Messina, risanamento avanti con il freno a mano tirato - QdS

Messina, risanamento avanti con il freno a mano tirato

Lina Bruno

Messina, risanamento avanti con il freno a mano tirato

venerdì 22 Settembre 2023

Le operazioni per consegnare nuovi alloggi ai messinesi che per anni hanno vissuto nelle baracche procedono a rilento, in particolare a causa della difficoltà di reperire nuovi immobili

MESSINA – Il mandato scadrà a dicembre 2024 ma è difficile che “l’operazione sbaraccamento” delle aree degradate della Città dello Stretto, si possa completare entro quella data. Il sub commissario per il Risanamento, Marcello Scurria, nominato dal presidente della Regione Renato Schifani, indicato a sua volta dal Governo nazionale come commissario straordinario al posto del prefetto Cosima Di Stani, dovrà proseguire in un non facile compito, con a disposizione circa 83 milioni di euro dei 100 messi a disposizione dalla Legge speciale 76/2021.

Ci sono circa 1.800 nuclei familiari ancora da sistemare

Ci sono circa 1.800 nuclei familiari ancora da sistemare e proprio per la complessità delle azioni da mettere in campo e la difficoltà di dare subito una casa a tutti, è stato necessario seguire delle priorità, tra tutte monitorare le diverse situazioni familiari e nell’assegnazione, dare la precedenza ai nuclei con persone fragili, disabili e minori. Le prime venti famiglie, con questo criterio, hanno potuto trasferirsi ad agosto in case dignitose. Reperire case sul mercato per l’acquisto continua a non essere facile e una volta arrivata la proposta di vendita non è neppure immediata la disponibilità dell’abitazione. Quando individuati, molti di questi appartamenti sono in condizioni disastrose e qui entra in gioco Invitalia, con il compito di ristrutturarli. In pratica ArisMe individua gli immobili, li propone al sub commissario, che finanzia l’acquisto, mentre Invitalia li rinnova.

Esaurito il budget iniziale di 100 milioni serviranno altre risorse, ne restano ancora circa 80 non spesi e vale la pena ricordare che la Legge del 2021 poneva un preciso cronoprogramma che prevedeva l’impiego di quel finanziamento in tre anni per azioni di riqualificazione e case per buona parte dei baraccati. È chiaro che rispetto a queste previsioni si sono registrati ritardi, malgrado i poteri speciali concessi all’Ufficio del Commissario per il Risanamento.

Serviranno nuove risorse per il Risanamento

Il problema centrale, si diceva, è stato avere poche adesioni ai bandi di acquisto da una parte, pur essendoci secondo il Sunia circa 20 mila case vuote, e dall’altra non conoscere la situazione dell’ammontare degli immobili comunali, su cui sta lavorando la Patrimonio Spa. Altro tema è quello della ricerca di nuove risorse, perché è chiaro che non potranno bastare quei circa 80 milioni a disposizione e neppure quei 150 milioni del progetto PinQua, Qualità dell’abitare – di cui si è parlato negli ultimi giorni, dopo l’incontro a Roma al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del sindaco Federico Basile, del suo vice Salvatore Mondello, del sub commissario Marcello Scurria, accompagnati da Matilde Siracusano sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia – e serviranno nuove risorse per il Risanamento.

“L’incontro – ha spiegato Siracusano dopo il meeting romano – era finalizzato alla possibilità di utilizzare i fondi PinQua per le ulteriori operazioni di sbaraccamento e per le nuove assegnazioni delle case ai messinesi che vivono ancora nelle favelas. Il confronto con i tecnici del ministero è stato utile e positivo. Grazie a una norma inserita dal Governo nel decreto Milleproroghe si potrebbero aggiungere ai 100 milioni di euro già stanziati per il risanamento, i 150 milioni di euro ottenuti da Messina proprio attraverso il PinQua”.

In realtà il progetto nasce già finalizzato alle aree che sono in ambito di Risanamento come Bisconte, Fondo Fucile e Rione Taormina. “C’è il problema dei fondi del Pnrr – spiega al QdS il sindaco Federico Basile – parte dei quali si vogliono scaricare su altre linee di finanziamento europee. C’è invece chi pensava che potessero essere stornati su PinQua (fondi ministeriali) e l’incontro che c’è stato ha riguardato soltanto una rimodulazione delle risorse che erano già destinate alle aree di Risanamento. Non c’è nulla di eclatante, la conferma dei fondi PinQua per le zone di risanamento, per come era stato progettato, è una questione meramente interna. In alcune aree come Fondo Fucile c’è una caratterizzazione più complessa e quindi una quota di quelle spese dovrà essere stornata. Il progetto è quello e va avanti a meno che non mi blocchino. Un progetto che ha avuto una premialità perché le aree di cubatura previste, rispetto al verde, sono di molto inferiori quindi non sono soltanto palazzi ma un sistema diverso che alza la qualità dell’abitare con più servizi e spazi attrezzati a verde”.

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