Politica

Fase 2, in Sicilia ok ad asporto e domicilio la domenica


Contrordine: servizio a domicilio e asporto in Sicilia sono consentiti anche la domenica e si potrà usufruire del servizio da fuori Comune: riceverlo a casa o andarlo a prendere in un altro centro abitato.

Lo chiarisce una circolare della Protezione civile regionale dopo che – si legge – sono “emersi problemi interpretativi” su attività come ristoranti, bar o pasticcerie che vendono di prodotti alimentari come quelli da forno, rosticceria, cibi cotti, pasticceria, spiegando che sono autorizzati a stare aperti nei giorni festivi.

E che asporto e consegna possono essere effettuati anche in altri Comuni rispetto a quello di residenza.

Una interpretazione completamente diversa dalla precedente, risalente al primo decreto in merito emesso dal presidente della Regione Nello Musumeci. Tra l’altro, per settimane sindacati e associazioni di categoria avevano spinto perché, anche la domenica – giorno di chiusura totale per supermercati e rivendite di generi alimentari – bar e ristoranti potessero vendere cibo da asporto e consegnarlo a domicilio.

Adesso i cittadini siciliani scoprono che non di diktat si era trattato, bensì di misunderstanding: semplici incomprensioni.

La dicitura dell’ordinanza che “autorizza nelle giornate domenicali il servizio di consegna a domicilio e di asporto dei prodotti alimentari e affini”, si legge nella circolare interpretativa, “significa che nelle giornate domenicali tutti gli esercizi commerciali che praticano servizio a domicilio o di asporto sono autorizzati a essere aperti per poter fornire il suddetto servizio”.

“Ne consegue – prosegue la nota interpretativa della Protezione civile regionale – che bar, pasticcerie, ristoranti, ed esercizi similari che vendono prodotti alimentari o affini quali: prodotti da forno, rosticceria, cibi cotti, pasticceria e similari possono garantire il servizio evitando gli assembramenti e garantendo il rispetto delle distanze interpersonali”.

“Le persone che vorranno fruire del servizio – si legge ancora nel documento – dovranno, comunque, indossare le mascherine quando in fila per l’asporto”.

“Per la suddetta ammessa finalità – si precisa poi – ne consegue che è possibile l’eventuale spostamento da fuori Comune”.