moglie

È Renato Schifani il nuovo governatore della Regione Siciliana. Il candidato della coalizione di Centrodestra, sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Democrazia Cristiana e Popolari e Autonomisti, ha vinto la tornata elettorale del 25 settembre.

Lo spoglio partito alle 14 di lunedì 26 settembre ha confermato gli exit-poll delle scorse ore che davano l’ex presidente del Senato ampiamente in vantaggio sul suo diretto inseguitore Cateno De Luca.

Renato Schifani diventa così il successore di Nello Musumeci, il quale aveva annunciato le dimissioni dalla carica lo scorso 4 agosto.

La Laurea in Giurisprudenza e le nozze con Franca

Nato a Palermo l’11 maggio 1950, Renato Schifani cresce in una famiglia originaria di Chiusa Sclafani e consegue la laurea in Giurisprudenza ottenendo il massimo dei voti. In seguito, il giovane Schifani trova lavoro come impiegato al Banco di Sicilia.

Nel 1975 sposa la moglie Franca, con la quale ha avuto due figli. Si tratta di Roberto, avvocato, e Andrea, studente universitario. L’anno seguente Schifani ottiene l’abilitazione come avvocato.

L’ingresso in Forza Italia di Schifani

In origine iscritto al partito della Democrazia Cristiana, confluisce nella neonata Forza Italia di Silvio Berlusconi nel 1995 e diventa responsabile regionale dei dipendenti di partito. In occasione delle elezioni Politiche del 1996, Schifani è eletto al Senato della Repubblica nel collegio uninominale di Altofonte-Corleone (Palermo).

Durante il Governo Prodi I è capogruppo di Forza Italia nella commissione Affari costituzionali di palazzo Madama e fa parte anche della Commissione bicamerale per le riforme.

La stabilizzazione del 41 bis

Si presenta nuovamente all’appuntamento elettorale nazionale nel 2001, venendo eletto capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama. Nel corso della XIV legislatura si spende a favore della stabilizzazione del 41 bis che ha determinato il “carcere duro” nei confronti dei soggetti che si sono macchiati dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso.

È suo il famoso “lodo Schifani” che concede alle cinque più alte cariche dello Stato di vedere sospesi i processi in corso. Nel 2006 è eletto nuovamente come senatore sempre tra le fila di Forza Italia per poi essere ancora una volta capogruppo degli azzurri.

L’elezione come presidente del Senato

Nella XV legislatura diviene membro della Commissione Territorio e Ambiente. Nel 2008 è eletto per la quarta volta in Sicilia con il Popolo della Libertà (partito nato dall’unione di Forza Italia e Alleanza Nazionale) e il 29 aprile dello stesso anno viene nominato presidente del Senato al primo scrutinio con 178 voti.

Conquista una sua quinta elezione in Parlamento in occasione delle Politiche del 2013, con la rielezione al Senato della Repubblica. Il 16 marzo perde il ballottaggio con Pietro Grasso per ricoprire la presidenza del Senato e tre giorni dopo viene eletto capogruppo del PdL nella stessa Aula.

La “fuga” dal PdL e il ritorno da Berlusconi

Ricoprirà il ruolo soltanto fino al 15 novembre dello stesso anno, quando deciderà di dimettersi in occasione dello sfaldamento interno al PdL. Decide così di passare al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.

Un “matrimonio” che si mantiene integro fino al 19 luglio 2016, quando viene sancita la rottura con Alfano e il successivo ritorno in Forza Italia. Renato Schifani è inoltre uno dei firmatari per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari.

La vittoria alle Regionali 2022

Il 12 agosto 2022, a 72 anni, il suo nome è tirato in ballo da Silvio Berlusconi come quello in grado di mettere d’accordo tutte le anime del Centrodestra in vista delle imminenti elezioni Regionali.