Istituzioni

Empasse sbloccata, finanziati cantieri di lavoro in favore degli enti di culto

PALERMO – Finalmente i 20 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione con l’avviso 3 dell’ormai lontano 2018 potranno andare a finanziare concretamente i cantieri lavoro in favore degli enti di culto siciliani. Sono stati pubblicati nei giorni scorsi gli elenchi provvisori degli enti ammessi e non ammessi alla ripartizione delle somme disponibili.

A beneficiarne saranno 122 enti, mentre in 73 non sono stati ammessi, per aver già fruito di altri finanziamenti o per la presentazione di documentazione incompleta. Problemi burocratici hanno allungato di moltissimo i tempi, e nonostante sembrasse che fossero già stati risolti nel 2021, sotto l’egida dell’allora assessore regionale al lavoro Antonio Scavone, sono passati altri due anni perché venisse pubblicato un primo elenco di enti ammessi a finanziamento. In particolare, lo stop era dovuto a due nodi di carattere amministrativo: primo, è stato chiarito che gli enti di culto, essendo enti di diritto privato, possono ricevere le somme semplicemente su un conto corrente dedicato; secondo, è stato definito, dopo un approfondimento con l’Inps, che il corretto inquadramento contributivo del personale di direzione dei cantieri è quello dell’industria edile sino a 15 dipendenti.

Le azioni che finalmente potranno essere portate a termine sono destinate a disoccupati, ex detenuti ed ex tossicodipendenti in uscita dalle comunità protette, soggetti a rischio di esclusione dal mercato del lavoro per età e scarsa qualificazione professionale. Molte di queste attività, infatti, erano state avviate, e alcune di queste quasi portate a termine, quando l’insorgere di problemi burocratici ha bloccato l’intera macchina, causando non poche difficoltà. Attraverso i cantieri di lavoro, come da loro finalità istituzionale, verranno realizzati progetti per l’esecuzione e la manutenzione straordinaria di opere di pubblica utilità e di interesse pubblico o sociale, generalmente gestiti dai Comuni, in questo caso in relazione a enti di culto distribuiti su tutto il territorio regionale.

Le candidature sono state presentate ai centri dell’impiego competenti per territorio, che le hanno selezionate e ratificate, valutandone i requisiti e le competenze. La gestione del cantiere sarà responsabilità dell’ente gestore, sia dal punto di vista amministrativo-contabile che dal punto di vista tecnico per l’esecuzione dei lavori, oltre che per eventuali controversie contro terzi. Dopo l’emissione del decreto attuativo, gli enti avranno 60 giorni di tempo per avviare le attività.

Sarà appunto il centro per l’impiego a fornire l’elenco dei lavoratori da impegnare nel cantiere; lo stesso elenco sarà trasmesso almeno 24 ore prima dell’avvio dei lavori all’assessorato al lavoro, per la dovuta supervisione delle attività. Sempre per permettere il controllo puntuale del progetto, tutto il personale dovrà attestare la propria presenza firmando in un apposito registro delle presenze, ufficiale e vidimato sempre dal Centro per l’impiego. Sarà presente un registro di cassa, anche questo vidimato, in cui andranno riportate tutte le operazioni contabili sia in entrata che in uscita, in modo da avere un quadro chiaro e sempre aggiornato della effettiva rimanenza di cassa ancora utilizzabile per la gestione del cantiere. In ultimo, sarà compilato anche un registro dello stato di avanzamento dei lavori, in cui si andrà a segnare il cronoprogramma delle azioni previste e l’effettivo andamento delle varie fasi di lavorazione. Tutta la documentazione dovrà essere sempre disponibile per il monitoraggio e il controllo da parte degli uffici regionali.