GELA (CL) – Un nuovo intoppo che rischia di mandare ancora una volta all’aria il progetto del porto. Sul tema dell’insabbiamento e ripascimento della struttura ci si è confrontati nel corso di una videoconferenza cui il sindaco Lucio Greco ha preso parte su invito della Prefettura. Un confronto cui hanno partecipato anche i rappresentanti di Capitaneria di Porto, Arpa, Ispra e Regione.
La nuova emergenza deriva dal fatto che da ottobre potrebbe non essere più valido il campionamento delle sabbie eseguito dal Dipartimento di Protezione civile regionale e i conseguenti dati raccolti. Tutto il lavoro fatto fino a oggi, insomma, rischia di non poter essere più utilizzato e i tempi burocratici per fare la gara a quel punto non ci sarebbero più, perché bisognerebbe ricominciare quasi da zero.
Un rischio che non è possibile correre e per questo il Dipartimento ha già comunicato che a breve provvederà a un aggiornamento del Piano di caratterizzazione delle sabbie e lo presenterà al ministero delle Infrastrutture e a tutti gli enti preposti, per poi effettuare gli altri passaggi propedeutici necessari e programmare un nuovo incontro.
“Non posso negare – ha detto il sindaco Greco – di essere preoccupato per questi continui rinvii, dovuti ad approfondimenti e aggiornamenti, ma posso garantire che, insieme al prefetto Chiara Armenia, monitoreremo costantemente la situazione. Per il futuro, auspico una maggiore collaborazione tra Arpa e Ispra, al fine di accelerare tempi e iter. Questa ulteriore attività va ultimata nel minor tempo possibile, per capire bene quali siano i quantitativi di sabbia che possono essere utilizzati per il ripascimento e a quanto ammontano quelli che, invece, dovranno essere conferiti in discarica”.
“Stiamo parlando – ha aggiunto il primo cittadino gelese – di un’opera molto attesa dalla comunità locale e dalla marineria. Un porto insabbiato non è solo uno spettacolo indecoroso e paradossale per una città di mare come la nostra, ma rappresenta un problema enorme sul fronte dell’economia del territorio e della sicurezza degli operatori marittimi. Gela merita una struttura portuale pienamente fruibile e auspico un’azione complessiva in cui tutti riescano a fare sistema per fare in modo che i lavori possano essere avviati il prima possibile”.
Il progetto per il porto di Gela nacque alla fine degli anni Novanta. Già allora c’era pronto un finanziamento miliardario (trenta miliardi delle vecchie lire) che avrebbe dovuto risolvere la realizzazione di questa infrastruttura fondamentale. A quel tempo, però, le attenzioni si concentrarono principalmente sull’industria e del porto si persero le tracce. Poi si cominciò a parlare del restyling offerto dall’Eni con le compensazioni per una cifra vicina ai sei milioni di euro. Nel 2017 venne firmato il protocollo d’intesa e da allora si attendono le autorizzazioni per avviare le caratterizzazioni delle sabbie finalizzate all’escavo propedeutico alla ristrutturazione.
Serve poi che la Regione si attivi per la realizzazione della grande darsena commerciale per la quale l’impegno economico sarebbe molto più oneroso. Anche in questo caso, non sono mancate le promesse, ma di fatti nemmeno l’ombra, mentre si inaugurano altre infrastrutture in Sicilia.