“Siamo senza acqua, senza cibo, senza igiene. Le persone dormono e giacciono per terra, nei corridoi e ovunque all’interno dell’ospedale”. Questa la testimonianza di Bisan Odehis, 24 anni, giovane attivista di ActionAid Palestina, che in un video racconta le condizioni dell’ospedale Al-Shifa, il più grande ospedale di Gaza.
Come si legge in una nota di ActionAid, sono 22 gli ospedali nella Striscia di Gaza che hanno ricevuto l’ordine di evacuazione dalle forze militari israeliane; tuttavia, per molte persone rimangono l’unico luogo sicuro dove rifugiarsi. Ad Al-Shifa, attualmente, sono 35.000 le persone che si stanno rifugiando all’interno dell’ospedale. “Sorprendentemente siamo ancora vivi. Prima di diventare un rifugio, questo era uno degli ospedali più importanti e più grandi della Striscia di Gaza. Le condizioni qui sono miserabili”, prosegue Odehis.
L’evacuazione forzata degli ospedali non è solo una violazione del diritto internazionale, ma rappresenta anche una grave offesa all’umanità, con così tante persone ferite e già sofferenti, che necessitano di trattamenti e cure urgenti. Queste azioni aggravano ulteriormente la già disperata situazione umanitaria e mettono a grave rischio la vita dei pazienti e dei professionisti medici impegnati a curarli. La comunità internazionale, si legge ancora nella nota, deve unirsi per richiedere la revoca degli ordini di evacuazione e garantire la protezione delle strutture sanitarie e dei lavoratori della sanità in questo momento senza precedenti.
ActionAid continua a chiedere un cessate il fuoco e la fine di questo ciclo ripetuto di escalation di violenze. Chiediamo anche la creazione di un corridoio umanitario sicuro per fornire assistenza e medicinali e per la protezione delle infrastrutture civili e dei civili. Gli ospedali, le scuole, le strutture umanitarie e i rifugi devono essere protetti dai combattimenti e non dovrebbero essere né occupati dai combattenti né deliberatamente presi di mira.