GELA (CL) – Ristoranti che si allungano sulla strada, circolazione a doppio senso e auto in sosta. Un mix che ha prodotto un’inconfondibile pizza al sapore di… smog.
Il lungomare cittadino è tornato a rianimarsi grazie alle riaperture post pandemia e alla delibera approvata dal Consiglio comunale per favorire lo sviluppo economico della categoria dei ristoratori. Ciò che è mancato, però, sono state tempistiche adeguate e una corretta organizzazione.
A quasi due mesi dall’approvazione della delibera, infatti, le esigenze dei commercianti si sono scontrate con la gestione della viabilità e in questo modo le pedane dei locali hanno inevitabilmente ridotto la carreggiata stradale, rallentando lo scorrere della viabilità. Una condizione che ha sollevato le proteste di cittadini, residenti e gruppi politici.
Le norme prevedono un limite minimo di larghezza delle corsie di marcia. Come si legge nel Codice della strada, infatti, la larghezza deve essere scelta tra i moduli 2,75 m, 3 m, 3,25 m, 3,5 m, 3,75 m, riducibili a 2,5 m negli attestamenti delle intersezioni urbane (purché la corsia non sia percorsa dal trasporto pubblico o dal traffico pesante).
A Gela, però, su un lato del lungomare i marciapiedi non esistono più perché sono occupati dalle pedane. Non possono circolare agevolmente i portatori di handicap, ma possono usare l’altro lato dove però sono parcheggiate le auto. Anche la carreggiata si è ristretta notevolmente, il che significa che le auto che circolano nei due sensi devono adottare il senso unico alternato per potere avanzare. Facile immaginare cosa succeda quando arriva un’ambulanza a sirene spiegate o i mezzi ingombranti dei vigili del fuoco.
Caso paradossale è poi quello che si verifica in una parte del Lungomare dove è stata concessa la possibilità di allocare i tavoli a ridosso di un ufficio comunale in cui è previsto anche il transito di materiali in uscita durante le ore di lavoro e a volte anche durante quelle di straordinario. In pratica, i dipendenti per tirare fuori i loro mezzi di lavoro devono chiedere il permesso o chiedere scusa agli avventori. Insomma, i tavoli ingombrano anche gli spazi degli uffici pubblici.
“L’Amministrazione – ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico, Terenziano Di Stefano – senza attendere i decreti nazionali e regionali, anzi anticipandoli, ha istituito il nuovo asse stradale prevedendo l’occupazione gratuita del suolo pubblico già nella data del 4 maggio, al fine di provare ad alleggerire i ristoratori dal peso enorme creato dal blocco forzato delle attività. Nella stessa ottica di una ripartenza, l’Amministrazione ha previsto entro il 21 giugno l’istituzione della Ztl e la data coincide con la cessazione del coprifuoco. La delibera di giunta, infatti, è già stata predisposta e prevede la modifica dell’orario, che partirà dalle 19 fino alle ore 2. Il tutto, e non lo dico con il timore di apparire retorico, avendo a cuore la ripartenza di una città sprofondata nelle sabbie mobili del blocco forzato. Il resto è solo polemica sterile”.