Istituzioni

Gaetano Armao: “I burocrati devono dare conto di ciò che fanno”

“I responsabili dei procedimenti amministrativi ancora oggi non hanno la percezione che qualcuno gli può chiedere conto e ragione di quello che fanno”.
In queste parole, pronunciate dal vicepresidente Gaetano Armao, nel corso del forum con il QdS pubblicato lo scorso 26 febbraio, è racchiuso tutto il “dramma” di una burocrazia regionale che non ha nel suo Dna la “cultura” della responsabilità.
Eppure c’è una legge che stabilisce tale principio, porta proprio la firma di Armao ma di fatto è rimasta lettera morta.

Purtroppo la normativa vigente – ci ha spiegato Armao al forum – non viene completamente applicata. Si tratta di una legge che porta anche la mia firma, la numero 7 del 2019, che altri non è che la Legge sulla semplificazione e razionalizzazione della Pubblica amministrazione. La norma non ha eguali in tutta Italia poiché stabilisce la responsabilità dei dirigenti e dei funzionari, prevedendo meccanismi di tutela dei cittadini come, per esempio il diritto di essere auditi: qualsiasi cittadino che abbia un procedimento amministrativo in atto ha il diritto di essere ascoltato e il funzionario o dirigente non può sottrarsi a quest’obbligo, anzi deve prendere nota di quello che l’interessato vuole riferire e riportarlo nel provvedimento finale”.

Ma il problema sta anche dall’altra parte della barricata: “Se un soggetto – ha detto Armao – non ha la percezione di avere un diritto, automaticamente quel diritto non sarà mai realizzato, perché non glielo regala nessuno. I media svolgono un ruolo importante, perché dovrebbero veicolare questo tipo di informazione sulle norme. È un patrimonio che deve diventare coscienza civica e sociale per essere attivato. Per esempio, la Legge sulla trasparenza e la semplificazione amministrativa in Italia è nata nel 1990 con la numero 241 e in Sicilia con la numero 10. Piano piano le norme sono divenute consapevolezza nei cittadini. Lo stesso deve avvenire per questa legge, la numero 7/2019”.