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Gaza sotto attacco, Israele si prepara all’attacco via terra: “Risoluzione Onu scandalosa”

La Striscia di Gaza è sotto attacco e isolata: si avvicina, purtroppo, la temuta svolta nella guerra tra Israele e Hamas, con la preparazione dell’invasione via terra e via mare da parte di Israele.

Tutto il mondo osserva con il fiato sospeso, mentre le popolazioni civili da ore sono sotto bombardamenti e Israele annuncia il potenziale “allargamento dell’operazione via terra”. Ecco gli ultimi aggiornamenti.

Gaza sotto attacco, le ultime notizie sulla guerra

Secondo le ultime stime, al 21esimo giorno di guerra, sono oltre 7.300 i morti palestinesi e 1.400 quelli israeliani. A questi si aggiungono i 229 ostaggi a Gaza, molti dei quali catturati dopo gli attacchi a sorpresa di Hamas durante una festa in Israele lo scorso 7 ottobre. La zona appare interamente isolata, in quanto gli attacchi perpetrati nelle scorse ore (indicativamente dalle ore 21 di ieri, ora italiana) avrebbero fatto saltare sia le linee telefoniche e Internet che le forniture di luce e gas.

La risoluzione Onu, si astiene l’Italia

Nelle scorse ore, proprio mentre Gaza si trovava ad affrontare il nuovo massiccio attacco delle forze israeliane, ha approvato la risoluzione proposta dalla Giordania per una tregua del conflitto. Nella risoluzione si chiede una “tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata” e la “fornitura immediata, continua e senza ostacoli” di tutti i beni di prima necessità ai civili di Gaza, con l’apertura di corridoi umanitari per i rifugiati. La risoluzione ha ottenuto 120 a favore e 14 contrari: l’Italia è tra i 45 Paesi che si sono astenuti assieme ad altri Paesi come Germania, Ucraina, Gran Bretagna, Giappone e Tunisia. Israele e Stati Uniti, assieme ad altri Paesi, hanno detto “no” alla risoluzione in quanto sembra non preveda provvedimenti contro Hamas.

L’Italia si è astenuta dal votare la risoluzione presentata dalla Giordania, spiega Maurizio Massari, rappresentante dell’Italia alle Nazioni Unite, “per tre ragioni: perché manca la condanna chiara e senza ambiguità degli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso a Israele; perché manca il riconoscimento del diritto di ogni Stato sotto attacco, in questo caso Israele, a difendersi in linea con il diritto internazionale e umanitario e perché manca l’imperativo che è quello del rilascio immediato e senza condizioni degli ostaggi”.

Ucciso capo delle forze aree di Hamas

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato di aver colpito con il loro attacco 150 obiettivi sotterranei nel nord della Striscia di Gaza nella notte, di aver arrestato 10 miliziani di Hamas e di aver ucciso nel corso di un raid il capo delle forze aeree di Hamas, Issam Abu Rukbeh.

Israele prosegue con gli attacchi, dichiarando di “respingere categoricamente la decisione presa questa sera dall’Assemblea generale dell’Onu”. “Ancora una volta, quando le azioni criminali di Hamas vengono smascherate, l’Onu rivela il suo vero volto con una decisione scandalosa. Israele respinge la richiesta di cessate il fuoco e continuerà ad agire per garantire la propria sicurezza e quella dei suoi cittadini”, ha dichiarato Lior Haiat, il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, su X (Twitter).

Dal canto suo, invece, Hamas – nella persona del portavoce Osama Hamdan, intervenuto ad “Al Jazeera” – dichiara che “Non sono in corso negoziati con Israele”. Su quanto accaduto nelle scorse ore a Gaza, Hamdan aggiunge: “È chiaro che hanno iniziato l’invasione di terra, ma sono preoccupati per le conseguenze, sono preoccupati per ciò che potrebbe accadere sul terreno e stanno affrontando una resistenza molto forte”.