GELA (CL) – L’Amministrazione comunale ha trovato una soluzione per risolvere, a breve termine, il problema delle sepolture rimaste in sospeso: eliminare le tombe più vecchie per sistemare i morti più recenti. Per questo il settore Ambiente e Decoro urbano ha avviato un censimento nel cimitero di Caposoprano per capire quanti loculi possano essere liberati mediante operazioni di estumulazioni ordinarie per scadenza di concessioni.
Nelle more che vengano realizzati gli oltre novecento posti previsti a Farello, urge dunque liberare loculi per procedere alle sepolture non effettuate: nel cimitero di Caposoprano, infatti, ci sono loculi comunali antichi, ma che hanno comunque trovato una strenua difesa in alcuni cittadini che hanno protestato duramente contro quella che hanno definito una cancellazione della storia.
Per l’Amministrazione però le concessioni sono scadute e i discendenti non hanno provveduto al rinnovo. “Essendo trascorsi oltre trent’anni – ha sottolineato in una nota il sindaco Lucio Greco – in base al regolamento di Polizia mortuaria si può procedere alle estumulazioni dei resti mortali mineralizzati, da traslare in cassettine di zinco da depositare negli ossari comunali dei cimiteri di Caposoprano e Farello”.
È stata così emessa un’ordinanza dirigenziale, la n. 907 del 15 dicembre 2020, che prevede che i familiari dei defunti sepolti abbiano trenta giorni di tempo dal momento della pubblicazione per comunicare agli uffici cimiteriali la volontà di conservare i resti mortali del proprio congiunto. Senza la mancata manifestazione di questa volontà da parte dei discendenti, si procederà come previsto dall’Esecutivo.
Ma come detto, non tutti hanno apprezzato questa decisione del Comune. “Saranno distrutte – hanno affermato Emanuele Zuppardo e Andrea Cassisi, del Centro di spiritualità cristiana – le tombe di uomini, donne e bambini vissuti nell’Ottocento e nei primi anni del Novecento. Persone che fanno parte della memoria storica della nostra città, di intellettuali come Mario Aldisio Sammito, storico, scrittore, poeta e politico morto nel 1903 che aveva intessuto rapporti epistolari con Garibaldi, Mazzini, Victor Hugo, Cairoli, Guerrazzi, Napoleone Colajanni e tante personalità del suo tempo. Il cimitero monumentale è un Museo a cielo aperto e questo gli amministratori non lo vogliono capire o fingono di non capirlo. Vadano a leggere gli epitaffi delle lapidi che vogliono sventrare, come quello del poeta Mario Rapisardi scritto per la tomba del patriota risorgimentale gelese Aldisio Sammito”.
E anche alcuni esponenti politici si sono apertamente schierati contro la Giunta Greco. “La storia – ha detto Rosario Emmanuello, dirigente locale di Fratelli d’Italia – non si tocca. Guai a pensare di volere cancellare le radici di un popolo. I cimiteri raccontano chi eravamo e come siamo cambiati. Le lapidi sono reperti di valore, ci parlano attraverso le fotografie. Non si può operare in questo modo per fare soldi e soprattutto per giustificare il blocco ultradecennale all’edilizia cimiteriale”.