GELA (CL) – In piena estate una crisi idrica che dura da oltre due settimane. Tutto è iniziato a fine giugno, quando le società di gestione Caltaqua e Siciliacque hanno annunciato un guasto alla condotta di San Leo, con riverberi sulla distribuzione idrica tali da coinvolgere mezza città e le zone balneari.
Caltaqua è stata costretta di conseguenza a interrompere la distribuzione idrica prevista nelle seguenti zone di Caposoprano alta e bassa, San Giacomo alta e bassa, Fondo Iozza, Scavone alta e bassa, Marchitello e Manfria. Qualche giorno dopo le società di gestione hanno annunciato la ripresa della distribuzione. Ma solo sulla carta.
In particolare, nel quartiere San Giacomo e Caposoprano la mancanza di acqua si è dilatata nel tempo con le proteste che ne sono derivate da parte dei cittadini, che lamentano la mancata fornitura in un momento dell’anno in cui l’acqua è fondamentale per l’igiene di residenti ed emigrati che tornano nella stagione delle vacanze.
Il sindaco, che aveva promesso in campagna elettorale di cacciare le società che si occupano della distribuzione e che fanno pagare in bolletta anche i periodi di vacatio, ha scritto a Caltaqua, al presidente dell’Ati e perfino al presidente della Regione. Numerose le lettere inviate dal primo cittadino per denunciare le legittime proteste della cittadinanza gelese, lasciata ancora una volta con i rubinetti a secco in questi giorni di caldo estremo, con tutti i problemi e i disagi che ne conseguono, anche per la salute e l’igiene pubblica.
“Chiedo l’urgente attivazione – ha affermato il primo cittadino – di quanto necessario per il normale ripristino dell’erogazione, assicurando, nelle more, l’utilizzo di autobotti e mezzi alternativi in grado di garantire anche un minimo quantitativo di acqua per le esigenze della vita quotidiana”.
Greco ha chiesto l’intervento al presidente dell’Ati, Massimiliano Conti, per adottare una presa di posizione forte e risolvere la lunghissima crisi idrica. Poi ha inviato una missiva anche al presidente della Regione Nello Musumeci, per chiedere tutti gli opportuni accertamenti e tutte le verifiche necessarie per fare chiarezza sui motivi legati alla persistente crisi, iniziata a maggio, aggravatasi sul finire di giugno e ancora in atto.
“Non è possibile – ha scritto Greco – che i cittadini di Gela continuino a pagare per le inadempienze delle due società e a soffrire a causa di questa penuria di acqua, tra l’altro nel periodo più caldo dell’anno. Si deve risolvere immediatamente il problema, qualunque esso sia, e adottare tutti gli accorgimenti affinché non si ripresenti più”.
“La frequenza delle interruzioni – ha concluso il primo cittadino – è ormai tale da indurre a sospettare che ci sia la volontà, da parte di Caltaqua e Siciliacque, di riservare questo inaccettabile trattamento solo alla città di Gela, e non intendo più sopportare un simile comportamento”.
Un’emergenza continua dunque. E in questo contesto, parlare di rilancio del territorio ai fini turistici sembra davvero quasi una barzelletta.