FAVARA (AG) – Dopo anni di abbandono, sono partiti i lavori per la ristrutturazione dell’ex carcere mandamentale di piazza della Vittoria. Il piano di lavoro è stato finanziato dall’assessorato regionale della Famiglia e delle Politiche sociali per un importo complessivo di 540 mila euro.
Ad allestire il cantiere è stata l’associazione temporanea di imprese, composta da “Veri restauri” e “Arkeo restauri” che dovranno terminare i lavori entro un anno. In sede di gara, svoltasi presso l’Urega (Ufficio per le gare d’appalto) di Agrigento, l’attuale aggiudicatario dei lavori, offrendo un ribasso del 23,63%, ha vinto la concorrenza delle altre ditte partecipanti.
L’edificio, che fino agli anni Sessanta è stato luogo di detenzione, è stato costruito nella seconda metà dell’Ottocento – precisamente tra il 1884 e il 1885 – e dopo aver perso il suo ruolo originario è stato abbandonato diventando prima luogo di ritrovo per anziani, poi postazione decentrata dell’Ufficio Anagrafe. In seguito, a causa della caduta di calcinacci, ne fu interdetto l’uso e decretata la chiusura.
È stato Umberto Rumolo, assessore della prima giunta guidata dall’attuale sindaco Anna Alba, a presentare un progetto alla Regione che, in sostanza, punta su interventi di recupero funzionale e riuso di vecchi immobili di proprietà pubblica, ma anche di beni confiscati alla mafia, per attività di animazione sociale. In particolare, la finalità dell’assessorato alla Famiglia e alle Politiche sociali è stata quella di finanziare operazioni di riqualificazione, riconversione e ristrutturazione del patrimonio edilizio pubblico e degli spazi pubblici per funzioni sociali, sportive e di animazione socio-culturale.
Il progetto elaborato dal Comune di Favara, con responsabile unico del procedimento Albina Spoto e direttore dei lavori Giuseppe Costanza, è risultato il migliore a livello regionale.
“Il nostro auspicio – ha commentato il sindaco Alba – è che l’ex carcere possa diventare da luogo di reclusione a luogo di unione, aggregazione e rinascita cittadina”.
Dopo 136 anni, quindi, si recupererà un manufatto storico di enorme pregio artistico e monumentale. Dopo anni d’indifferenza da parte delle Amministrazioni comunali il bene monumentale potrà finalmente risplendere di nuova luce.