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La “grande bellezza” dei Cammini di Sicilia: storia, percorsi ed info utili

A due settimane dall’approvazione del decreto regionale che disciplina i cammini in Sicilia, i loro stessi sviluppatori mettono l’accento anche sul criterio del chilometraggio per identificarli come tali: “un cammino non deve cioè essere per forza di 100 o 200 chilometri, ma raccontare e far rivivere una storia: ragion per cui dei limiti minimi finirebbero per ingessare i sentieri più brevi, sminuendone valore storico e effettiva bellezza”, sostiene Attilio Caldarera, guida escursionistica e coordinatore della Rete Vie Sacre Sicilia.

Tra gli esempi di cammini di minore durata già in corso di valorizzazione, il quadrante centro-orientale dell’isola è quello che ne offre di più. Il Trekking del Santo è uno di questi.

Dedicato a San Nicolò Politi, va da Adrano, alle falde dell’Etna a Alcara li Fusi, sui Monti Nebrodi, snodandosi per circa 70 chilometri e ripercorrendo passo dopo passo il cammino fatto da questo eremita etneo vissuto nel XII secolo con un suggestivo trekking di 4 giorni tra boschi, sentieri, paesi, sterrati e strade asfaltate.

Tra le reti già attivate c’è per esempio quella promossa dall’’Associazione Trasversale Sicula, che mette assieme oltre 30 associazioni lungo gli oltre 600 chilometri del tragitto. A questa si aggiungono gli accordi con l’Unione nazionale delle Pro Loco e altre associazioni no-profit: come la ‘Bosco Angimbé’ e la ‘Hisn al-Giran’, che gestiscono rispettivamente l’omonimo parco naturale dotato di centro didattico a Calatafimi- Segesta e il villaggio bizantino di Calascibetta. Altra sinergia partita di recente è anche quella con la Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta), per lo sviluppo del cicloturismo.

Dal canto suo l’Associazione delle Vie Francigene siciliane ha attivato una rete che coinvolge quasi 180 comuni iclusi nei 4 percorsi. Lo scopo è offrire accoglienza borgo per borgo e distribuire informazioni e consigli su siti monumentali e archeologici nonché sulle specialità gastronomiche considerate imperdibili per il turista a piedi e sui locali in cui vale la pena assaggiarle.

Movimentare pellegrini e appassionati del trekking nell’entroterra siciliano vuol dire attivare economie nei territori – rimarca Roberto Patané, presidente della Pro Loco di Mascali e referente Unpli per i cammini siciliani – Significa aprire posti letto tutto l’anno, grazie al flusso costante dei pellegrini, soprattutto mediante il sistema delle locazioni turistiche temporanee”. Ambito, questo, meno qualitativo dei bed&breakfast ma dimostratosi più gestibile in termini di sicurezza rispetto invece al regime, ancora sregolato, delle case vacanze.

“Camminare porta insomma sviluppo – conclude Patané . –La valorizzazione di questo filone turistico sarebbe una strategia davvero valida per iniziare seriamente a tamponare la fuga senza ritorno dei giovani dai territori montani della Sicilia”. Luoghi ideali in cui vivere stabilmente se solo la prospettiva di un lavoro non fosse una chimera.

Antonio Schembri