Rendere i fiumi plastic free o quantomeno provare a contrastare uno dei fenomeni che più contribuisce all’inquinamento dei mari. È il progetto sperimentale che in Italia partirà per cercare di intercettare la plastica che viene trasportata dai corsi d’acqua. A prendere parte all’iniziativa sarà anche la Sicilia tramite la propria Autorità di bacino, il dipartimento regionale istituito nel 2018 con il compito di occuparsi del demanio fluviale ma che sin dalla sua nascita ha dovuto fare i conti con la ristrettezza delle risorse riservate annualmente nelle finanziarie approvate dall’Ars.
E d’altra parte, anche in questo caso, gli interventi saranno pagati con i fondi stanziati dallo Stato tramite una legge del 2022 ribattezzata Salvamare. Non si tratta di grandi cifre – sei milioni per l’intero Paese da utilizzare in tre anni – ma che comunque contribuiranno a porre l’attenzione su porzioni di territorio regionale spesso lasciate all’incuria.
La legge 60 del 2022 contiene disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare. All’articolo 6 si parla di misure per la raccolta di rifiuti galleggianti nei fiumi, attività che sarà al centro di un programma triennale che riguarderà i “fiumi maggiormente interessati da tale forma di inquinamento”.
Le risorse economiche sono state ripartite in maniera pressoché uguale tra le sette Autorità di bacino in cui è diviso il territorio nazionale e ciò fa sì che alla Sicilia – la cui autorità è interna alla Regione – spetterà un settimo della torta. Nel complesso si parla di 857mila euro, su cui l’isola potrà fare affidamento tra il 2024 e il 2026.
“Gli interventi – si legge nel decreto ministeriale che ha approvato i singoli progetti presentati – sono attuati entro l’annualità 2026 a conclusione dei quali le Autorità di bacino distrettuali redigono apposita relazione sugli esiti della sperimentazione e la trasmettono al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Con il supporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) – proseguo il documento – il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, a conclusione delle attività di sperimentazione, redige un rapporto di sintesi delle risultanze del programma sperimentale a scala nazionale”.
Alle Autorità di bacino il compito di usare le risorse, pena, in caso di lungaggini o inerzia burocratica, la perdita dell’opportunità di portare avanti il programma. “In caso di mancato avanzamento pari ad almeno il 70 per cento delle risorse stanziate per ogni annualità – viene chiarito – l’erogazione delle risorse economiche delle annualità successive è revocata e costituisce economia che può essere riprogrammata a favore di altri interventi ricadenti nei territori delle Autorità di bacino distrettuali che hanno realizzato il maggiore avanzamento degli interventi programmati e della relativa spesa”.
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Nell’isola le province interessate dall’installazione delle strutture galleggianti che dovranno intercettare la plastica e i rifiuti nei fiumi sono quelle di Agrigento, Catania, Ragusa e Trapani. Nello specifico nell’Agrigentino, 97mila euro saranno spesi per un intervento sul fiume Platani, tra i centri di Ribera e Cattolica Eraclea e il progetto coinvolgerà anche associazioni come Marevivo. In provincia di Catania, invece, 160mila andranno per il Simeto, nel tratto ricadente tra i comuni di Paternò Catania. Tre i progetti in provincia di Ragusa: ognuno dei quali dell’importo di centomila euro, riguarderanno il fiume Ippari a Vittoria, il Dirillo ad Acate e l’Irmino tra Ragusa e Scicli. Nel Trapanese, invece, centomila euro saranno utilizzati per recuperare la plastica nel fiume Belice, sul territorio di Castelvetrano.
Il programma per fiumi plastic free in Sicilia prevede, inoltre, 100mila euro per una campagna di raccolta delle plastiche lungo le sponde di diversi corsi d’acqua con il coinvolgimento di attivisti e associazioni ambientaliste; con la stessa cifra, infine, verrà finanziata una campagna di sensibilizzazione sull’importanza di non gettare rifiuti plastici nei corsi d’acqua.