Una legge quadro regionale dell’abitare che affronti la complessa materia e che preveda anzitutto un Osservatorio in grado di monitorare il settore in tutti i suoi molteplici aspetti; un assessorato regionale alla casa e a livello locale, agenzie sociali per la casa, vere e proprie cabine di regia e coordinamento tra soggetti pubblici, sindacati e organizzazioni del terzo settore. Sono alcune delle richieste, formulate all’interno del “Manifesto” redatto dal Forum dell’abitare, che coinvolge organizzazioni e sindacati siciliani con lo scopo di sopperire ai problemi dell’emergenza abitativa in Sicilia.
Fanno parte del Forum: Cgil, Sunia, Federcomsumatori, Arci, Legambiente, Comunità di Sant’Egidio, Auser e Udu e chiedono al governo regionale anche altri interventi: strumenti finanziari di sostegno economico agli sfrattati a reddito medio-basso, programmi di riqualificazione urbana e degli edifici di edilizia residenziale pubblica con l’obiettivo sociale di garantire il diritto all’abitare e la qualità dell’abitare. Altre richieste sono: il riutilizzo ai fini abitativi dell’ingente patrimonio pubblico dismesso con la creazione di un’apposita banca dati e la destinazione a scopo abitativo dei beni confiscati alla mafia. Di questi ultimi sono già nelle disponibilità degli Enti locali siciliani quasi 3 mila.
Il Forum chiede anche l’ampliamento dei posti letto e degli alloggi per gli studenti (oggi la disponibilità per i fuorisede copre poco più del 5%) e la garanzia del diritto alla casa per tutti i soggetti a rischio di esclusione sociale. Secondo il Forum occorre anche sostenere le politiche regionali con politiche nazionali, rifinanziando ad esempio il fondo di sostegno agli affitti e varando una legge nazionale per un piano straordinario per la casa con al centro il recupero del patrimonio pubblico dismesso e delle case popolari.
Le organizzazioni e i sindacati, uniti all’interno del Forum dell’abitare, si sono incontrati recentemente a Palermo presso la sede regionale della Cgil, dove oltre al “Manifesto”, hanno presentato alla stampa un dossier riguardante, appunto, l’emergenza abitativa. Ecco alcuni dati emersi: Nel 2022 sono stati 10.733 gli sfratti – tra quelli emessi, quelli eseguiti e le richieste di esecuzione- mentre le domande giacenti per l’assegnazione di case popolari sono 23.938. Andiamo agli affitti: l’8,2% delle persone, contro il dato nazionale del 6,6%, vive in famiglie che spendono più del 40% del reddito netto per l’abitazione e il 5,5% vive in situazione di sovraffollamento, in ambienti fatiscenti, dove mancano anche i servizi sanitari, secondo i dati Istat del 2022. I comuni siciliani spendono pro capite, a sostegno dei diritti dell’abitare, somme irrisorie soprattutto in confronto alle altre città d’Italia come emerge da Openpolis che si basa sui bilanci comunali del 2021. Per fare degli esempi: a Ragusa si spende 0,01 euro ad abitante, a Genova invece 58,26 euro (i due estremi della scala); a Catania 0,84 euro, a Bologna 33,31 euro.
Sull’argomento il QdS.it ha intervistato Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia e Giusi Milazzo, segretaria generale del Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari (Sunia) Sicilia. Iniziamo con Alfio Mannino.
Segretario, c’è un cronoprogramma di interventi che intendete attuare per portare avanti i vostri obiettivi?
“Sì, noi da subito abbiamo trasmesso tutto alla Regione perché riteniamo che bisogna immediatamente attivare un Osservatorio su tutte le politiche abitative anche perché ci sono risorse ingenti e importanti e vorremmo capire se, rispetto a queste risorse, la Regione è già in qualche modo intervenuta o vuole programmare attività perché da questo dipende non soltanto il fatto di dare una risposta al diritto all’abitare ma anche migliorare la qualità dei nostri quartieri e delle nostre periferie. Noi pensiamo di aprire un confronto anche con l’Anci considerando che tante di queste risorse sono destinate ai comuni. Queste sono le nostre priorità, per fare in modo che le istituzioni regionali e locali si attrezzino in qualche modo affinché si possano davvero utilizzare bene queste risorse e perché attraverso il loro utilizzo si possa dare una risposta seria e concreta ad un problema sempre più drammatico”.
Il Forum chiede tra l’altro un Assessorato regionale alla Casa. C’è una regione italiana che vi ha ispirato in tal senso?
“In questo momento nessuno dei 12 assessori regionali ha la delega alla casa e quindi tutto viene lasciato in modo sporadico a più dipartimenti per una segmentazione, una disarticolazione delle attività che riguardano il diritto all’abitare che non rendono omogeneo un indirizzo politico e amministrativo. Per questo riteniamo che ci debba essere un’unica delega in capo ad un assessore. Sì, in parecchie realtà c’è la delega alla Casa, ad esempio in Lombardia, in Veneto, e in Toscana”.
A Giusi Milazzo, segretaria generale del Sunia Sicilia abbiamo chiesto se c’è qualche zona dell’Isola più colpita dall’emergenza abitativa. “Naturalmente le zone più colpite sono quelle metropolitane, dove è più difficile trovare casa per le famiglie che non hanno redditi alti, nel mercato privato cercano buste paga e il lavoratore o la lavoratrice precaria ha difficoltà enormi. – ha sottolineato Giusi Milazzo – Nei piccoli borghi o comunque nelle città più piccole il problema vero è che molte delle case sono libere, non utilizzate ma si cerca un’altra tipologia di persona e di situazione per gli affitti, si cercano di più i turisti. Non c’è un luogo in particolare in cui il problema è più diffuso, il disagio abitativo interessa una bella fetta della popolazione siciliana con caratteristiche diverse. Nelle periferie e nell’edilizia popolare – ha proseguito la segretaria generale del Sunia regionale – c’è un problema di qualità dell’abitare, le condizioni degli immobili sono pessime”. All’incontro è intervenuto tra gli altri anche il segretario generale del Sunia nazionale, Stefano Chiappelli.
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