“Il fatto che, in occasione delle prossime elezioni nessuno sia venuto qui a fare campagna elettorale, a promettere e garantire qualcosa, dà la misura di quanto nessuno voglia venire qui nemmeno a prenderci in giro”.
Ad affermarlo è uno degli abitanti del viale Bummacaro 2, uno dei palazzi di Librino in cui istituzioni e servizi sono da tempo immemore latitanti, soffocato da montagne di rifiuti, dall’odore nauseabondo della fognatura che sgorga in strada come fosse un ruscello. Palazzi dove gli abitanti restano chiusi in casa o, al massimo, restano affacciati al balcone per non rischiare qualche malattia, di essere circondati da topi o, a volte, di essere colpiti da uno dei sacchetti dei rifiuti lanciati in strada direttamente dal balcone.
Sono stanchi gli abitanti dei civici 2 e 3 della via popolosa del quartiere periferico di Catania; tanto da segnalarci l’impossibilità di vivere ancora in queste condizioni. Che ci mostrano avvolti da un filo di imbarazzo e tanta, tanta rabbia.
“Guardi lì – affermano mentre indicano una buca nel marciapiede coperta appena da una transenna. Qui, poco tempo fa, è caduta una bambina che non si è fatta male per miracolo. Da allora, a garantire la sicurezza, c’è una transenna”. La botola scoperchiata si trova accanto alle montagne di rifiuti e non sarebbe l’unica presente nella zona a rischio crollo.
I cassonetti sono stati eliminati appena lunedì e già, al posto dei contenitori è sorta una vera e propria montagna di spazzatura: gettata a qualsiasi ora e senza alcuna differenziazione, ca va sans dire. Accanto si trova una fermata dell’autobus. “Aspettiamo in strada – commenta una delle abitanti: perché stando lì manca l’aria, la puzza è nauseante e la paura di prendersi qualche malattia è tanta”.
La raccolta porta a porta nella zona è scattata appena lunedì: pochi i giorni affinché si possano vedere risultati. La ditta che si occupa del lotto Sud, Ecocar garantisce che, a giorni, saranno effettuate le bonifiche “sebbene non siano comprese nell’appalto – spiega Antonio Natoli, capo area della ditta. Qui il problema è serio – sottolinea: purtroppo la situazione si ripresenterà, come accade in altre aree del lotto Sud, nonostante gli sforzi che abbiamo e stiamo mettendo in campo per informare la popolazione e chiedere la collaborazione dei cittadini”.
Al civico 3 le cose non vanno certo meglio: la fognatura straripa in cortile, di fronte ai garage e a quello che, un tempo, era un campetto di calcio e oggi sembra il simbolo dell’abbandono. Qui vivono infatti numerose famiglie di appartenenti alle Forze dell’Ordine.
L’edificio, una volta della Regione e poi entrato nelle trattative per un debito, pare sia in condizioni precarie. Tanto che da Palermo era stato preso l’impegno di trovare fondi per nuovi alloggi. Lo scriveva il Sunia nel 2021 ma, a più di un anno di distanza, le cose non sono cambiate. Tanto da spingere il sindacato a chiedere nuovamente interventi, approfittando dei fondi messi a disposizione. “Nonostante le tante opportunità che il PNRR ha offerto per migliorare le condizioni di vita e della qualità dell’abitare nelle periferie, le istituzioni locali non dimostrano di saper porre reale attenzione al miglioramento delle condizioni di vita e della qualità dell’abitare. E i progetti dei piani urbani integrati nulla hanno di integrato e coordinato”. Le pensano così i rappresentanti di Sunia Sicilia, Sunia Catania e la Piattaforma per Librino, che per bocca rispettivamente delle segretarie Giusi Milazzo e Agata Palazzolo e di Sara Fagone, nell’ambito della campagna regionale ‘Focus sulle Periferie’, puntano “a far conoscere lo stato di difficoltà in cui vivono tante e tanti cittadine e cittadini attorniati dal degrado e dai rifiuti; condizioni che interessano molte zone dei quartieri periferici”.
Non solo aspettiamo ancora una soluzione per queste famiglie che, a causa di questo stato di precarietà, sono costrette a vivere nel degrado”.
“Purtroppo, l’immobile non è nostro e non possiamo intervenire – afferma l’assessore alle Infrastrutture della Regione siciliana, Marco Falcone. Abbiamo fatto manifestazioni di interesse per reperire altri alloggi – aggiunge – ma facciamo fatica a trovarli nonostante il grande impegno”.