Scrivere l'energia

Fenomeni naturali distruggono il pianeta

L’Organizzazione metereologica mondiale ha colto l’occasione della COP 25 di Madrid per pubblicare la versione provvisoria della Dichiarazione sullo Stato del Clima Globale, in cui viene presentato un decennio segnato da eccezionali aumenti di calore, dalla ritirata dei ghiacci e da una crescita senza precedenti del livello del mare. Pettery taalas, segretario generale dell’organizzazione metereologica mondiale, detta anche WMO, ha commentato in modo fortemente negativo i dati climatici del 2019, che secondo gli esperti dovrebbe essere al secondo posto nella speciale classifica degli anni più caldi mai registrati. Primo indiscusso rimane invece il 2016, iniziato con un episodio insolitamente forte di El Niño, un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni. Il fenomeno provoca inondazioni nelle aree direttamente interessate, ma anche siccità nelle zone più lontane da esso e altre perturbazioni che variano a ogni sua manifestazione. I paesi in via di sviluppo che dipendono fortemente dall’agricoltura e dalla pesca, in particolare quelli che si affacciano sull’Oceano Pacifico, ne sono i più colpiti, sebbene si ritiene possa avere effetti anche su scala globale attraverso modificazioni della circolazione atmosferica in tutto il pianeta.

Il giugno del 2019 è risultato come il giugno più torrido mai registrato al mondo. A livello globale, la temperatura superficiale terrestre e oceanica è stata di 1,71 gradi Fahrenheit sopra la media del XX secolo di 59,9° F.

Le temperature più calde registrate nel giugno del 2019 hanno colpito l’Europa centrale e orientale, la Russia settentrionale, Asia, Africa, Sud America, Oceano Indiano settentrionale e aree del Pacifico e dell’Oceano Atlantic, inoltre in questo mese nessuna area terrestre o marina ha registrato temperature minime record.

Quelli appena analizzati sono dati, a dir poco allarmanti per il nostro pianeta. Le varie organizzazioni sono, da anni, corse ai ripari, ma in modo del tutto nullo e purtroppo secondo vari studi, nei prossimi decenni, la situazione andrà a peggiorare drasticamente.

Le cause di questi continui cambiamenti climatici interessano ogni singola regione del mondo.  Le calotte polari si sciolgono e cresce il livello dei mari. In alcune regioni i fenomeni meteorologici estremi e le precipitazioni sono sempre più diffusi, mentre altre sono colpite da siccità e ondate di calore senza precedenti. Il deterioramento della qualità dell’acqua, e in alcune regioni anche la progressiva carenza di risorse idriche può rendere impossibile la vita di uomini, donne e bambini con un grande aumento di malattie trasmesse dall’acqua.

I cambiamenti climatici si stanno verificando a ritmi talmente veloci che numerose specie animali e vegetali stentano ad adattarsi. Molte specie terrestri, marine e di acqua dolce si sono già spostate verso altre zone. Alcune specie vegetali e animali saranno esposte a un maggior rischio di estinzione se la temperatura media mondiale continua ad aumentare in maniera incontrollata. Parliamo dunque, di una sorta di autodistruzione del nostro pianeta, molto lenta ma con effetti devastanti e visibili nel corso degli anni.