Con “Una vita intera tour” Fabrizio Moro torna in Sicilia con due live. Il cantautore romano sarà il 28 agosto alla Villa Bellini di Catania per il concerto all’interno della rassegna etnea “Sotto il vulcano fest” (con la direzione artistica di Nuccio La Ferlita) organizzata da Puntoeacapo in collaborazione con il Comune di Catania e il cartellone di eventi Catania Summer Fest e il 29 agosto al Teatro di Verdura di Palermo per la kermesse “Dream Pop Fest Palermo” organizzata da Puntoeacapo in collaborazione con il Comune di Palermo, Gomad Concerti.
Prima dell’inizio del tour, Moro aveva dichiarato: “Dopo un anno e mezzo ho voglia di tornare sul palco e cantare live i miei brani di maggior successo, accompagnato dai musicisti con cui suono da vent’anni. Sara un’estate impegnativa, piena di lavoro e musica. Dopo essermi dedicato al mio secondo film è arrivato il momento di iniziare a suonare con continuità. Il concerto dura due ore circa, in scaletta ho scelto di inserire anche brani che non facevo da tempo. Alcuni pezzi li proporrò in chiave acustica pianoforte chitarra e voce, non mi piace stravolgerli del tutto”.
L’estate per Fabrizio Moro è stato all’insegna del tour in giro per l’Italia nel quale ha potuto cantare e riabbracciarsi con quanti lo amano e apprezzano la sua discografia. In occasione dei concerti in Sicilia, abbiamo intervistato Fabrizio Moro che ci ha raccontato del legame con i fans siciliani, dei live e dei prossimi appuntamenti con la sua musica.
Fabrizio, scegli di tornare in Sicilia con ben due date del tuo “Una Vita Intera Tour”. Cosa ti affascina dell’Isola e ti invoglia a voler ritornare?
Palermo e Catania sono come un “rito” per me. Fino ad oggi non sono mai mancate in un mio tour. Questo perché c’è un legame molto forte con i fans siciliani.
È stata un’estate di concerti in giro per l’Italia. Qual è il momento che preferisci di ogni tuo live?
Il momento prima di salire è la parentesi di tempo più importante per me. Mi riunisco con la band, con lo staff, creando un momento magico, solo nostro. Si fa sempre un brindisi prima di salire, perché per me il concerto somiglia molto ad una grande cena fra amici. Le sensazioni si somigliano molto.
Quali conferme sul rapporto con il tuo pubblico ti ha dato questo tour?
Questo tour mi ha dato una conferma importantissima, che è quella di aver scritto delle canzoni che durano nel tempo. In ogni data ho visto ragazzini di 5 anni e anziani di 80, cantare le parole di “Non mi avete fatto niente”, “Portami via”, “Pensa” …E questa è la soddisfazione più grande per un cantautore.
Parli spesso di caos musicale da cui vuoi rimanere lontano. Qual è lo stato di salute attuale della musica italiana? In cosa adotteresti dei cambiamenti?
Credo che abbia preso il covid. A buon intenditor poche parole.
Secondo te, qual è la funzione/compito del cantautore oggi?
Non ho mai badato ai numeri… Si, sono importanti ma, la cosa più importante per me è lasciare un segno, un messaggio, una linea nella musica in generale. La musica ha un potere devastante, più della politica e attraverso le canzoni, gli autori hanno la possibilità, oltre che di emozionare, di raccontare, spiegare, descrivere il momento storico in cui viviamo nonché di unire le persone.
Non solo cantautore, ma anche regista. Cosa ti dà in più la macchina da presa dello scrivere canzoni e/o viceversa?
Non mi dà “di più”, è solo una modalità d’espressione diversa. Ho raccolto e dato tanto con la musica, ad un certo punto, ho sentito l’esigenza di raccontare quello che “avevo dentro” attraverso un’altra forma di comunicazione, a mio modesto parere, molto più “completa” e soprattutto meno “inflazionata”.
Per il 2025 sono state annunciate due date nei palazzetti. Ci puoi svelare qualcosa?
Unipol forum di Milano e palazzo dello sport a Roma sono i primi due grandi eventi del 2025 dove suoneremo per intero i brani del nuovo album che è già stato scritto e che sarà registrato fra gennaio e febbraio del 2025.
Curiosità. Il tuo ultimo e nuovo singolo si intitola “Maledetta estate”, ma, oltre il senso della canzone, a Fabrizio Moro piace l’estate?
È la stagione che “amavo di più”. Parlo al passato perché con queste temperature, iniziò a desiderare l’inverno anche se il mare resta il mio punto di riferimento più grande. Se riuscirò a diventare vecchio, me ne andrò a vivere lì, è un sogno che mi è rimasto da avverare.