“Quella sul femminicidio è una legge importante, soprattutto per il codice rosso che rappresenta, un elemento che è un simbolo per tutte le donne”.
Lo ha detto la ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ieri a Siracusa ha intitolato un plesso dell’Istituto comprensivo “Archia” a Eligia Ardita e Giulia, vittime di femminicidio.
Eligia era una giovane infermiera uccisa dal marito il 19 gennaio 2015 con la figlia che portava in grembo.
Giulia, appunto.
Oltre ai genitori e alla sorella di Eligia, alla cerimonia erano presenti il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci e il sindaco di Siracusa, Francesco Italia.
“Dobbiamo operare – ha aggiunto – anche in termini culturali, nelle scuole. Come quella che intitoliamo a una donna incinta all’ottavo mese uccisa dal marito violento: questo è un segnale forte”.
Musumeci, potenziare i servizi sociali
“Dobbiamo chiederci – ha aggiunto il Governatore – se il femminicidio non sia, prima di essere l’epilogo di un fatto di polizia, l’epilogo di una crisi sociale all’interno di un nucleo familiare. Da molto tempo i Comuni in tutta Italia, e in particolare in Sicilia, non godono più di servizi sociali efficienti. Una sana politica di servizio sociale, che sappia leggere fra le pieghe e le intrusioni di una società malata, può prevenire il delitto, intervenendo in tempo”.
“C’è un dato che raccolgo spesso – ha aggiunto -, e andando a Roma alla Funzione Pubblica, consapevole di interpretare un’esigenza diffusa dei sindaci, chiederò che il blocco dei concorsi e l’estenuante attesa burocratica non impedisca ai Comuni di contrastare in anticipo questi fenomeni”.