Clima sempre più incandescente nel centrodestra sulla Sicilia, in vista delle comunali di Palermo e delle regionali d’autunno. Stavolta ad accendere le polveri ci pensa Giorgia Meloni, che torna a chiedere ”chiarezza e lealtà” ai suoi alleati 24 ore dopo la proposta lanciata da Matteo Salvini di una lista ‘Prima l’Italia’, primo esperimento isolano di una federazione con prospettiva nazionale tra Lega-Fi e centristi. Progetto accolto con maggior freddezza proprio da Fratelli d’Italia e considerato dai più una mossa precisa per contrastare ‘l’ascesa’ del partito meloniano, accreditato dagli ultimi sondaggi oltre il 20% e, quindi, in grado di scardinare la leadership di Salvini.
”La domanda a cui, con tutta franchezza, non so rispondere oggi, è se per Lega e Forza Italia sia prioritario far vincere il centrodestra o mettere un freno a Fratelli d’Italia…”, sbotta la Meloni, che non ci sta a fare la parte della Cenerentola e ne approfitta per ribadire il suo sostegno al governatore siciliano uscente Nello Musumeci, sapendo benissimo che si tratta di un nome divisivo per Forza Italia (non è gradito ai fedelissimi di Gianfranco Miccichè) che non fa certo fare i salti di gioia a via Bellerio, che preferisce puntare su Nino Minardo.
”Ancora aspetto di capire -avverte l’ex ministro della Gioventù – il pensiero di Lega e Fi sulla ricandidatura di Musumeci, visto che mi pare che gli uscenti sono di solito ricandidati se non ci sono ragioni contrarie…”. Ancora arrabbiata per lo stop a Montecitorio della riforma presidenzialista a causa del ‘fuoco amico’ (”se non siamo uniti nemmeno sulle battaglie storiche del centrodestra, obiettivamente c’è un problema”) e indispettita dall’elogio di Salvini fatto dal Cav alla festa di Villa Gernetto (”Non mi sarei aspettata quella frase su Matteo unico vero leader, e poi i leader non si decidono a tavolino, li decidono gli italiani…”), Meloni va giù duro: ”Lo stato di salute della coalizione non è ottimo, è chiaro nei fatti. Siamo sempre stati leali e chiari, ora sono io che chiedo chiarezza agli altri. Sulle amministrative siamo disponibili a valutare le situazioni ma non sempre viene lo stesso dagli altri…”.
“La lista ‘Prima l’Italia? Non è un progetto rivolto a Fratelli d’Italia”, rincara la dose Carolina Varchi, la deputata nazionale di Fratelli d’Italia candidata a sindaco di Palermo, altra partita tutta aperta, legata a doppio filo a quella della Regione. Oggi Salvini tace sulle vicende siciliane, si fa sentire, invece, Giovanni Toti, che frena sulla federazione immaginata dal segretario del Carroccio e rilancia il ”partito unico”: ”Prima l’Italia è un titolo. Poi, immagino, ci sarà un prologo e una narrazione. Per adesso non abbiamo letto nemmeno il soffietto del libro…”.
Anche Gianfranco Rotondi è scettico: ”L’idea di una lista unitaria mi sembra intelligente. Se però fosse realizzata senza la Meloni, o addirittura contro di lei, diverrebbe solo un’astuzia. Un conto è pensare un partito unitario del centrodestra, come ha fatto il Pd a sinistra. Altro discorso è mettere insieme tutti per superare la lista della Meloni…”. Confermato per venerdì il vertice tra i big siciliani di Fi, a cominciare da Miccichè, presente la senatrice Licia Ronzulli, fedelissima di Arcore, per provare a ricompattare un partito sempre più a rischio implosione.