Continua lo svuotamento del bacino degli ex Pip “Emergenza Palermo”: in totale sono 31 le istanze presentate ammesse a finanziamento, su un totale di 113 richieste. Le altre sono rimaste fuori perché non finanziabili o con difetti di requisiti.
Il processo di fuoriuscita è stato avviato da diversi anni, a partire dalla legge regionale n. 9 del 7 maggio 2015, e in particolare l’articolo 68 recante “misure per la fuoriuscita dei soggetti appartenenti al bacino Pip Emergenza Palermo”. Successivamente, è stata emessa la direttiva assessoriale del 29 maggio 2015, e la legge regionale n. 27 del 31 dicembre 2016, che dice che è possibile “la corresponsione di una indennità omnicomprensiva di importo corrispondente a 5 anni dell’assegno di sostegno al reddito già in godimento. Le misure sono riconosciute unicamente ai soggetti per i quali il numero di anni necessari al raggiungimento dei requisiti di pensionabilità non è inferiore a dieci”.
Presentata tale richiesta, sarà quindi effettuata la cancellazione del soggetto dall’elenco a esaurimento e la fuoriuscita definitiva dal bacino “Pip Emergenza Palermo”. Numeri ben più grandi riguardano invece l’altra operazione che si sta svolgendo in parallelo, quella che riguarda la stabilizzazione.
Lo scorso mese di settembre è stato comunicato che sarà avviato il processo per l’appunto di stabilizzazione di 1.168 lavoratori ex Pip, il 50% del totale, scelti attraverso una graduatoria secondo i criteri stabiliti dal ‘decreto Stancanelli’. Saranno quindi inseriti nei vari Assessorati regionali, dopo un’analisi sul fabbisogno e aver chiuso le convenzioni con la Sas, la società consortile costituita nel 2012, subentrata in funzioni, oneri e risorse alla Resais spa. Questa prima fase sarà seguita da una seconda, per l’inserimento anche dei restanti ex Pip che faranno richiesta di essere assunti in Sas.
Questi lavoratori fanno parte del progetto “Emergenza Palermo”, un bacino di oltre 3mila lavoratori che costavano 36 milioni di euro l’anno alla Regione. Oggi con 2.300 lavoratori il costo resta oltre i 30 milioni di euro l’anno. Si tratta di “soggetti svantaggiati” inseriti nell’elenco speciale ad esaurimento, con l’obiettivo di essere impiegati in attività di pubblica utilità. In pratica sono stati dipendenti precari ma presenti nell’Amministrazione regionale per oltre due decenni, senza garanzie contrattuali ma arrivati lì senza alcuna prova di competenza o preparazione.
La stabilizzazione degli ex Pip è stata resa possibile dall’articolo 25 della legge numero 16/2022, che ha permesso di far fronte alla questione posta dalla sentenza della Corte Costituzionale numero 194 del 2020, che aveva cassato la norma approvata dall’Ars con la quale si prevedeva la stabilizzazione del personale all’interno della società Resais.
La Corte Costituzionale, infatti, con la sentenza 194 del 2020, aveva deciso di cassare gli articoli della Finanziaria regionale del 2018 nella parte in cui prevedeva il transito degli ex Pip con contratto a tempo indeterminato anche parziale presso la Resais Spa. La scelta del governo regionale ha permesso di aggirare un problema non da poco: con il passaggio dall’elenco delle partecipate si elimina il problema dell’assunzione in un ente pubblico senza concorso, eliminando tante limitazioni per moltissime persone, soprattutto perché questo personale, molto spesso, appartiene per titolo di studio alle categorie più basse.