Palermo

VIDEO | Emergenza abitativa a Palermo, famiglie sul piede di guerra dopo gli sgomberi

Hanno manifestato davanti palazzo Comitini, sede provvisoria del Comune di Palermo, i sindacati e le associazioni coinvolte nell’emergenza abitativa a Palermo, a causa delle ordinanze di sgombero che il Governo Meloni sta emettendo verso gli occupanti dei beni confiscati alla mafia.

Nello specifico parliamo di quello di Corso Pisani che, prima dell’occupazione da parte di alcune famiglie, era in stato di abbandono. Addirittura le famiglie per occupare questi beni non hanno nemmeno dovuto forzare le porte perché erano già aperte, così come le finestre.

Emergenza abitativa “atavica” a Palermo, la voce dei sindacati

“Da un anno a questa parte continuano a essere inviate ordinanze di sgombero nei confronti di famiglie che occupano per necessità degli immobili abbandonati dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia – ha dichiarato Gabriele Rizzo, sindacalista di Asia Usb – Ormai l’emergenza abitativa è atavica in questa città, le liste delle case popolari non scorrono, quindi siamo in una situazione in cui non solo non vengono assegnate le case popolari alle famiglie che ne hanno tutto il diritto, ma vengono sgomberate anche queste case occupate da persone che dopo 10-12 anni di iscrizioni in graduatoria decidono di prendersi le abitazioni con le proprie mani dato che lo Stato non provvede. Parliamo di circa 30 – 40 famiglie in corso Pisani, almeno un’altra quarantina all’Uditore, parliamo di altri singoli che sono Partanna e in tutta la città. Purtroppo l’agenzia nazionale per i beni confiscati è interessata a recuperare i propri ‘cespiti’ come se fossero degli asset aziendali, ma noi pensiamo che sull’emergenza sociale non ci possa essere nessuna speculazione”.

Le alternative che mancano

“Le alternative offerte sono fallaci, nel senso che attualmente l’unica misura che il Comune di Palermo attiva nei casi di emergenza abitativa sono i progetti dell’agenzia per l’inclusione grazie ai quali alle famiglie viene pagato un anno di affitto, ma la casa se la devono cercare loro e i proprietari chiedono delle garanzie che non sia il contributo del Comune – precisa ancora il sindacalista di Asia – Inoltre viene proposto di dividere il nucleo familiare per cui madri e figli vanno in una casa famiglia e il padre in dormitorio, ma neanche questa è una soluzione praticabile. Non sappiamo perché stiano recuperando questi immobili, non siamo a conoscenza di nessun progetto su questi immobili, sappiamo però che oltre la metà dei beni gestiti dall’agenzia nazionale dei beni confiscati sono abbandonati, quindi riteniamo che non ci sia altra soluzione della sanatoria e se ciò non è possibile allora è necessario procedere con le assegnazioni delle case popolari”.

“La legge 176 del 1991 prevede e obbliga gli Stati a fare in modo che ogni bambino abbia la sua residenzialità, la sua casa e i suoi spazi, ma non è una norma sanzionatoria. Di base, però, nessuno opererebbe uno sfratto se non fosse sicuro di poterlo fare. La domanda che io invece mi pongo è se si sia tenuto conto della presenza dei minori all’interno delle abitazioni da cui queste persone sono state sfrattate” chiosa Giovanna Perricone, Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Palermo.

L’assessore Tirrito: “Persone al centro”

“C’è stata una grande collaborazione con l’Agenzia dei beni confiscati alla mafia, infatti, molte case sono state rese disponibili per il Comune e il processo di assegnazione è andato molto più velocemente – ha riferito Antonella Tirrito, assessore comunale per l’Emergenza abitativa e l’educazione – Adesso i sopralluoghi vengono fatti in maniera congiunta dal patrimonio e dai servizi sociali, ciò ci dà la possibilità anche di ipotizzare delle assegnazioni di case anche se ci sono delle piccole ristrutturazioni da fare perché magari sappiamo che all’interno della famiglia a cui andrà l’alloggio ci sono delle maestranze e quindi con la possibilità anche di un auto-recupero”.

“In atto ci sono anche stati degli esempi di grande collaborazione come in via Riccardo Valentini in cui c’è stata una grande collaborazione con la prefettura sia con l’agenzia, è in atto anche un processo che cercherà di ipotizzare delle logiche anche di sanatoria di questi alloggi e si sta mettendo in campo un processo che è nuovo, pensato nell’ottica della programmazione, che spero porterà a sistemare determinate situazioni per regolarizzare le persone – ha precisato ancora l’assessore Tirrito –. È chiaro che sarà mia cura mettere al centro il bisogno delle persone, il diritto abitativo dei bambini e delle persone fragili e delle persone in genere, qui non c’è voglia di dare delle risposte certe a queste persone, io tante volte ho parlato con loro e c’è massima comprensione ed ascolto. In Corso Pisani parliamo di un bene dell’Agenzia dei beni confiscati, per cui è in atto una richiesta di riconsegna alla stessa ma non c’è programmato in maniera immediata lo sgombero. Il Comune con i servizi sociali e con tutti i servizi interessati si prenderà cura delle persone fragili e i bambini, in questo quando il bene non è del comune lo stesso interviene a favore della salvaguardia dei minori”.