CATANIA – Anno nuovo, nuove speranze per i tantissimi che in città sono in attesa di un alloggio popolare o, comunque, sono in grandissima difficoltà. La mancata consegna, anche per il 2019, dei 96 alloggi dell’ex Palazzo di cemento di Librino, ha riacceso i riflettori sulla grave carenza di edilizia pubblica, di fronte a migliaia di richieste inevase. Ad aver richiamato alle proprie responsabilità l’amministrazione, è stato il Sunia di Catania che ha lanciato ancora una volta il grido di aiuto per fronteggiare la fame di alloggi, denunciato l’attesa infinita per il completamento dell’iter, iniziato nel lontano 2011 con lo sgombero dell’edificio di viale Moncada 3 dall’allora amministrazione guidata da Raffaele Stancanelli.
Il sindacato degli inquilini segnala infatti di “non avere ricevuto ancora alcuna notizia a proposito dei 96 alloggi, nonostante gli impegni assunti dall’amministrazione comunale. Ad oggi, non è stato consegnato alcun alloggio, nonostante gli annunci, e purtroppo non abbiamo alcuna notizia circa il completamento dei lavori e la definitiva consegna. Tutto ciò ci appare come la punta dell’iceberg del disinteresse comunale a proposito del disagio abitativo che a Catania stritola migliaia di cittadini”.
Mancate risposte che rendono ancora più grave l’emergenza abitativa in città: sono circa 5 mila, infatti, le famiglie che hanno fatto richiesta per una casa popolare e sono in graduatoria. Di queste, secondo i dati del Sunia, ben 3 mila hanno subito negli ultimi due anni uno sfratto. “Continuano ad attendere risposte – continua Milazzo – e ancora una volta dovranno rinviare all’anno nuovo la speranza di ottenere il dono tanto atteso: una casa dove trovare riparo”.
E se, sulla questione dell’edificio di Viale Moncada 3, così come quella relativa alle cosiddette “Torri” sempre nel quartiere di Librino, le cose non sembrano accelerare, l’Agenzia sociale per la casa, attivata circa otto mesi fa, sta ottenendo i primi frutti per quel che riguarda il percorso di inclusione sociale e il servizio di presa in carico di utenti con difficoltà economiche e, dunque, abitative. Come spiega l’assessore ai servizi sociali del Comune di Catania, Giuseppe Lombardo.
“A oggi, abbiamo già preso in carico circa cento persone – afferma, evidenziando anche le altre mosse dell’amministrazione per mitigare il disagio. Abbiamo completato il percorso ‘housing first’ – prosegue – e quello relativo agli alloggi a bassa transizione, alloggi sperimentali che costituiscono una prima risposta all’emergenza”.
In ogni caso, recentemente e proprio in risposta al Sunia, l’amministrazione ha poi confermato come i fondi destinati alla questione casa siano al sicuro. “In riferimento alle problematiche derivanti dalla dichiarazione di dissesto si precisa che i fondi del Pon Metro sono a destinazione vincolata e pertanto non rischiano di essere intaccati dalle procedure”.