Caltanissetta

Gela, caos Associazione antiracket ma sono solo ipotesi di reato

GELA (CL) – Lunghe ombre sull’Associazione antiracket con indagini sugli associati che hanno fatto la storia di una struttura che avrebbe dovuto essere senza macchia e che invece è stata investita, nell’arco di appena un mese, da un ciclone che ne ha offuscato la credibilità.

Dopo le notizie di cronaca su indagini e arresti è arrivata la reazione della Prefettura di Caltanissetta che ha comunicato agli Enti datoriali del territorio nisseno che, con decreto prefettizio del 9 settembre è stata disposta la sospensione in via cautelare dell’iscrizione della Fai antiracket di Gela associazione Gaetano Giordano nell’elenco delle associazioni e fondazioni antiracket e antiusura, custodito presso la Prefettura.

Fondata oltre venti anni fa su input dell’allora sindaco Rosario Crocetta, nel corso degli anni ha operato sul territorio ottenendo anche riconoscimenti e inserimenti in ambito nazionale. Oggi due episodi in poco più di un mese ne hanno macchiato il glorioso passato.

Il mese scorso il presidente Renzo Caponetti è stato indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche e malversazione. Il gip ha disposto il sequestro di 396.628 euro. Secondo la Procura, presieduta da Fernando Asaro, i due avrebbero presentato per la propria azienda istanza di accesso al Fondo di solidarietà per ottenere somme di cui sono destinatarie le vittime di estorsione, sostenendo di aver subito un danno consistente nella riduzione del fatturato e nel mancato guadagno per la loro appartenenza all’associazionismo antiracket. Si sarebbe configurata la truffa ai danni dell’Ufficio del Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura che ha liquidato in loro favore la somma di 396.628 euro.

In seguito i riflettori sono stati puntanti anche su un imprenditore gelese tra i fondatori dell’associazione, Giovanni Salsetta, iscritto all’associazione. Titolare di due imprese edilizie e dell’installazione di impianti che, attraverso un sofisticato meccanismo fraudolento, avrebbe omesso versamenti d’imposta per oltre 4,5 milioni di euro.

Da qui la decisione della Prefettura di non riconosce fra le associazioni del suo elenco l’Antiracket di Gela. In ogni caso, è giusto specificare che si tratta soltanto di ipotesi di reato. E tutto dovrà eventualmente essere provato in Tribunale.

“Non c’è ancora alcun giudizio – ha commentato la presidente onoraria dell’associazione Antiracket, Franca Evangelista, moglie del commerciante Gaetano Giordano, ucciso dalla mafia nel 1992 e a cui è stata intitolata l’associazione – e speriamo si possa avere al più presto. Solo allora si potrà parlare di rinnovata fiducia o di altro. Il fatto che alcuni associati abbiano le difficoltà ben note, non deve scalfire il credito fino a ora riconosciuto. Il momento è delicato; rispettiamolo evitando commenti sterili”.