Il presidente della Regione, Renato Schifani, incontrerà i capigruppo della maggioranza dell’Assemblea regionale siciliana e i presidenti delle commissioni di Palazzo dei Normanni per un confronto martedì prossimo.
Lo ha annunciato qualche minuto fa un comunicato della Presidenza della Regione, dopo le notizie di questi giorni sulla “scarsa” produttività dell’Assemblea, e dopo che ieri, il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, presentando i dati sul lavoro del Parlamento regionale del primo semestre di governo, non ha lesinato qualche critica al Governo regionale circa la sua assenza frequente dai banchi dell’Aula nei giorni di seduta.
“Non voglio difendere l’aula o i parlamentari, – ha detto ieri Galvagno – ma l’aula può stare aperta anche 24 ore su 24. Ci vuole, però, della carne al fuoco da mettere. Ci auguriamo da parte del Governo che in maniera più celere possa sottoporre alla nostra attenzione disegni di legge che ritiene importanti”.
Critiche più dure erano arrivate già nelle scorse settimane da diversi parlamentari dei gruppi di opposizione, quando spesso si sono ritrovati a non potere avere risposte dal Governo neppure alle interrogazioni parlamentari perché non erano presenti a Sala d’Ercole i membri della giunta. O quando, più di recente, qualcuno era anche presente (vedi il caso dell’assessore alla Salute Giovanna Volo), ma non sufficientemente preparata per rispondere alle domande dei parlamentari regionali.
Terminata la conferenza stampa del presidente Galvagno, ieri, però, era in programma una seduta d’Aula che è stata rinviata perché mancava il numero legale e, di fatto, non si potevano esaminare i disegni di legge. Dopo i toni più pacati di qualche minuto prima, Galvagno, a Sala d’Ercole, ha preso una posizione più dura: “Sono in forte imbarazzo – ha detto – Ricorrono sei mesi dal nostro insediamento, ed è imbarazzante vivere questa fase. È inaccettabile che a sei mesi dal voto non ci sia una grande passione per il lavoro per il quale siamo stati eletti”.
“Non appena chiuderò questa seduta, chiamerò il presidente della Regione – aveva annunciato – per la questione relativa al governo, anche se non è completamente sua la responsabilità, e per questo chiamerò i capigruppo della maggioranza, perché queste assenze sono pesanti, nei confronti di tutti i siciliani”.
Oggi, la notizia della convocazione da parte di Schifani. Sembrerebbe una risposta agli appelli dell’Assemblea, anche se il Governo ci tiene a precisare che “l’incontro rientra nell’ambito di quella verifica periodica dell’attuazione del programma di governo promossa dal presidente, attraverso una serie di appuntamenti con le forze di maggioranza, come quello svolto lo scorso 10 marzo”. Come a dire che Schifani non si fa certo tirare per la giacca dal parlamento.
Ieri, Galvagno aveva comunque precisato che “I rapporti con il Governo regionale sono ottimi”, ma che l’Ars aspetta, da parte della giunta “di conoscere le priorità che vogliono portare avanti”.
Un dibattito sorto dopo la pubblicazione, da parte degli uffici dell’Assemblea in occasione del termine del primo semestre di Governo, ma anche di un articolo del Qds.it, in cui il lavoro del parlamento regionale è stato messo sotto la lente di ingrandimento. E quello che è venuto fuori non è stato certo edificante: in questi mesi i parlamentari siciliani si sono riuniti in Aula in media circa una-due volte a settimana, per un totale di circa 5 ore di lavoro in una settimana. Le leggi approvate sono state solo quasi esclusivamente quelle (obbligatorie) che riguardano i documenti finanziari della Regione – Bilancio, previsioni di Bilancio per il prossimo triennio.
Un dato certamente non esaustivo nel descrivere il lavoro dei parlamentari, ma neanche nelle commissioni è andata meglio, lì dove i disegni di legge da votare poi in Aula vengono “preparati”: secondo i dati degli uffici dell’Assemblea, su 390 disegni di legge presentati dai parlamentari, le commissioni ne hanno esitati per l’aula soltanto 15, compresi – appunto – le leggi finanziarie poi approvate. Gli altri, aspettano fermi nei cassetti delle scrivanie di Palazzo dei Normanni, mentre troppo di frequente le sedute d’Aula vengono rimandate o arrivano a durare anche – come è successo ad esempio con la seduta del 5 aprile scorso – appena sette minuti.