Emergenza abitativa a Messina: si teme una bomba sociale - QdS

Emergenza abitativa a Messina: si teme una bomba sociale

Lina Bruno

Emergenza abitativa a Messina: si teme una bomba sociale

venerdì 20 Ottobre 2023

I sindacati e i rappresentanti degli inquilini hanno lanciato l’ennesimo allarme sull’argomento, chiedendo anche l’istituzione di un tavolo di confronto permanente con le istituzioni coinvolte

MESSINA – Una situazione drammatica, fotografata al 2022 e che deve essere messa al centro delle azioni politiche locali e nazionali. Lo auspicano sindacati e associazioni degli inquilini che chiedono un’interlocuzione costante con le istituzioni per rendere la definizione Sfratti zero da semplice slogan a obiettivo realizzabile.

Chiesto il ripristino del Fondo per la morosità incolpevole

Da una parte viene invocato il ripristino del Fondo per la morosità incolpevole eliminato dal Governo e nuovi bandi regionali per il sostegno agli affitti, dall’altra si chiede a Prefettura e Comune un osservatorio permanente per monitorare la situazione locale. A Messina il tema del diritto a una casa dignitosa, è stato per decenni un tasto dolente con tante sfumature che si sono intrecciate inevitabilmente con il Risanamento e pone ormai anche dei livelli di priorità da seguire nell’intervento vista la vastità del disagio.

I dati di Cgil e Sunia evidenziano a livello regionale 2.047 sfratti emessi: 11%, percentuale in aumento rispetto al 2021. Ci sono 7.084 richieste di esecuzione e 1.602 sfratti eseguiti. A Messina sono 229 (10,10%), le richieste di esecuzione 239 e gli sfratti eseguiti 80. A fronte di questo 20 mila case vuote e un censimento del patrimonio comunale ancora in corso di esecuzione.

Annunciate una serie di iniziative

Nelle scorse settimane sono state annunciate una serie di iniziative. “Il Sunia – ha spiegato al QdS Claudio Vallone, segretario del sindacato degli inquilini – sta provando con la Prefettura, ma fino a oggi non abbiamo avuto riscontri, di avere una sorta di graduatoria di coloro che sono destinatari di sfratto per far sì che nella esecuzione coloro che hanno sullo stato di famiglia disabili, minori e comunque condizioni particolarmente disagiate vengano messi in coda. Non ha un riflesso paralizzante ma serve a dare un po’ più di respiro. Abbiamo inviato una nota congiunta più di un anno fa con altre associazioni ma è rimasta inascoltata. Faremo un picchetto davanti al palazzo del Governo per farci ascoltare”.

“Qui la questione abitativa – ha aggiunto Vallone – viene un po’ soffocata dalla questione Risanamento. È vero, si sono abbattute baracche, liberate aree ma non c’è un piano organico ragionato su come orientarsi sui criteri di costruzione e assegnazione, non c’è una discussione in atto con le parti sociali che sono interlocutori necessari perché hanno il polso della condizione dell’utenza”.

Nessun bando per il sostegno agli affitti

Viene chiesto quindi un tavolo di confronto permanente con le vare istituzioni coinvolte: “Abbiamo avuto un incontro con l’assessore alle Politiche sociali Alessandra Calafiore ma purtroppo non ha avuto un seguito. Il Comune che mi risulti non ha nessun bando per il sostegno agli affitti, c’è un bando regionale aperto che risale al 2021 a cui si può ancora accedere. Il tavolo permanente che chiediamo deve servire per monitorare l’emergenza abitativa e adottare insieme strategie anche relative al risanamento. Non siamo per i casermoni e la creazione di ghetti per fasce disagiate”.

In realtà finora si è proceduto con l’acquisto di appartamenti e in futuro con il progetto Qualità dell’abitare l’Amministrazione ha sempre ribadito che vuole proporre modelli diversi rispetto ai casermoni costruiti in passato. “Ho visto i progetti – ha detto Vallone – e rischiamo di vedere agglomerati isolati dal contesto. Una risorsa che si può utilizzare sono gli alloggi sfitti. Censire immobili del patrimonio pubblico, che invochiamo da quattro anni qualunque cittadino lo dovrebbe pretendere. Così come aggiornare la graduatoria degli assegnatari che è ferma dal 2018. Per questo cerchiamo di pressare l’amministrazione per un tavolo permanente per una verifica costante che serva da pungolo e velocizzare la macchina”.

Ma Diritto all’abitare non è soltanto avere un tetto sulla testa, ha aggiunto il rappresentante del Sunia, quello è la base ma attorno bisogna alzare la qualità, così è stata lanciata un’iniziativa per le prossime settimane. “Mi sono fatto promotore – ha spiegato – e ne ho parlato con il segretario provinciale della Cgil Pietro Patti, per creare una sorta di piattaforma ‘Diritto all’abitare diritto alla città’, dentro cui fare confluire qualunque tipo di associazione o Ente, per creare degli appuntamenti articolati in tre luoghi significativi, sia in periferia che a Palazzo Zanca, per mettere insieme dee e proposte da veicolare all’Amministrazione che riguardano sia il reperire alloggi ma anche servizi di prossimità e spazi verdi”.

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