FAVARA – “Onorata di essere stata la prima donna sindaco, ma sono ormai divenuta il capro ispiatorio dell’odio della comunità favarese. Non è un atto di codardia, ma un atto di amore per la città”. Con queste prime parole pubblicate sulla propria pagina social, Anna Alba ha annunciato le sue dimissioni da sindaco di Favara.
Il passo indietro di Anna Alba arriva al culmine di tensioni ormai sfociate anche nel sociale; dalla questione dei rifiuti, con la città invasa da spazzatura putrescente e gli operatori ecologici in sciopero da oltre 2 settimane, allo sciopero dei precari che chiedono la stabilizzazione. “Mi sono sforzata per capire il perché si sia arrivato a tanto. Qualcuno ha voluto utilizzare i precari e i netturbini per andare contro di me e farsi la campagna elettorale. Vile strategie che grava non solo sulle mie spalle ma su quelle di tutta una comunità ad oggi in ginocchio”, ha dichiarato l’ormai ex sindaco Alba a margine della conferenza stampa che ha voluto tenere per spiegare le sue decisioni.
Eletta nel giugno del 2016 Alba ha conquistato il popolo e la maggioranza assoluta in Consiglio comunale; l’ex sindaco ha dovuto fare i conti con un Comune in dissesto finanziario, riuscendo a superare, grazie anche al Consiglio comunale, una mozione di sfiducia. Ha, inoltre, rinunciato a circa 50 mila euro di indennità, ma si è sentita abbandonata dallo Stato, dalla politica e dal suo stesso Movimento Cinque Stelle.
“Credevo di appartenere ad un gruppo politico in cui la regola dell’uno vale uno avrebbe portato un processo di democrazia partecipata nella quale ognuno si assumesse pro quota la propria responsabilità come io ho fatto fino ad oggi e continuerò a fare fino all’ultimo giorno in cui sarò sindaco di questa città. Sicuramente con 20 deputati regionali del tuo movimento, di cui uno persino favarese, ci si aspettava una collaborazione e un dialogo che avrebbe potuto fare la differenza.
Purtroppo invece, chi doveva assumersi parte della responsabilità, non solo si è voltato dall’altra parte ma ha rappresentato un grosso ostacolo, un avversario capaci di colpirti dall’interno”, ha continuato l’ex sindaco rivolgendo un duro attacco a Giovanni Di Caro.
Adesso dovranno decorrere 20 giorni prima che le dimissioni divengano irrevocabili, ne seguirà lo scioglimento della giunta e l’arrivo del commissario regionale.