Dalla Finanziaria pochi fondi per l'agricoltura in Sicilia - QdS

Con la Finanziaria mini boccata d’ossigeno per l’agricoltura ma “i soldi sono pochi”

Con la Finanziaria mini boccata d’ossigeno per l’agricoltura ma “i soldi sono pochi”

Giuliano Spina  |
lunedì 29 Gennaio 2024

Con la crisi agricola che avanza, il cambiamento climatico che incombe sulla produzione e le infrastrutture carenti, i sindacati lamentano i pochi aiuti al settore.

“Sulla Finanziaria il Governo regionale ha messo dei soldi per l’agricoltura. Noi questi soldi ce li prendiamo in acconto, perché se è vero che la Regione ha pensato prevalentemente agli agrumicoltori della zona del Catanese e di parte del Siracusano 7 milioni sono pochi. È un segnale che il Governo sta dando al mondo dell’agricoltura, ma ce li prendiamo in acconto così come i 25 milioni per la Peronospora. Se consideriamo che il Governo nazionale ne ha messi 7, quello regionale nelle pieghe del bilancio ha avuto un buon risultato. Ma con questi numeri arriverebbero soltanto 100 euro a ettaro”.

Commenta così gli attuali finanziamenti da parte della Regione Siciliana il presidente regionale della Confagricoltura, Rosario Marchese Ragona. Senza dubbio una mini “boccata d’ossigeno” per il comparto, che però non basta in tempi di crisi soprattutto per la filiera produttiva.

La scorsa settimana sulla Strada Statale 624 Palermo-Sciacca gli agricoltori e gli allevatori si sono radunati in un sit-in di protesta riguardante la mancanza di misure a loro sostegno. Un problema che si aggiunge ai tanti altri già ben noti, come la siccità e altre questioni che hanno ridotto gli operatori dell’agricoltura in Sicilia allo stremo.

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Agricoltura, dalla finanziaria ristori esigui

I ristori per agricoltori e allevatori in Sicilia sono pochi, nonostante la crisi evidente di uno dei settori più importanti dell’economia siciliana. “Ci auguriamo – commenta Ragona – che il Governo regionale possa trovare le somme per dare il giusto ristoro ai nostri agricoltori, che attualmente non stanno vivendo un buon momento. Anche per gli allevatori è un brutto momento, anche a causa dell’enorme carenza di foraggi. Dati gli elevati costi, comincia a essere antieconomico fare zootecnia, ma la zootecnia è patrimonio della Sicilia e mi auguro che a parte i ristori del latte se ne possano fare altri per la zootecnia”.

I danni al settore dell’agricoltura e dell’allevamento nelle diverse province sono ingenti e i finanziamenti attuali non bastano a ripararli del tutto.

I dati della crisi

I numeri parlano chiaro. “Ci auguriamo che ci siano aiuti – conclude Ragona – in tutti i comparti. Le aree di produzione ovviamente sono differenti. Hanno messo 25 milioni di euro per la Peronospora, un minimo di attenzione comunque c’è anche se sono insufficienti. In Sicilia è stato stimato un danno per la Peronospora di 45 milioni nella sola provincia di Agrigento. Ci accorgiamo di quello che viene fatto per l’agricoltura leggendo le diverse Finanziarie”.

Scardino (Cia): “Rivedere la Politica Agricola Comunitaria”

Il presidente regionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Graziano Scardino, spiega come il divario sia davvero alto tra i costi di produzione e il prezzo dei prodotti. Per Scardino, inoltre, la Politica Agricola Comunitaria sarebbe da rivedere.

“Siamo stati l’unica organizzazione professionale agricola – afferma Scardino – a scendere in piazza il 26 ottobre con una piattaforma chiara, che affermava ‘Prezzi alle stelle, agricoltori sempre più poveri’, denunciando il gap tra costi di produzione, ormai alle stelle, e il prezzo dei prodotti che noi vendiamo. Combattiamo la concorrenza sleale in alcune filiere produttive e il fatto che prodotti come concimi, fitofarmaci e carburanti oggi sono a costi altissimi, ai quali si aggiunge l’alto costo del denaro se uno deve ricorrere in banca per prestiti o mutui. Aldilà delle filiere dell’olio e dell’ortofrutta, che hanno avuto dinamiche di mercato positive, per il resto la zootecnia è in grande sofferenza. Al Governo abbiamo chiesto che venga dato un giusto valore al prodotto agricolo lungo la filiera garantendo un equo compenso e incentivando gli accordi di filiera. Quello che noi poniamo è anche la centralità delle aree interne, e quindi valorizzare il ruolo dell’agricoltura di queste zone che rischiano lo spopolamento. La permanenza dell’agricoltore nelle aree interne è fondamentale, così come anche gestire l’emergenza della fauna selvatica, che ancora non trova soluzione e che rovina i raccolti. Chiediamo una norma che riordini il consumo del suolo, noi siamo contro un consumo indiscriminato del suolo e siamo per mettere i nostri pannelli sui tetti e lasciare i terreni liberi”.

“Stiamo procedendo anche a chiedere una incisiva revisione della Politica Agricola Comunitaria, sia per combattere l’eccessiva burocrazia che per dare la possibilità agli agricoltori di poter produrre. Una Pac che sia capace di tutelare il reddito delle imprese. Con la Regione e con l’Agea stiamo lavorando per accelerare i pagamenti che ancora oggi sono bloccati, soprattutto del Piano di Sviluppo Rurale in un ottica di ristoro finanziario dell’impresa agricola. Infine la crisi climatica si deve combattere sia con la costruzione di invasi sul territorio che con la manutenzione di quelli esistenti, in particolare sulle linee di canalizzazione dell’acqua. Nel caso delle colture ortofrutticole ci troviamo a subire la concorrenza dei paesi del Nord Africa, che utilizzano prodotti fitosanitari”.

Agricoltura: “Servono le infrastrutture”

Il presidente regionale della Coldiretti, Francesco Ferreri, intervenuto a margine del congresso di Forza Italia tenutosi a Viagrande, sottolinea come l’agricoltura dell’Isola abbia bisogno di infrastrutture per la distribuzione dell’acqua.

“Viviamo sicuramente un periodo molto complesso – puntualizza Ferreri -, legato soprattutto al clima che stiamo vivendo. Sicuramente abbiamo bisogno di infrastrutture che permettono di distribuire l’acqua prima di tutto in maniera concreta e capillare su tutto il territorio. La Sicilia ha un grande potenziale dal punto di vista agricolo, ma in questo momento le difficoltà portano le aziende a essere esasperate e a rischiare di perdere una parte del nostro patrimonio economico, sociale e imprenditoriale”.

L’assessore regionale all’Agricoltura e vicepresidente della Regione Siciliana, Luca Sammartino, è stato contattato dal QdS, ma al momento non ha rilasciato dichiarazioni a riguardo.

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