In occasione della Giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto ci sono dei dati che come al solito rappresentano un campanello d’allarme. Secondo quanto riportato dall’Osservatorio Nazionale Amianto negli ultimi dieci anni in Italia sono state circa 60mila le persone morte per malattie legate all’amianto. Dati preoccupanti su cui Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio, ha invitato la premier Giorgia Meloni a dare priorità al tema: “In questo giorno, in cui si ricordano le vittime dell’amianto rivolgiamo un appello alla premier Giorgia Meloni perché torni nell’agenda del Governo”
Bonanni successivamente ha sottolineato che la maggior parte dei casi che si presentano conducono al decesso: “Ricordiamo che soltanto la bonifica e messa in sicurezza può evitare le esposizioni ad amianto e quindi le future diagnosi di malattie asbesto correlate che, purtroppo, in più del 90% dei casi si tramutano in una sentenza di morte”.
Per quanto riguarda le vittime dell’amianto, la Sicilia risulta essere tra le regioni più colpite. Gli ultimi dati a riguardo sono stati raccolti sempre dall’Osservatorio Nazionale Amianto e sono stati presentati in occasione dell’incontro “Missione Amianto zero: cosa, perché e come” per quello che fu il trentesimo anniversario della legge 257/92 che ha messo al bando l’amianto in Italia.
In quell’occasione l’Osservatorio Nazionale Amianto rese noto che soltanto in Sicilia per quanto riguarda i mesoteliomi, ossia i tumori legati all’esposizione al materiale, si parla di circa 1.850 casi dal 1998 ad oggi, con una mortalità equivalente al 93% nei primi cinque anni. Sulla base di questi dati sono stati dunque calcolati circa 1720 decessi a cui si aggiungono 3500 persone per tumore al polmone e ulteriori mille per asbesto correlate. La cifra totale supera le 6200 vittime.
Considerando che l’incontro di Palermo si è svolto nel 2022 e che oggi i dati nazionali raccolti dall’Osservatorio sostengono che in Italia sono state circa 60mila le persone morte per malattie legate all’amianto, si evince che il problema risulta ancora attuale e l’unica certezza è che bisogna fare qualcosa per tutelare coloro che quotidianamente sono esposti a tale rischio.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI