L’adesione di Giancarlo Cancelleri a Forza Italia continua a creare polemiche, dentro e fuori il Movimento 5 Stelle. Ed è anche l’occasione, per molti, di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Oggi è stato il turno dell’ex grillino ed eurodeputato Dino Giarrusso, che in un post infuocato pubblicato nel pomeriggio su Facebook, scrive: “Cancelleri ha fatto in questi anni cose indicibili, e certamente indegne dei valori cui si rifaceva il Movimento. Due mandati in Regione, due mandati al governo, due mandati alla camera per sua sorella, e poi il marito di lei, cognato di Giancarlo, assunto a 65mila euro l’anno da Laura Castelli al MEF. La corte dei conti volle vederci chiaro, e quella nomina indegna venne ritirata. Questo è Giancarlo Cancelleri, un politicante vecchio stampo, poltronaro e arrogante: lo è sempre stato, perché vi stupite che vada in Forza Italia?”
“Di questi esempi potrei farne centomila – continua Giarrusso nella sua invettiva – tutti simili: soldi, poltrone, ricatti, candidature promesse o minacciate, amici assunti negli uffici del M5S e pagati con soldi pubblici, compresi i condannati Ciaccio e La Rocca, legatissimi a Cancelleri”.
Giarrusso si riferisce a Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca, ex parlamentari del Cinquestelle non rieletti e passati, quindi, a lavorare come collaboratori prima nel gruppo parlamentare dei grillini all’Ars, poi ‘spostati’, la La Rocca nel Pd e Ciaccio in Forza Italia.
Proprio Claudia La Rocca, ha risposto a Giarrusso: “Ognuna delle persone che è andata via dal Movimento lo ha fatto per ragioni diverse, alcuni per motivi sinceri (come per la questione della “democrazia interna” assente o il non rispecchiarsi più in un Movimento che era prono alle posizioni dell’alleato di turno, a partire dalla Lega), altri decisamente un po’ meno. Sulla questione del passaggio in Forza Italia non condivido la scelta di Giancarlo per diverse ragioni, ho una mia chiara idea su tutto, ma non voglio infierire più di tanto, sia perché dal punto di vista umano questa storia mi sembra triste, sia perché dal punto di vista politico un po’ mi fa arrabbiare, perché tanti di noi nel Movimento ci hanno investito con sincerità un pezzo della vita e sono convinta che “un pelo” di ambizione in meno da parte di alcuni “galli” forse avrebbe fatto la differenza su tante cose”.
Una risposta, quella di La Rocca, affidata anche stavolta ai social network, dove nel post, con un post scriptum, si rivolge “al mio amico eurodeputato”, ironicamente definito “l’unico vero possessore dei valori del Movimento, sia chiaro”: “Ero molto preoccupata – scrive La Rocca – perché era già passato qualche mese senza scrivere qualche fesseria tirata a caso su me e Giorgio (Ciaccio, ndr). Può darsi che sia segretamente innamorato di noi, chissà. Comunque, vorrei dirgli che io politicamente parlando sono sempre e solo stata “legatissima” a me stessa e al mio modo di vedere le cose, anche a costo di essere “minoranza” per sempre e mi dispiace davvero per lui per l’astio che riesce a sprigionare, mi rendo conto che trovare modi per certificare la propria esistenza comporti una gran fatica”.
Ma Giarrusso ne ha per tutti dentro il Movimento: “Ricordo i sedicenti grillini che dovevano darmi “lezioni” di Movimento, tutti legati a Cancelleri. Corrao, che è uscito dal M5S e passato ai Verdi anni fa e fece anche un appello per disiscriversi dal M5S con tanto di foto di Conte e Di Maio. Gli stretti amici di Corrao e Cancelleri: Sergio Tancredi, poi candidato in FDI e trombato, un tal Lombardo, deputato M5S passato in non so quanti partiti compreso quello di Renzi e poi scomparso, Matteo Mangiacavallo, passato a FdI e trombato, Angela Foti, passata a FdI e trombata… ricordo che in campagna elettorale, una volta, in un incontro a Leonforte, vennero a “controllarmi” due sedicenti grillini ortodossi, Elena Pagana e Ciccio Cappello. Fedelissimi di Cancelleri, stavano lì a spiegarmi che loro erano il vero Movimento, non io. Ebbene Angela Pagana è passata a FdI, è stata candidata alle regionali, trombata, ma ripescata come assessore da Schifani, mentre Ciccio Cappello, una sorta di devoto a Cancelleri è rimasto sì nel Movimento, ma dopo due mandati, alla faccia della coerenza, oggi prende ancora uno stipendio proprio grazie a Nuccio di Paola, con cui collabora in regione: ancora soldi pubblici, dopo i due mandati”.
L’addio di Cancelleri ha scatenato una polemica dopo l’altra, lo hanno criticato in tanti, da Alessandro Di Battista a Giuseppe Conte. Ieri, poi, gli attacchi sono arrivati anche dalla stessa maggioranza di cui fa parte, ora, anche l’ex grillino.
Marco Intravaia, parlamentare all’Ars di Fratelli d’Italia, che ha definito il cambio di casacca di Cancelleri “francamente sconcertante”.
Ma è arrivata anche qualche ‘mano tesa’, neanche a dirlo dai nuovi colleghi di maggioranza.
Ieri, in sua difesa, sono intervenuti il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Stefano Pellegrino, e l’ex assessore alla Salute del governo Musumeci, Ruggero Razza, che ha affermato: “Ognuno ha diritto, mettendoci la faccia e senza contropartite, di cambiare idea e, nella maturazione delle proprie esperienze, di abbracciare un nuovo percorso politico. Il filtro delle decisione, in democrazia, spetta ai cittadini non ai polemisti da social media, che si indignano a comando”.
“Non siamo stupiti per gli attacchi ai limiti della volgarità che stanno arrivando da parte del gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle – ha detto invece Pellegrino – evidentemente spaventato dal significato del passaggio a Forza Italia di Giancarlo Cancelleri, rispetto all’attrattività del nostro partito e rispetto alla libertà di pensiero che proprio in quel “Movimento” si è tentato di impedire. Stupisce piuttosto la cultura giustizialista espressa dalle parole di Giuseppe Conte, che pure prima della sua avventura politica era un avvocato; sono ulteriore segno del nervosismo che regna in questo momento nel “Movimento” e della sua incapacità di essere attrattivo rispetto a chi vuole impegnarsi per la Sicilia. Ci sembra quasi di vedere la classica volpe che incolpa l’uva della propria incapacità”.