L’uscente Bolognari alla ricerca della conferma
Mario Bolognari sindaco uscente ha una lunga esperienza politica nel Pd e per tre mandati è stato sindaco della cittadina ionica. La lista che lo sostiene è “Noi Taormina”.
Continuerà nel solco dell’azione amministrativa portata avanti finora o cambierà qualcosa?
“Mi soro ricandidato per continuare un lavoro che è stato fortemente condizionato dai due anni di pandemia e da una gravissima crisi economica conseguente. tutto quello che abbiamo messo in cantiere, in particolare con l’intercettazione di fondi sul Pnrr e della programmazione europea 2021/2027 naturalmente sono la continuità e allo stesso tempo sono l’inizio di un cambiamento, perché nel mercato turistico internazionale, fortemente cambiato in numeri ma anche in qualità, occorre seguire le innovazioni. Per un verso si tratterà di continuare un percorso, per altri di avere un nuovo approccio”.
Quali sono i punti di forza del suo programma
“Sono questi 40 milioni di euro che abbiamo avuto assegnati non come Taormina ma come insieme di Comuni nella programmazione dei Fondi europei, che dovremo destinare a delle infrastrutture che portino a un turismo sostenibile. Siamo 19 Comuni dell’area etnea e della zona ionica messinese intorno all’Alcantara destinatari di questi fondi: dobbiamo decidere come sfruttarli e l’obiettivo è appunto quello del turismo sostenibile. Abbiamo due punti di forte attrazione che sono Taormina centro e Naxos, che vanno in qualche modo alleggeriti dall’eccessiva pressione dei turisti e visitatori giornalieri. Non si possono accogliere tutti quindi nel tempo si devono trovare delle alternative che possano distribuire meglio il flusso turistico, anche nel corso dell’intero anno con un incremento invernale e alleggerimento nel periodo estivo. Rischiamo di morire di eccesso di presenze”.
Com’è la situazione dal punto di vista finanziario?
“L’abbiamo in qualche modo definita perché abbiamo dichiarato il dissesto già nel 2021, approvato il bilancio stabilmente riequilibrato da parte del ministero dell’Interno a dicembre 2022 ed entro il 4 maggio abbiamo approvato il Bilancio di previsione 2023. Abbiamo un bilancio annuale perfettamente in equilibrio. L’indebitamento passato, che ha determinato la dichiarazione di dissesto, segue una via parallela con il pagamento, già iniziato, dei debiti del passato che sono circa 80 milioni di euro. Un percorso già definito, ma naturalmente bisognerà seguirlo e collaborare con la Commissione ministeriale che si occupa di questa parte dando la disponibilità delle somme per pagare l’indebitamento, nel corso di alcuni anni”.
Quali solo le emergenze devono che essere affrontate nell’immediato?
“La priorità è portare alla normalità l’Amministrazione. Per esempio le piccole manutenzioni, dalla buca alla fognatura al guasto dell’acquedotto. Queste piccole cose sono mancate proprio per colpa del dissesto finanziario, adesso bisogna programmarle con un piano”.
Quali obiettivi a lungo termine si pone per Taormina?
“Ci sono circa 15 milioni di finanziamenti che abbiamo ottenuto già sul Pnrr per una scuola, due asili nido, per consolidamenti di costoni rocciosi e strade da sistemare. Un’altra opera che non è nostra ma per la quale ci siamo battuti molto è lo spostamento a monte della ferrovia Messina-Catania, che a Taormina attraversa tutto il comune in galleria e quindi avremo un cantiere per sette anni e la realizzazione di due stazioni, una a Sud nella frazione di Trappitello e l’altra a Nord in contrada Sant’Antonio, molto vicino al casello dell’autostrada. Significa che un turista arriva all’ aeroporto di Catania e a piedi prende il treno e arriva nel centro storico di Taormina senza cambiare mezzo in 35 minuti”.
Cateno De Luca, deputato Ars, è stato sindaco di Fiumedinisi, di Santa Teresa Riva e Messina. Leader di Sicilia Vera, ha iniziato la scalata ai palazzi romani alle ultime politiche con il movimento Sud chiama Nord. La lista che lo sostiene è “De Luca il sindaco”.
Quali sono le azioni prioritarie che metterebbe in campo se venisse eletto?
“La riorganizzazione del Palazzo municipale: la prima delibera che si farà sarà quella di riorganizzare uffici e servizi, la seconda per la riorganizzazione delle partecipate municipali, la terza sulla revisione del servizio di raccolta dei rifiuti. Quarto punto, un riaccertamento economico-finanziario per capire qual è la reale situazione”.
È così critica la situazione di Taormina?
“Non è critica, è inclassificabile. Nessuno sa niente, sono sabbie mobili e la cosa grave è che anche i documenti contabili non corrispondono alla reale gestione del patrimonio. Un Comune come Taormina, con oltre un milione di presenze turistiche l’anno, non può dissestare, è un assurdo”.
Non tutte le risorse prodotte dal turismo però vanno sul territorio, c’è anche una gestione regionale…
“Gestiscono le lobby palermitane. Per il teatro e gli spettacoli ci sono i circuiti regionali. La Fondazione che cos’è? La lobby fatta strumento. Fondazione per la quale il Comune di Taormina non ha conferito il bene previsto dall’atto costitutivo, quindi è farlocca. Un’altra delle cose che farò è uscire dalla Fondazione”.
Queste sue posizioni non pensa spingano sempre di più a un ricompattamento per batterla?
“La casta politica contro di me, il popolo con me. Nonostante ci sia uno zoccolo duro di taorminesi che ragionano con la mentalità del nobile in decadenza ci si sta rendendo conto che non conviene a nessuno avere una città che non riesce più a garantire i servizi elementari. Bisogna pensare di più a chi vive Taormina dodici mesi l’anno”.
I punti di forza del suo programma quali sono?
“Autorevolezza e autorità del Palazzo municipale, non del sindaco. È necessario che tutte le componenti siano un esempio per le altre. Se sei autorevole riesci a fare capire che le regole valgono per tutti e che la musica è cambiata”.
Quali sono gli obiettivi a lungo termine per la città?
“La conquista della certificazione della qualità urbana e di vivibilità che dia dignità al brand Taormina. Per esempio, bandiera blu per le spiagge, quindi strategia per i servizi balneari che è mancata sempre. Non c’è il depuratore a norma, la rete fognaria è scadente, la raccolta dei rifiuti non funziona. I servizi sono fondamentali, dopo di che bisogna intervenire sul patrimonio: non c’è una struttura pubblica a norma, né impianti sportivi né scuole, la maggior parte sono chiuse. Parliamo di un comune dove la rendita immobiliare è una delle più elevate d’Europa. Lavoreremo su una cittadella dei servizi scolastici e sugli impianti sportivi. Il brand Taormina ha una valenza incredibile. Poi l’infrastruttura madre è il collegamento da Trappitello a Taormina: passare nello stesso comune attraverso l’autostrada per fare tre chilometri è complicato”.
Sul turismo?
“Non c’è, a Taormina, nessuna strategia turistica. Manca anche la carta servizi che si fa tra associazione di albergatori e Comune. Il turista non ha un quadro d’insieme per poter decidere come utilizzare il suo tempo. Dobbiamo partire dall’abc e offrire servizi all’altezza del brand. La destagionalizzazione è uno dei nostri principali obiettivi”.
Alessandro De Leo, deputato regionale di Sud chiama Nord, è un candidato sindaco che potremmo definire “anomalo”, perché sostiene Cateno De Luca. Questa almeno la strategia della “lista civetta” “Una marcia in più”
Perché ha accettato di candidarsi?
“Avevamo diversi candidati, inizialmente. Alcuni sono fuoriusciti dalla mia lista perché non abbiamo accettato i veti posti. La mia lista è composta da uomini e donne che condividono il nostro progetto. Come deputato regionale di Sud chiama Nord mi sono messo a disposizione. Non ci sono le coalizioni, quindi abbiamo costruito una lista che è funzionale all’elezione di Cateno De Luca”.
Secondo il vostro progetto, su cosa si dovrà lavorare in modo particolare?
“È noto che c’è un Comune in dissesto, quindi c’è la necessità di riequilibrare la situazione finanziaria. Veniamo da un’esperienza importante, quella di Messina, dove abbiamo vissuto più o meno la stessa cosa. Vogliamo portare una cultura del buon governo anche a Taormina”.
Le sue dimissioni e quelle di De Luca dal Consiglio comunale di Messina sono arrivate con una tempistica che ha ritardato, non essendoci più una maggioranza, l’elezione dell’Ufficio di presidenza. Qualcuno parla di strategia legata alla competizione elettorale…
“Assolutamente no. Avevo già annunciato che mi sarei dimesso e l’ho fatto il 19 maggio dopo avere tentato, nei giorni precedenti, di trovare una quadra con la maggioranza, ma non ci sono state le condizioni. Mi sono dimesso comunque nei tempi utili per eleggere l’Ufficio di presidenza. Nessuna strategia, se no mi sarei dimesso il 26 o il 27”.
Questa crisi vi indebolisce?
“Non credo. Sud chiama Nord sta crescendo e tentano di ostacolarci, di bloccare il nostro percorso. Persino FdI appoggia il sindaco del Pd Bolognari, tutto pur di fermare l’autonomista De Luca”.
Antonio D’Aveni, ex Udc, consigliere comunale per 16 anni a Palazzo dei Giurati, si presenta con la lista civica “Orgoglio Taormina”.
Quali sono le azioni prioritarie che metterebbe in campo se fosse eletto?
“La normalizzazione della città. Le attività che rendono vivibile la città, sistemare le strade, le aiuole, le ringhiere, questo avviene dando alla municipalizzata l’affidamento di manutenzione e verde, quindi ci si slega dal bilancio comunale e si può agire immediatamente. Poi va sistemata la macchina burocratica, perché è scoordinata e i dipendenti demotivati. Si deve intervenire sulla viabilità e vivibilità delle frazioni. Va dato più spazio alla partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa con un consiglio comunale aperto e una presenza del sindaco costante anche nelle frazioni”.
I punti di forza del suo programma quali sono?
“Fare in modo che si rispettino le regole e si organizzi in maniera più efficiente la raccolta dei rifiuti, anche rivedendo il Piano Aro. Il sistema è inceppato. Il servizio con un bando di 7 milioni l’anno è carente e lascia molte parti del territorio scoperte. Molti interventi previsti nel Piano Aro poi non vengono effettuati e quindi si potrebbero fare pagare delle penali”.
Quali sono gli obiettivi che si pone?
“A medio termine prevediamo il completamento del Prg, adesso Pug. Va regolato il commercio e riammodernato il sistema fognario. A lungo termine abbiamo previsto con progettazione e cantierizzazione il parcheggio con cremagliera che sale a piazza 9 aprile e un impianto di biogas per smaltire i rifiuti da fare nel comprensorio in accordo con i Comuni vicini. Altro progetto è quello che prevede la divisione delle acque bianche dai reflui e l’intervento sul lungomare di Mazzeo. Tutte opere che si potrebbero fare con i fondi del Pnrr”.