PALERMO – Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha approvato nei giorni scorsi un Decreto legge relativo a disposizioni urgenti finalizzate a garantire l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il Governo ha deciso di spingere sull’acceleratore per non perdere neanche un soldo di quest’ultimo treno che sta passando, cercando anche di sollecitare gli Enti locali a darsi da fare per concretizzare i progetti. Le norme spaziano dalla governance alla semplificazione amministrativa, dallo sport alla giustizia, dalla digitalizzazione alle infrastrutture, e il decreto imprime una vera e propria stretta sui soggetti attuatori del Piano.
Vi sarà soprattutto la possibilità di attivare i poteri sostitutivi nel caso in cui ci sia un disallineamento tra i cronoprogrammi e i dati comunicati al sistema informatico Regis. Inoltre, se la Commissione Ue verifica “l’omesso o l’incompleto conseguimento degli obiettivi”, scatterà l’obbligo di restituire gli importi percepiti. Il decreto, incorpora anche le misure per la prevenzione e il contrasto del lavoro irregolare e contiene una serie di micro-norme, dal bonus per chi assume badanti di anziani non autosufficienti ultraottantenni, all’arrivo del portafoglio digitale fino all’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo Isee per i beneficiari dell’assegno di inclusione (norma che nella versione definitiva sarebbe stata stralciata).
Ce ne sarà per gli alloggi universitari, su proposta della ministra Anna Maria Bernini, per centrare l’obiettivo del Pnrr di 60.000 posti letto per gli studenti entro giugno 2026; un altro si occuperà di recuperare più rapidamente i beni confiscati alle mafie e un altro avrà il compito di combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura.
Il Governo ha manifestato con questo provvedimento la propria intenzione di non perdere terreno sul fronte del Pnrr. Anche in considerazione delle notizie positive che sono arrivate recentemente dalla Commissione Ue. Nella Valutazione di metà periodo pubblicata la scorsa settimana, infatti, il nostro Paese è risultato quello che ha incassato più rate del proprio Pnrr. Inoltre, l’Italia risulta essere il Paese europeo più avanti nel numero assoluto di “traguardi” e “obiettivi” legati agli investimenti.
Il punto fatto dalla Commissione Ue ha quindi per certi versi rassicurato chi temeva ritardi eccessivi sul fronte del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma abbassare la guardia in un momento così delicato potrebbe risultare fatale e vanificare in poco tempo gli sforzi fatti finora. Anche per questo, dunque, il Governo ha deciso di mantenere alta l’attenzione con il Decreto legge descritto.
D’altronde, come sottolineato di recente anche dalla Corte dei Conti e scritto nero su bianco nella relazione pubblicata nei giorni scorsi dal presidente Guido Carlino, “per garantire la crescita e ridurre le disparità (all’interno del Paese, ndr), uno stimolo allo sviluppo e alla coesione territoriale sarà offerto dalla piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), oltre che dalla realizzazione dei progetti finanziati da fondi nazionali ed eurounitari”.
Soltanto una piena attuazione del Pnrr potrà quindi consentire all’Italia di diminuire il gap fra Nord e Sud e proiettarsi verso una crescita economica e sociale sostenibile, anche nell’ottica di una progressiva riduzione del debito pubblico.
PALERMO – In tutto il Mezzogiorno e anche in Sicilia l’aspettativa sui fondi del Pnrr è alta, anche alla luce delle previsioni degli esperti che vedono in queste risorse messe a disposizione dall’Ue a seguito della pandemia l’ultima occasione per colmare il gap con il Nord.
Per conoscere la posizione dei rappresentanti politici isolani rispetto alle ultime decisioni del Governo Meloni, il Quotidiano di Sicilia ha chiesto un parere sia alla maggioranza che sostiene il presidente Renato Schifani che all’opposizione.
“Ogni intervento volto a snellire le procedure e a incrementare un effettivo monitoraggio – ha affermato il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Stefano Pellegrino – non può che essere condiviso. Nel caso specifico siciliano, l’intervento del Governo nazionale è volto proprio a semplificare quelle che sono le procedure necessarie per accedere ai fondi. Di conseguenza, attraverso questo provvedimento la Sicilia avrà maggiore possibilità di beneficiare delle opportunità che il Pnrr offre. Dunque, occorre fare un plauso all’Esecutivo”.
Diversa la lettura del Partito democratico, affidata alle parole del capogruppo Michele Catanzaro: “Le recenti misure varate dal Consiglio dei ministri prevedono anche risorse per la realizzazione di alloggi. Si tratta di un provvedimento importante, che seguiamo con attenzione. Il punto però è sapere andare al di là degli annunci, passare dalle parole ai fatti, mentre il governo Meloni continua a muoversi in una perenne azione di propaganda. Lo fa anche sul Pnrr, uno strumento che se ben utilizzato potrebbe essere fondamentale e che invece la destra di governo targata Salvini e Meloni sta distorcendo”.
Il riferimento di Catanzaro è “alle tante risorse inizialmente destinate al Sud che sono state spostate altrove: in questo modo invece di colmare il divario tra il Mezzogiorno e il Nord si rischia di aumentarlo e tutto questo avviene nel colpevole silenzio del presidente della Regione Renato Schifani, che in troppe occasioni sembra appiattirsi sulle decisioni romane, anche quando vanno contro gli interessi della Sicilia”.
Per il Pd, in ogni caso le decisioni prese in merito alle residenze per studenti rappresentano una buona base da cui partire. “I giovani in generale – ha detto ancora il capogruppo del Pd all’Ars – sono una delle più importanti risorse della nostra terra e devono essere messi nelle condizioni di poter costruire il loro percorso. Parlare di diritto allo studio significa parlare di ‘diritto al futuro’. Sia nella scorsa legislatura da deputato regionale che in questa, da capogruppo del Pd, mi sono sempre impegnato per sostenere le istanze degli studenti universitari, che troppe volte sono stati dimenticati dai Governi regionali e nazionali. In occasione dell’ultima Finanziaria regionale siamo riusciti ad inserire alcune importanti proposte del Pd e tra queste c’era anche la previsione di un maggiore contributo per gli Ersu, per fare scorrere le graduatorie di assegnazione delle borse di studio che al momento coprono appena la metà degli idonei aventi diritto”.
Ovviamente questo rappresenta, come accennato, un punto di partenza. Ma non può essere un punto d’arrivo. “Ci sono molti altri ambiti nei quali bisogna intervenire: dal costo dei trasporti alle svariate esigenze dei fuori sede. Raccogliendo le proposte degli universitari avevamo anche sollecitato il Governo regionale affinché valutasse il riutilizzo di beni confiscati per creare alloggi per studenti meno abbienti e meritevoli”.