Guerra tra Israele e Hamas, Sigonella in fibrillazione - QdS

Guerra Israele-Hamas, Sigonella in fibrillazione: ecco cosa succede

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Guerra Israele-Hamas, Sigonella in fibrillazione: ecco cosa succede

Roberto Greco  |
lunedì 16 Ottobre 2023

Nella base militare statunitense in Sicilia l'attenzione è estremamente alta: crescono le preoccupazioni per il conflitto in Medio Oriente. Ecco gli ultimi aggiornamenti.

La tensione cresce nel Mediterraneo: mentre la guerra tra Israele e Hamas si intensifica, con Gaza devastata da migliaia di razzi e molti palestinesi in fuga verso l’Egitto, l’Italia emerge come un attore chiave in questo scenario e Sigonella (in Sicilia) rimane attenta ai risvolti del conflitto.

Da un lato il DEFCON della base italiana, l’acronimo utilizzato per indicare la “DEFense readiness CONdition”, in italiano “condizione di prontezza difensiva”, sembra non essere mutato dalla scorsa settimana è più che mai evidente che il munizionamento a supporto dello Stato di Israele da parte degli Stati Uniti sia iniziato e che, quindi, gli Usa abbiano scelto proprio la base siciliana per mandare aiuti militari a Netanyahu.

Guerra in Israele, alta la tensione a Sigonella: cosa succede

Due volte, tra venerdì e ieri, dall’aeroporto di Sigonella in Sicilia è decollato un aereo militare statunitense da trasporto alla volta di Nevatim, un’importante base israeliana nel deserto del Negev, vicino alla città di Beersheba. Si tratta di un C-17 Globemaster III in forza alla “Air Mobility Command”
dell’aviazione americana, un grande cargo, utilizzato per il trasporto di sistemi d’arma, munizioni ed equipaggiamento ma anche in grado di trasportare un equipaggio. Il ponte aereo è proseguito anche oggi.

Il C-17A Globemaster III è atterrato stamani nella base di Nevatim (Negev) dopo essere decollato dalla “Naval air station” di Sigonella e proveniente dalla base Usa di Ramstein, in Germania.

Una fonte interna alla base di Sigonella ci informa che l’attività in essere, per ora, non ha coinvolto direttamente la base italiana ma si è trattato di un’attività riguardante la base USA in tutti i suoi aspetti.

Attenzione alta nel Mediterraneo

Si conferma l’arrivo nelle acque internazionali del Mediterraneo del gruppo d’attacco della portaerei “Uss Gerald R. Ford”, che include la portaerei della Marina statunitense “Uss Gerald R. Ford”, l’incrociatore “Uss Normandy”, così come i cacciatorpediniere “Arleigh-Burke Uss Thomas Hudner”, “Uss Ramage”, “Uss Carney”, e “Uss Roosevelt” e, proprio per questo la base di Sigonella fornisce il supporto alle portaerei statunitensi nel Mediterraneo oltre alla gestione di aerei e droni spia.

Sebbene Sigonella sia, tecnicamente, una base extraterritoriale, il suo utilizzo nel supporto a Israele solleva preoccupazioni legittime perché l’Italia, con la sua posizione strategica nel Mediterraneo, potrebbe trovarsi di fronte a rischi in un contesto di crescente instabilità. Questa scelta degli Stati Uniti potrebbe esporre l’Italia a potenziali rischi di attacchi terroristici, mettendo in luce la vulnerabilità del nostro territorio e coinvolgendoci, direttamente, nel conflitto.

“Fino ad oggi Hamas non ha mai operato all’estero – ha dichiarato al QdS in una recente intervista Andrea Margelletti, presidente di Ce.S.I. (Centro Studi Internazionali), già consigliere Strategico dal 2012 al 2018 e attuale consigliere per le Politiche di Sicurezza e di Contrasto al Terrorismo del Ministro della Difesa – e il suo colpire è limitato all’interno dello scenario israelo-palestinese. Non si può però escludere che ci possano essere persone, anche completamente scollegate da Hamas, che possano compiere gesti in nome da Hamas e nel contempo non possiamo escludere che persone in nome di Israele possano andare a buttare una molotov contro un negozio di kebab. Proprio per questo è aumentato, in Italia, il livello di sicurezza nei confronti dei cosiddetti obiettivi sensibili”.

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