Formazione

Budget della formazione, la Regione fa un passo indietro e riscrive la norma

La Regione torna sui suoi passi. Dopo l’approvazione della norma, all’interno della legge finanziaria del 31 gennaio 2024, che eliminava il tetto al budget massimo richiedibile da parte degli enti per i progetti di formazione professionale, è stato trovato un accordo con i sindacati e le associazioni datoriali per modificare quanto deciso all’Ars. La proposta condivisa è stata consegnata all’assessore alla Formazione professionale, Mimmo Turano, durante i lavori del Comitato per le politiche regionali della formazione professionale. L’incontro è stato voluto dallo stesso assessore, e si è tenuto alla presenza delle sigle datoriali Cenfop, Forma.Re,  Federterziario, Anfop, Asef, insieme con le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Confsal e Ugl Scuola Fp. Sarà così abrogato il comma 1 dell’articolo 70 della finanziaria 2024, andando a ripristinare il tetto massimo al budget richiedibile.  

Abrogare la norma per evitare il monopolio del settore

“Le organizzazioni sindacali e di categoria – scrivono in una nota congiunta le associazioni e i sindacati presenti all’incontro del Comitato – hanno apprezzato la volontà dell’assessore Turano di coinvolgere le parti sociali per riscrivere quella norma che, se così oggi fosse lasciata, provocherebbe la paralisi del comparto. Non è pensabile che un settore strategico come quello dell’istruzione e della formazione professionale, destinato a formare migliaia di giovani siciliani e che impiega altrettante migliaia di lavoratori, venga condizionato dalla scelta di pochi”. Il rischio, senza tetto di budget, è che i fondi finiscano tutti in mano ai pochi enti storici, tanto grandi da avere mezzi e strutture tali da permettere una progettazione molto ampia, andando a tagliare fuori enti più recenti e piccoli.

In eliminazione anche il vincolo all’assunzione del personale

La legge finanziaria introduceva anche il vincolo all’assunzione, per singola sede accreditata, di una serie di figure professionali che avrebbero appesantito e non poco gli enti in termini di spesa, spingendo ad un sovrannumero di dipendenti. La proposta presentata chiede che il comma 2 dell’articolo 70 della finanziaria venga modificato, in modo che per singola sede accreditata sia comunque garantito un organigramma funzionale minimo, che comprende le figure del formatore tutor, dell’operatore tecnico ausiliario, del collaboratore amministrativo e del direttore di sede operativa. “È nostro auspicio – conclude la nota congiunta – che le modifiche alla norma vengano calendarizzate al più presto in Parlamento, e si invitano le forze di maggioranza e opposizione a dare opportuna attenzione e sensibilità alla questione, affinché possa essere restituita serenità al settore e ai suoi lavoratori”.