Catania

Ex Santa Marta, finanziata la nuova piazza: “Poco verde e nessuna continuità”

Una nuova piazza al posto di quello che, un tempo, era l’ospedale Santa Marta. O meglio, della parte aggiunta negli anni Settanta che nascondeva l’originario edificio settecentesco e che, per liberarlo, è stato demolito. Oggi, dopo quasi un anno, il DRT Sicilia, Servizio del Genio Civile di Catania, ha avviato le procedure di gara per l’affidamento dei lavori di realizzazione della piazza nello spazio lasciato libero.

Le tappe della realizzazione della piazza

Entro il 30 novembre prossimo si attende la presentazione delle offerte; il 6 dicembre è prevista l’apertura delle buste per l’affidamento dei lavori.. L’importo per i lavori ammonta a quasi 1.253 mila euro (1.252.970,09 euro per la precisione), mentre l’intervento ha un costo complessivo di 1.700.000 euro.

L’opera dovrebbe vedere la luce in 350 giorni, ma sono tante le voci contrarie al progetto, contestato sin dall’inizio da cittadini e associazioni. L’idea di vedere nuovo cemento in un’area appena liberata, non è piaciuta molto a parte della cittadinanza.

Pochi alberi: a molti il progetto non piace

Alcuni evidenziano, ad esempio, l’assenza di verde pubblcio nel progetto “se non quello giù esistente”, scrive qualcuno, e la presenza di cemento che concorre a impermeabilizzare ulteriormente il territorio urbano. “Dei filari di alberi ad alto fusto, oltre a mantenere l’impianto del tessuto urbanistico di cui tanto s’era discusso, aumenterebbero il verde e la qualità anche microclimatica degli spazi del centro storico in quella che è un’occasione quasi irripetibile – scrive Andrea Tartaglia. Da notare, inoltre, l’esclusione della vicina piazza dei Miracoli dalla riqualificazione. Così, francamente, sembra un’occasione persa”.

E ancora “Vogliamo il verde in città – scrive Rosangela Arcidiacono.. Vi preghiamo di dare ascolto alle richieste dei cittadini. È impensabile che non si tenga conto di questa necessità per contribuire all’abbattimento delle temperature”. Un progetto che nopn risponderebbe ad alcun requisito ambientale per Daniele Leonardi. “Tale cognizione dalle immagini da voi porposte non lasciano adito ad alcun dubbio con la totale assenza di alberi consoni alla zona climatica che intervengano per l’abbattimento delle temperature. Se non interveniamo giá sulle nuove opere, quando? Il futuro é giá oggi ed é giá tardi”.

Le contestazioni “tecniche”

Ma, a contestare le decisioni sono anche tecnici. Tra i commenti, spicca quello di Tuccio D’Urso, dirigente regionale oggi in pensione. “Interrompere la quinta dei palazzi urbanisticamente errato – sostiene. Quella piazza non esisteva. Invece c’ era una continuità architettonica. Prima di intervenire sarebbe stato necessario interpellare gli ottimi Urbanist di Catania. Idem per il nuovo palazzo di giustizia realizzato in un sito totalmente sbagliato”.

Anche l’architetto Franco Porto contesta il progetto. “A parte l’assenza degli urbanisti catanesi, occorreva porsi alcune domande prima di demolire …. i progettisti e gli architetti in particolare vanno coinvolti prima delle ruspe …potevano essere raggiunti più obiettivi (la piazza, tutto il piano terra dell’edificio esistente a porticato, la trasformazione della parte superiore del volume demolito) – afferma. Chi ha voluto questo scempio, ha solo l’alibi della grossolana inconsapevolezza delle scelte fatte, sia nelle modalità dell’incarico e sia nella specifica commessa promossa…. non servivano piazzette o nuove aiuole a questa città, ma un gesto di architettura, come un vagito di contemporaneità”.